I nostri antenati sono stati geniali nell’individuare il sistema migliore per il trasferimento delle greggi dai monti al mare e viceversa. I tratturi, noti anche come autostrade verdi, dimostrano tutta l’arguzia ed il senso pratico di chi affronta un problema in collaborazione con quanti hanno le stesse necessità. Ai giorni nostri non mostriamo le stesse caratteristiche, che il DNA abbia cambiato struttura? Del resto anni ne sono passati e la fedeltà non è per sempre.
Il dubbio assale se si guarda alle tante questioni legate ai trasporti. Se la ferrovia fu un caposaldo della rivoluzione industriale, in Molise rischia di trasportare utopie. Il viaggio a Roma diventa una sorta di pellegrinaggio, ad ogni stazione si ringrazia il Signore di aver fatto un’altra tratta. Non solo la linea è fra le più vecchie d’Italia ma persino il parco macchine è molto più che vetusto. Il faccia a faccia fra Regione e Ferrovie ha messo a nudo proprio queste difficoltà. Se l’assessore chiede un servizio di trasporto degno di tale nome, Trenitalia chiede il pagamento degli arretrati e così si affaccia l’ipotesi di superare il rapporto finora in essere per affidare il servizio di trasporto su rotaia a privati, con un bando tutto nuovo.
Il rapporto fra il Molise e la ferrovia, in realtà, sembra essere un po’ ancorato alle immagini del passato, infatti oggi come allora i giovani prendono le loro valige (non più di cartone) e vanno via in cerca di lavoro e di un futuro, solo che per essere sicuri di partire prendono l’aereo. Un legame viscerale che per anni ha continuato ad impedire il raddoppio della linea ferroviaria da Termoli a Lesina. Un particolare che impedisce ai treni veloci di attraversare la nostra regione ed arrivare fino al cosiddetto tacco d’Italia, con grande disappunto della Regione Puglia che pure avrebbe un sistema portuale da collegare al resto d’Europa.
Torniamo alla paventata rottura con Trenitalia. Sembra che in altre regioni si sia riusciti ad ottenere miglioramenti del servizio con la sola minaccia di un bando di evidenza pubblica, ma in Molise abbiamo un po’ il terrore di queste genialate.
La bella trovata di metterci in contatto con la costa croata ci è costata un occhio della testa, e il monumento a tanta scelleratezza è ancorato in porto a Termoli, mestamente pignorato, a titolo di risarcimento. Il tutto passando attraverso la trama e l’ordito di udienze, inchieste, accuse e assoluzioni.
L’alternativa al trasporto su rotaia potrebbe essere quello su gomma e qui la preoccupazione si fa terrore. A parte la condizione generale delle strade molisane che alla prima frana potrebbero cambiare il percorso del viaggio o forse anche quello della storia, ma l’assessore Nagni non è ancora stanco di litigare con le società di autolinee? Attualmente è ancora all’ attenzione del TAR la questione del Gestore unico del trasporto, una concessione che ha portato ad una serie di disservizi, le cui spese sono state pagate innanzitutto dai viaggiatori e che, a causa dell’ affidamento del servizio di trasporto per alcune tratte a gestore diverso da quello inizialmente individuato, registra non poche anomalie: incongruenza tra proprietà del mezzo e Azienda fornitrice di lavoro dell’autista; rocambolesche operazioni di pagamento che prima di arrivare agli autisti devono superare prove di forza e di coraggio, mentre chi aspetta affronta le prove di pazienza; senza dimenticare le minacce di interruzione di pubblico servizio per “impossibilità di rifornire i mezzi di carburante”.
Si potrebbe facilmente obiettare che spesso in queste vicende il problema nasceva dal rapporto della Regione con un membro della famiglia Larivera. Allora, se si decide di rompere con Trenitalia, l’umile consiglio è di controllare la lista dei nomi dei proprietari delle imprese da coinvolgere nel nuovo bando. In alternativa: chiedere consiglio ad uno dei pochi pastori rimasti attivi in regione, visto mai che rifiorisca l’ingegno del sannita?☺
I nostri antenati sono stati geniali nell’individuare il sistema migliore per il trasferimento delle greggi dai monti al mare e viceversa. I tratturi, noti anche come autostrade verdi, dimostrano tutta l’arguzia ed il senso pratico di chi affronta un problema in collaborazione con quanti hanno le stesse necessità. Ai giorni nostri non mostriamo le stesse caratteristiche, che il DNA abbia cambiato struttura? Del resto anni ne sono passati e la fedeltà non è per sempre.
