La risposta data alla crisi economica sta favorendo esclusivamente le parti e le logiche che questa crisi hanno provocato e ancora una volta i partiti – perché mai uso il plurale, rappresentato in parlamento c'è solo il PD – della sinistra hanno dato prova del loro scollamento con il proprio elettorato. Nonostante i sondaggi favorevoli, in tutta Italia è in atto un processo di progressivo e inarrestabile ricambio della classe politica (a sinistra), ultimissimo esempio le primarie di Genova vinte da un candidato di SEL contro le due del PD. Che dire poi del vergognoso silenzio su questa riorganizzazione mondiale del capitale?! Quali sono state le proposte dei nostri politici di riferimento, quali le battaglie?
Nessuna, nessuna.
Anzi stiamo assistendo ad un tenebroso allestimento teatrale dal titolo “La resa della politica”, degno del miglior Brecht.
Questi signori parlano di responsabilità per giustificare una eclissi che è mera povertà di contenuti e totale incapacità di pensiero, non sanno schierarsi e non vogliono. Responsabilità vera sarebbe stata dare risposte proprie a questa crisi, imporre fermi lì dove un partito, che dovrebbe essere al fianco del più vulnerabile dei lavoratori, avrebbe dovuto erigere barricate di dissenso: le liberalizzazioni, i costosissimi ed iniqui acquisti di armi, la mancata tassazione (peraltro risibile) sulle transazioni finanziarie, le leggi europee che invalidano la sovranità nazionale, i reiterati tentativi di sopprimere diritti costituzionali (privatizzazione dell'acqua ed altri servizi nonostante i risultati referendari). Ed infine sarebbe stato opportuno ascoltare da Bersani una frase tipo “Se si nomina ancora una sola volta l'articolo 18 ritiro il mio appoggio a questo governo”, dite che sarebbe stato risolutivo?
Ma sarebbe stato un atteggiamento troppo limpido per un partito che ha dato il via alla deregulation in materia di lavoro.
Tanto dovevo.
Parlando della riunione di Termoli, Famiano Crucianelli ha scritto sul numero di febbraio: “…e collocano questa iniziativa e quelle che verranno in quell'incrocio fra società, movimenti e partiti che è fondamentale, se si vuole sperare in una nuova e virtuosa stagione della politica”. Considero questo il punto cruciale di tutto il dibattito politico che potrà (auspicabilmente) svilupparsi intorno alle probabili elezioni regionali in Molise, e a livello nazionale quando verrà il momento (inciuci dei partiti maggioritari permettendo).
Se vogliamo ancora sperare di far sentire la nostra voce, se vogliamo ancora coltivare l'illusione che la volontà e i bisogni dei cittadini possano essere l'unico punto di riferimento dei partiti dobbiamo con grande coraggio metterci alla ricerca di alleati. E gli alleati si scelgono, non si accettano per fare numero.
Contro Iorio e la destra sono stati presentati candidati non condivisi o candidati che hanno semplicemente raccolto il macro dissenso verso la compagine di sinistra. Adesso dobbiamo cercare volti e programmi credibili, pensare a modi diversi di sviluppo (e per noi sarebbe così semplice puntare sul turismo – arte, agroalimentare, paesaggio -).
E cercare i compagni giusti per questo viaggio.
Il mio appello va:
a coloro che hanno espresso un voto di dissenso contro la candidatura del centrosinistra,
a coloro che non sono andati a votare per dissenso verso la candidatura e le logiche del centrosinistra,
a coloro che hanno votato per il centrosinistra fideisticamente e con la morte nel cuore,
a coloro che hanno votato per l'unico consigliere e mezzo che fa opposizione,
all'unico consigliere e mezzo che fa opposizione e che con il proprio lavoro legittima un partito alla deriva,
a coloro che hanno creduto che lavorare per preservare beni e diritti comuni fosse prioritario,
ai giovani che non ricevono più risposte ma continuano a progettare,
ai falce e mirtilli (come me) senza più una casa,
a tutti chiedo di trovare una idea nuova di aggregazione, uno sforzo di fiducia.
La scommessa è costruire una rete di associazioni, uomini, segmenti di partiti in rotta che si muova su una base paritaria, tesa all'ascolto e alla programmazione.
