“Tutte le statistiche dimostrano che, da alcuni decenni, a parità di produttività, le emissioni inquinanti inviate nell’atmosfera del nostro Paese, sono drasticamente diminuite. Questo risultato è stato ottenuto migliorando i combustibili, sostituendo olio combustibile e carbone con gas naturale. Questa tendenza, che ha comportato un progressivo miglioramento della qualità dell’aria, si è interrotta con il proliferare di grandi e piccole centrali alimentate a biomasse, oltre a termovalorizzatori di rifiuti urbani, in tutti i casi combustibili poveri e altamente inquinanti”. A parlare è il chimico F. Valerio membro della Società Italiana Chimici e di Medici per L’Ambiente, e continua sostenendo l’illegalità di tali strutture “In Italia esiste il Decreto Legislativo 155/2010 che, tra le sue finalità, prevede di “mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi”. L’illegalità è dovuta al fatto che tutti questi impianti hanno peggiorato la qualità dell’aria dei territori che li ospitano con l’immissione in atmosfera di importanti quantità di ossidi d’azoto, polveri sottili e ultrasottili, idrocarburi policiclici aromatici, diossine”.
I medici dell’ISDE (Medici per l’Ambiente) e non, presenti al presidio di Campochiaro lo hanno spiegato con molta chiarezza e a più riprese, le centrali sono estremamente dannose per l’uomo e per l’ambiente, e si tratta di danni irreversibili. Contrariamente a ciò che afferma il nostro governatore, non creano lavoro. I cittadini dei comuni dell’area, insieme alla restante parte di cittadinanza molisana, associazioni, comitati, forum e quant’altro, che li sta accompagnando in questa lotta, non vogliono le centrali. Il consiglio regionale tutto si è espresso in maniera favorevole all’ annullamento delle autorizzazioni date per le stesse. Il PD che, mi dicono essere ancora il partito di appartenenza del nostro Presidente, si è espresso contro le biomasse. La destra, artefice primo di questa ed altre violenze perpetrate ai danni del territorio, leggi eolico selvaggio, mancata ricostruzione, deficit sanitario etc., tenta – senza esito – di cavalcare il dissenso. Mi chiedo se il Nostro (governatore) si è accorto del grande vuoto che è riuscito a creare intorno a sé.
Nella zona interessata a questo nefasto insediamento sorgono varie industrie agroalimentari che, va da sé, sarebbero oltremodo danneggiate da impianti fortemente inquinanti; e non bisogna dimenticare che l’area in questione è stata già pesantemente traumatizzata da un cementificio e da industrie poco rispettose delle norme di tutela ambientale e sulle quali probabilmente dovremo discutere in un prossimo futuro. Ancora, come si coniugherebbero le due centrali con l’Oasi WWF poco distante e soprattutto con il tanto agognato Parco Nazionale del Matese il quale sì, avrebbe ricadute economiche su tutto il territorio?
Questa la premessa di carattere generale ora vorrei discutere il problema di fondo, la assoluta mancanza di democrazia.
Frequentando il presidio di Campochiaro ho conosciuto persone eccellenti; donne determinate, ragazze e ragazzi intelligenti e lucidi, uomini decisi, anziani che non hanno la benché minima intenzione di demordere, e tutti accoglienti, ironici. Fin dal primo momento è stata palese la convinzione generalizzata che stavano lottando per un diritto imprescindibile, quello di decidere della propria vita “Abitiamo qui, non vogliamo morire di cancro, siamo per un’idea di lavoro sostenibile, vogliamo il Parco del Matese non le biomasse”. E fin dal primo momento è stato chiaro che questo percorso politico li aveva fatti crescere “Grazie per il vostro appoggio, fino ad ora noi non ci siamo stati quando altri erano in difficoltà ma ora abbiamo capito, dobbiamo essere solidali, uniti per risolvere i nostri bisogni” queste le parole di Carmelina che non avevo mai visto, una sera davanti ai cancelli della recinzione del campo, in mezzo al buio. Compattezza, solidarietà, comunione di intenti, queste le armi per combattere l’ arroganza del potere, la collusa cecità della governance, la straripante ingordigia di chi ha soldi e ne vuole ancora e ancora e ancora. Bell’esempio di autodeterminazione il presidio di Campochiaro, bell’inizio di un percorso di democrazia diretta, finalmente la partecipazione alla cosa pubblica, alla costruzione della casa comune in cui si tutela il bene di tutti. ☺
“Tutte le statistiche dimostrano che, da alcuni decenni, a parità di produttività, le emissioni inquinanti inviate nell’atmosfera del nostro Paese, sono drasticamente diminuite. Questo risultato è stato ottenuto migliorando i combustibili, sostituendo olio combustibile e carbone con gas naturale. Questa tendenza, che ha comportato un progressivo miglioramento della qualità dell’aria, si è interrotta con il proliferare di grandi e piccole centrali alimentate a biomasse, oltre a termovalorizzatori di rifiuti urbani, in tutti i casi combustibili poveri e altamente inquinanti”. A parlare è il chimico F. Valerio membro della Società Italiana Chimici e di Medici per L’Ambiente, e continua sostenendo l’illegalità di tali strutture “In Italia esiste il Decreto Legislativo 155/2010 che, tra le sue finalità, prevede di “mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi”. L’illegalità è dovuta al fatto che tutti questi impianti hanno peggiorato la qualità dell’aria dei territori che li ospitano con l’immissione in atmosfera di importanti quantità di ossidi d’azoto, polveri sottili e ultrasottili, idrocarburi policiclici aromatici, diossine”.