Il dubbio assale se si guarda alle tante questioni legate ai trasporti. Se la ferrovia fu un caposaldo della rivoluzione industriale, in Molise rischia di trasportare utopie. Il viaggio a Roma diventa una sorta di pellegrinaggio, ad ogni stazione si ringrazia il Signore di aver fatto un’altra tratta. Non solo la linea è fra le più vecchie d’Italia ma persino il parco macchine è molto più che vetusto. Il faccia a faccia fra Regione e Ferrovie ha messo a nudo proprio queste difficoltà. Se l’assessore chiede un servizio di trasporto degno di tale nome, Trenitalia chiede il pagamento degli arretrati e così si affaccia l’ipotesi di superare il rapporto finora in essere per affidare il servizio di trasporto su rotaia a privati, con un bando tutto nuovo.
Il rapporto fra il Molise e la ferrovia, in realtà, sembra essere un po’ ancorato alle immagini del passato, infatti oggi come allora i giovani prendono le loro valige (non più di cartone) e vanno via in cerca di lavoro e di un futuro, solo che per essere sicuri di partire prendono l’aereo. Un legame viscerale che per anni ha continuato ad impedire il raddoppio della linea ferroviaria da Termoli a Lesina. Un particolare che impedisce ai treni veloci di attraversare la nostra regione ed arrivare fino al cosiddetto tacco d’Italia, con grande disappunto della Regione Puglia che pure avrebbe un sistema portuale da collegare al resto d’Europa.
Torniamo alla paventata rottura con Trenitalia. Sembra che in altre regioni si sia riusciti ad ottenere miglioramenti del servizio con la sola minaccia di un bando di evidenza pubblica, ma in Molise abbiamo un po’ il terrore di queste genialate.
La bella trovata di metterci in contatto con la costa croata ci è costata un occhio della testa, e il monumento a tanta scelleratezza è ancorato in porto a Termoli, mestamente pignorato, a titolo di risarcimento. Il tutto passando attraverso la trama e l’ordito di udienze, inchieste, accuse e assoluzioni.
L’alternativa al trasporto su rotaia potrebbe essere quello su gomma e qui la preoccupazione si fa terrore. A parte la condizione generale delle strade molisane che alla prima frana potrebbero cambiare il percorso del viaggio o forse anche quello della storia, ma l’assessore Nagni non è ancora stanco di litigare con le società di autolinee? Attualmente è ancora all’ attenzione del TAR la questione del Gestore unico del trasporto, una concessione che ha portato ad una serie di disservizi, le cui spese sono state pagate innanzitutto dai viaggiatori e che, a causa dell’ affidamento del servizio di trasporto per alcune tratte a gestore diverso da quello inizialmente individuato, registra non poche anomalie: incongruenza tra proprietà del mezzo e Azienda fornitrice di lavoro dell’autista; rocambolesche operazioni di pagamento che prima di arrivare agli autisti devono superare prove di forza e di coraggio, mentre chi aspetta affronta le prove di pazienza; senza dimenticare le minacce di interruzione di pubblico servizio per “impossibilità di rifornire i mezzi di carburante”.
Si potrebbe facilmente obiettare che spesso in queste vicende il problema nasceva dal rapporto della Regione con un membro della famiglia Larivera. Allora, se si decide di rompere con Trenitalia, l’umile consiglio è di controllare la lista dei nomi dei proprietari delle imprese da coinvolgere nel nuovo bando. In alternativa: chiedere consiglio ad uno dei pochi pastori rimasti attivi in regione, visto mai che rifiorisca l’ingegno del sannita?☺
I nostri antenati sono stati geniali nell’individuare il sistema migliore per il trasferimento delle greggi dai monti al mare e viceversa.