Siamo realisti, sogniamo l'impossibile. ☺
cristina.muccilli@gmail.com
La risposta data alla crisi economica sta favorendo esclusivamente le parti e le logiche che questa crisi hanno provocato e ancora una volta i partiti – perché mai uso il plurale, rappresentato in parlamento c'è solo il PD – della sinistra hanno dato prova del loro scollamento con il proprio elettorato. Nonostante i sondaggi favorevoli, in tutta Italia è in atto un processo di progressivo e inarrestabile ricambio della classe politica (a sinistra), ultimissimo esempio le primarie di Genova vinte da un candidato di SEL contro le due del PD. Che dire poi del vergognoso silenzio su questa riorganizzazione mondiale del capitale?! Quali sono state le proposte dei nostri politici di riferimento, quali le battaglie?
Nessuna, nessuna.
Anzi stiamo assistendo ad un tenebroso allestimento teatrale dal titolo “La resa della politica”, degno del miglior Brecht.
Questi signori parlano di responsabilità per giustificare una eclissi che è mera povertà di contenuti e totale incapacità di pensiero, non sanno schierarsi e non vogliono. Responsabilità vera sarebbe stata dare risposte proprie a questa crisi, imporre fermi lì dove un partito, che dovrebbe essere al fianco del più vulnerabile dei lavoratori, avrebbe dovuto erigere barricate di dissenso: le liberalizzazioni, i costosissimi ed iniqui acquisti di armi, la mancata tassazione (peraltro risibile) sulle transazioni finanziarie, le leggi europee che invalidano la sovranità nazionale, i reiterati tentativi di sopprimere diritti costituzionali (privatizzazione dell'acqua ed altri servizi nonostante i risultati referendari). Ed infine sarebbe stato opportuno ascoltare da Bersani una frase tipo “Se si nomina ancora una sola volta l'articolo 18 ritiro il mio appoggio a questo governo”, dite che sarebbe stato risolutivo?
Ma sarebbe stato un atteggiamento troppo limpido per un partito che ha dato il via alla deregulation in materia di lavoro.
Tanto dovevo.
Parlando della riunione di Termoli, Famiano Crucianelli ha scritto sul numero di febbraio: “…e collocano questa iniziativa e quelle che verranno in quell'incrocio fra società, movimenti e partiti che è fondamentale, se si vuole sperare in una nuova e virtuosa stagione della politica”. Considero questo il punto cruciale di tutto il dibattito politico che potrà (auspicabilmente) svilupparsi intorno alle probabili elezioni regionali in Molise, e a livello nazionale quando verrà il momento (inciuci dei partiti maggioritari permettendo).
Se vogliamo ancora sperare di far sentire la nostra voce, se vogliamo ancora coltivare l'illusione che la volontà e i bisogni dei cittadini possano essere l'unico punto di riferimento dei partiti dobbiamo con grande coraggio metterci alla ricerca di alleati. E gli alleati si scelgono, non si accettano per fare numero.
Contro Iorio e la destra sono stati presentati candidati non condivisi o candidati che hanno semplicemente raccolto il macro dissenso verso la compagine di sinistra. Adesso dobbiamo cercare volti e programmi credibili, pensare a modi diversi di sviluppo (e per noi sarebbe così semplice puntare sul turismo – arte, agroalimentare, paesaggio -).
E cercare i compagni giusti per questo viaggio.
Il mio appello va:
a coloro che hanno espresso un voto di dissenso contro la candidatura del centrosinistra,
a coloro che non sono andati a votare per dissenso verso la candidatura e le logiche del centrosinistra,
a coloro che hanno votato per il centrosinistra fideisticamente e con la morte nel cuore,
a coloro che hanno votato per l'unico consigliere e mezzo che fa opposizione,
all'unico consigliere e mezzo che fa opposizione e che con il proprio lavoro legittima un partito alla deriva,
a coloro che hanno creduto che lavorare per preservare beni e diritti comuni fosse prioritario,
ai giovani che non ricevono più risposte ma continuano a progettare,
ai falce e mirtilli (come me) senza più una casa,
a tutti chiedo di trovare una idea nuova di aggregazione, uno sforzo di fiducia.
La scommessa è costruire una rete di associazioni, uomini, segmenti di partiti in rotta che si muova su una base paritaria, tesa all'ascolto e alla programmazione.