I medici dell’ISDE (Medici per l’Ambiente) e non, presenti al presidio di Campochiaro lo hanno spiegato con molta chiarezza e a più riprese, le centrali sono estremamente dannose per l’uomo e per l’ambiente, e si tratta di danni irreversibili. Contrariamente a ciò che afferma il nostro governatore, non creano lavoro. I cittadini dei comuni dell’area, insieme alla restante parte di cittadinanza molisana, associazioni, comitati, forum e quant’altro, che li sta accompagnando in questa lotta, non vogliono le centrali. Il consiglio regionale tutto si è espresso in maniera favorevole all’ annullamento delle autorizzazioni date per le stesse. Il PD che, mi dicono essere ancora il partito di appartenenza del nostro Presidente, si è espresso contro le biomasse. La destra, artefice primo di questa ed altre violenze perpetrate ai danni del territorio, leggi eolico selvaggio, mancata ricostruzione, deficit sanitario etc., tenta – senza esito – di cavalcare il dissenso. Mi chiedo se il Nostro (governatore) si è accorto del grande vuoto che è riuscito a creare intorno a sé.
Nella zona interessata a questo nefasto insediamento sorgono varie industrie agroalimentari che, va da sé, sarebbero oltremodo danneggiate da impianti fortemente inquinanti; e non bisogna dimenticare che l’area in questione è stata già pesantemente traumatizzata da un cementificio e da industrie poco rispettose delle norme di tutela ambientale e sulle quali probabilmente dovremo discutere in un prossimo futuro. Ancora, come si coniugherebbero le due centrali con l’Oasi WWF poco distante e soprattutto con il tanto agognato Parco Nazionale del Matese il quale sì, avrebbe ricadute economiche su tutto il territorio?
Questa la premessa di carattere generale ora vorrei discutere il problema di fondo, la assoluta mancanza di democrazia.
Frequentando il presidio di Campochiaro ho conosciuto persone eccellenti; donne determinate, ragazze e ragazzi intelligenti e lucidi, uomini decisi, anziani che non hanno la benché minima intenzione di demordere, e tutti accoglienti, ironici. Fin dal primo momento è stata palese la convinzione generalizzata che stavano lottando per un diritto imprescindibile, quello di decidere della propria vita “Abitiamo qui, non vogliamo morire di cancro, siamo per un’idea di lavoro sostenibile, vogliamo il Parco del Matese non le biomasse”. E fin dal primo momento è stato chiaro che questo percorso politico li aveva fatti crescere “Grazie per il vostro appoggio, fino ad ora noi non ci siamo stati quando altri erano in difficoltà ma ora abbiamo capito, dobbiamo essere solidali, uniti per risolvere i nostri bisogni” queste le parole di Carmelina che non avevo mai visto, una sera davanti ai cancelli della recinzione del campo, in mezzo al buio. Compattezza, solidarietà, comunione di intenti, queste le armi per combattere l’ arroganza del potere, la collusa cecità della governance, la straripante ingordigia di chi ha soldi e ne vuole ancora e ancora e ancora. Bell’esempio di autodeterminazione il presidio di Campochiaro, bell’inizio di un percorso di democrazia diretta, finalmente la partecipazione alla cosa pubblica, alla costruzione della casa comune in cui si tutela il bene di tutti. ☺
“Tutte le statistiche dimostrano che, da alcuni decenni, a parità di produttività, le emissioni inquinanti inviate nell’atmosfera del nostro Paese, sono drasticamente diminuite. "
“Tutte le statistiche dimostrano che, da alcuni decenni, a parità di produttività, le emissioni inquinanti inviate nell’atmosfera del nostro Paese, sono drasticamente diminuite. Questo risultato è stato ottenuto migliorando i combustibili, sostituendo olio combustibile e carbone con gas naturale. Questa tendenza, che ha comportato un progressivo miglioramento della qualità dell’aria, si è interrotta con il proliferare di grandi e piccole centrali alimentate a biomasse, oltre a termovalorizzatori di rifiuti urbani, in tutti i casi combustibili poveri e altamente inquinanti”. A parlare è il chimico F. Valerio membro della Società Italiana Chimici e di Medici per L’Ambiente, e continua sostenendo l’illegalità di tali strutture “In Italia esiste il Decreto Legislativo 155/2010 che, tra le sue finalità, prevede di “mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi”. L’illegalità è dovuta al fatto che tutti questi impianti hanno peggiorato la qualità dell’aria dei territori che li ospitano con l’immissione in atmosfera di importanti quantità di ossidi d’azoto, polveri sottili e ultrasottili, idrocarburi policiclici aromatici, diossine”.