I nostri antenati sono stati geniali nell’individuare il sistema migliore per il trasferimento delle greggi dai monti al mare e viceversa. I tratturi, noti anche come autostrade verdi, dimostrano tutta l’arguzia ed il senso pratico di chi affronta un problema in collaborazione con quanti hanno le stesse necessità. Ai giorni nostri non mostriamo le stesse caratteristiche, che il DNA abbia cambiato struttura? Del resto anni ne sono passati e la fedeltà non è per sempre.
Il dubbio assale se si guarda alle tante questioni legate ai trasporti. Se la ferrovia fu un caposaldo della rivoluzione industriale, in Molise rischia di trasportare utopie. Il viaggio a Roma diventa una sorta di pellegrinaggio, ad ogni stazione si ringrazia il Signore di aver fatto un’altra tratta. Non solo la linea è fra le più vecchie d’Italia ma persino il parco macchine è molto più che vetusto. Il faccia a faccia fra Regione e Ferrovie ha messo a nudo proprio queste difficoltà. Se l’assessore chiede un servizio di trasporto degno di tale nome, Trenitalia chiede il pagamento degli arretrati e così si affaccia l’ipotesi di superare il rapporto finora in essere per affidare il servizio di trasporto su rotaia a privati, con un bando tutto nuovo.
Il rapporto fra il Molise e la ferrovia, in realtà, sembra essere un po’ ancorato alle immagini del passato, infatti oggi come allora i giovani prendono le loro valige (non più di cartone) e vanno via in cerca di lavoro e di un futuro, solo che per essere sicuri di partire prendono l’aereo. Un legame viscerale che per anni ha continuato ad impedire il raddoppio della linea ferroviaria da Termoli a Lesina. Un particolare che impedisce ai treni veloci di attraversare la nostra regione ed arrivare fino al cosiddetto tacco d’Italia, con grande disappunto della Regione Puglia che pure avrebbe un sistema portuale da collegare al resto d’Europa.
Torniamo alla paventata rottura con Trenitalia. Sembra che in altre regioni si sia riusciti ad ottenere miglioramenti del servizio con la sola minaccia di un bando di evidenza pubblica, ma in Molise abbiamo un po’ il terrore di queste genialate.
La bella trovata di metterci in contatto con la costa croata ci è costata un occhio della testa, e il monumento a tanta scelleratezza è ancorato in porto a Termoli, mestamente pignorato, a titolo di risarcimento. Il tutto passando attraverso la trama e l’ordito di udienze, inchieste, accuse e assoluzioni.
L’alternativa al trasporto su rotaia potrebbe essere quello su gomma e qui la preoccupazione si fa terrore. A parte la condizione generale delle strade molisane che alla prima frana potrebbero cambiare il percorso del viaggio o forse anche quello della storia, ma l’assessore Nagni non è ancora stanco di litigare con le società di autolinee? Attualmente è ancora all’ attenzione del TAR la questione del Gestore unico del trasporto, una concessione che ha portato ad una serie di disservizi, le cui spese sono state pagate innanzitutto dai viaggiatori e che, a causa dell’ affidamento del servizio di trasporto per alcune tratte a gestore diverso da quello inizialmente individuato, registra non poche anomalie: incongruenza tra proprietà del mezzo e Azienda fornitrice di lavoro dell’autista; rocambolesche operazioni di pagamento che prima di arrivare agli autisti devono superare prove di forza e di coraggio, mentre chi aspetta affronta le prove di pazienza; senza dimenticare le minacce di interruzione di pubblico servizio per “impossibilità di rifornire i mezzi di carburante”.
Si potrebbe facilmente obiettare che spesso in queste vicende il problema nasceva dal rapporto della Regione con un membro della famiglia Larivera. Allora, se si decide di rompere con Trenitalia, l’umile consiglio è di controllare la lista dei nomi dei proprietari delle imprese da coinvolgere nel nuovo bando. In alternativa: chiedere consiglio ad uno dei pochi pastori rimasti attivi in regione, visto mai che rifiorisca l’ingegno del sannita?☺
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