La risposta data alla crisi economica sta favorendo esclusivamente le parti e le logiche che questa crisi hanno provocato e ancora una volta i partiti – perché mai uso il plurale, rappresentato in parlamento c'è solo il PD – della sinistra hanno dato prova del loro scollamento con il proprio elettorato. Nonostante i sondaggi favorevoli, in tutta Italia è in atto un processo di progressivo e inarrestabile ricambio della classe politica (a sinistra), ultimissimo esempio le primarie di Genova vinte da un candidato di SEL contro le due del PD. Che dire poi del vergognoso silenzio su questa riorganizzazione mondiale del capitale?! Quali sono state le proposte dei nostri politici di riferimento, quali le battaglie?
Nessuna, nessuna.
Anzi stiamo assistendo ad un tenebroso allestimento teatrale dal titolo “La resa della politica”, degno del miglior Brecht.
Questi signori parlano di responsabilità per giustificare una eclissi che è mera povertà di contenuti e totale incapacità di pensiero, non sanno schierarsi e non vogliono. Responsabilità vera sarebbe stata dare risposte proprie a questa crisi, imporre fermi lì dove un partito, che dovrebbe essere al fianco del più vulnerabile dei lavoratori, avrebbe dovuto erigere barricate di dissenso: le liberalizzazioni, i costosissimi ed iniqui acquisti di armi, la mancata tassazione (peraltro risibile) sulle transazioni finanziarie, le leggi europee che invalidano la sovranità nazionale, i reiterati tentativi di sopprimere diritti costituzionali (privatizzazione dell'acqua ed altri servizi nonostante i risultati referendari). Ed infine sarebbe stato opportuno ascoltare da Bersani una frase tipo “Se si nomina ancora una sola volta l'articolo 18 ritiro il mio appoggio a questo governo”, dite che sarebbe stato risolutivo?
Ma sarebbe stato un atteggiamento troppo limpido per un partito che ha dato il via alla deregulation in materia di lavoro.
Tanto dovevo.
Parlando della riunione di Termoli, Famiano Crucianelli ha scritto sul numero di febbraio: “…e collocano questa iniziativa e quelle che verranno in quell'incrocio fra società, movimenti e partiti che è fondamentale, se si vuole sperare in una nuova e virtuosa stagione della politica”. Considero questo il punto cruciale di tutto il dibattito politico che potrà (auspicabilmente) svilupparsi intorno alle probabili elezioni regionali in Molise, e a livello nazionale quando verrà il momento (inciuci dei partiti maggioritari permettendo).
Se vogliamo ancora sperare di far sentire la nostra voce, se vogliamo ancora coltivare l'illusione che la volontà e i bisogni dei cittadini possano essere l'unico punto di riferimento dei partiti dobbiamo con grande coraggio metterci alla ricerca di alleati. E gli alleati si scelgono, non si accettano per fare numero.
Contro Iorio e la destra sono stati presentati candidati non condivisi o candidati che hanno semplicemente raccolto il macro dissenso verso la compagine di sinistra. Adesso dobbiamo cercare volti e programmi credibili, pensare a modi diversi di sviluppo (e per noi sarebbe così semplice puntare sul turismo – arte, agroalimentare, paesaggio -).
E cercare i compagni giusti per questo viaggio.
Il mio appello va:
a coloro che hanno espresso un voto di dissenso contro la candidatura del centrosinistra,
a coloro che non sono andati a votare per dissenso verso la candidatura e le logiche del centrosinistra,
a coloro che hanno votato per il centrosinistra fideisticamente e con la morte nel cuore,
a coloro che hanno votato per l'unico consigliere e mezzo che fa opposizione,
all'unico consigliere e mezzo che fa opposizione e che con il proprio lavoro legittima un partito alla deriva,
a coloro che hanno creduto che lavorare per preservare beni e diritti comuni fosse prioritario,
ai giovani che non ricevono più risposte ma continuano a progettare,
ai falce e mirtilli (come me) senza più una casa,
a tutti chiedo di trovare una idea nuova di aggregazione, uno sforzo di fiducia.
La scommessa è costruire una rete di associazioni, uomini, segmenti di partiti in rotta che si muova su una base paritaria, tesa all'ascolto e alla programmazione.
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