I medici dell’ISDE (Medici per l’Ambiente) e non, presenti al presidio di Campochiaro lo hanno spiegato con molta chiarezza e a più riprese, le centrali sono estremamente dannose per l’uomo e per l’ambiente, e si tratta di danni irreversibili. Contrariamente a ciò che afferma il nostro governatore, non creano lavoro. I cittadini dei comuni dell’area, insieme alla restante parte di cittadinanza molisana, associazioni, comitati, forum e quant’altro, che li sta accompagnando in questa lotta, non vogliono le centrali. Il consiglio regionale tutto si è espresso in maniera favorevole all’ annullamento delle autorizzazioni date per le stesse. Il PD che, mi dicono essere ancora il partito di appartenenza del nostro Presidente, si è espresso contro le biomasse. La destra, artefice primo di questa ed altre violenze perpetrate ai danni del territorio, leggi eolico selvaggio, mancata ricostruzione, deficit sanitario etc., tenta – senza esito – di cavalcare il dissenso. Mi chiedo se il Nostro (governatore) si è accorto del grande vuoto che è riuscito a creare intorno a sé.
Nella zona interessata a questo nefasto insediamento sorgono varie industrie agroalimentari che, va da sé, sarebbero oltremodo danneggiate da impianti fortemente inquinanti; e non bisogna dimenticare che l’area in questione è stata già pesantemente traumatizzata da un cementificio e da industrie poco rispettose delle norme di tutela ambientale e sulle quali probabilmente dovremo discutere in un prossimo futuro. Ancora, come si coniugherebbero le due centrali con l’Oasi WWF poco distante e soprattutto con il tanto agognato Parco Nazionale del Matese il quale sì, avrebbe ricadute economiche su tutto il territorio?
Questa la premessa di carattere generale ora vorrei discutere il problema di fondo, la assoluta mancanza di democrazia.
Frequentando il presidio di Campochiaro ho conosciuto persone eccellenti; donne determinate, ragazze e ragazzi intelligenti e lucidi, uomini decisi, anziani che non hanno la benché minima intenzione di demordere, e tutti accoglienti, ironici. Fin dal primo momento è stata palese la convinzione generalizzata che stavano lottando per un diritto imprescindibile, quello di decidere della propria vita “Abitiamo qui, non vogliamo morire di cancro, siamo per un’idea di lavoro sostenibile, vogliamo il Parco del Matese non le biomasse”. E fin dal primo momento è stato chiaro che questo percorso politico li aveva fatti crescere “Grazie per il vostro appoggio, fino ad ora noi non ci siamo stati quando altri erano in difficoltà ma ora abbiamo capito, dobbiamo essere solidali, uniti per risolvere i nostri bisogni” queste le parole di Carmelina che non avevo mai visto, una sera davanti ai cancelli della recinzione del campo, in mezzo al buio. Compattezza, solidarietà, comunione di intenti, queste le armi per combattere l’ arroganza del potere, la collusa cecità della governance, la straripante ingordigia di chi ha soldi e ne vuole ancora e ancora e ancora. Bell’esempio di autodeterminazione il presidio di Campochiaro, bell’inizio di un percorso di democrazia diretta, finalmente la partecipazione alla cosa pubblica, alla costruzione della casa comune in cui si tutela il bene di tutti. ☺
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