il semipresidente degli zombi
2 Luglio 2012 Share

il semipresidente degli zombi

 

Sono ormai degli zombi quelli che vagano per i locali di Palazzo Moffa. Nonostante la sentenza del TAR Molise, i semiconsiglieri regionali, sciolti da quel provvedimento, continuano tuttavia a fare danni. I vaganti, secondo la dottrina del martedì, non hanno neanche il potere di destinare parte delle indennità loro spettanti a favore della gente colpita dal terremoto del nord Italia, ma di mettersele in tasca, secondo la dottrina del giovedì, quello sì: si può fare; quando si tratta di loro sono scrupolosi fino alla pedanteria i nostri eroi che continuano a sedere in consiglio grazie ad una legge ordinaria che modifica lo statuto. Chissà se costoro si sono chiesti, con lo stesso scrupolo, se quella legge è sufficiente a far percepire loro le laute indennità e a godere ancora dei tanti privilegi. È un fatto e non un’opinione che nel mondo dei normali, quando un lavoratore viene licenziato perché ricopre quel posto illegittimamente o perché ha vinto un concorso senza avere i titoli, non resta lì a scaldare la sedia per effetto della “prorogatio”, – quando ti devono fregare parlano in latino -, viene mandato via – in lingua italiana – ed è costretto a cercarsi un nuovo lavoro. Non succede così per questi autorevoli signori che per mestiere fanno le leggi e senza pudore le fanno a proprio uso e consumo. Loro la poltrona non la perdono neanche quando è il giudice a cacciarli via. Viene da chiedersi: esiste nella realtà un posto al mondo dove si continua a percepire lo stipendio anche dopo essere stati cacciati via, per giunta da un giudice? Sì, esiste e, se provate a cercarlo, il paese delle meraviglie lo trovate a Campobasso, in via IV Novembre n. 87.

Il capo zombi, oltre allo stipendio arriva addirittura ad offrire ai colleghi dell’opposizione biscotti e cotillon per continuare a fare festa, ma questo ormai non impressiona più nessuno. La notizia sconvolgente invece sta nel fatto che qualche ingenuo cade nella trappola, tanto da invitare i suoi ad abbassare i toni, invece di rispedire al mittente il pasto avvelenato. La semilegge, secondo il semipresidente, oltre a garantirgli la resurrezione, gli consentirebbe addirittura di modificare anche la semigiunta. Chissà se la pensa così anche il semiassessore alla programmazione che in questi ultimi tempi con il semigovernatore non prende neanche un semicaffè!

Spero che vogliano usare stesso scrupolo quando decideranno che cosa farne dei terremotati e delle persone che lavorano alla ricostruzione, perche al di là di ciò che promette Iorio, finita l’era dell’emergenza, bisogna ora tornare alla normalità e per quella bastano le leggi che ci sono. Se il capo zombi avesse usato questi sei mesi che sono trascorsi dall’inizio dell’anno per proporre qualcosa di serio al governo e non la proroga dello stato di criticità, oggi avremmo qualche impresa in meno sull’orlo del fallimento e qualche terremotato in più a casa. Sono i soldi quelli che mancano per continuare l’opera di ricostruzione e non sarà un Presidente delegittimato a convincere Monti a sbloccare i fondi deliberati dal CIPE. Cosi come non sarà l’Agenzia a risolvere gli inestricabili problemi creati dalla struttura commissariale la quale, a detta del Comitato per il Rientro nell’Ordinario, in tutti questi anni “non sembra avere operato sulla base di una visione programmatica, ma si è ispirata ad una policy attenta al contingente” che tradotto nel linguaggio comune significa: chi prima arriva, prima alloggia; oppure, come ha concluso la Sezione regionale di controllo la quale ha proposto alla Corte dei Conti di dichiarare, “l’irregolarità della gestione dei fondi stanziati per la ricostruzione”, conclusione alla quale sembra essere giunta, a distanza di anni, anche la procura della repubblica di Campobasso.

Spero che i semiparlamentari regionali, con altrettanto scrupolo vogliano affrontare il tema del rientro dal debito sanitario, senza usare trucchi o fare da sponda a chi pretende di modificare le leggi per riappropriarsi del malloppo. La nomina del nuovo commissario ad acta, decisa dal governo nazionale, si è resa necessaria perché, se al presidente Iorio è stato inibito di compiere atti che vanno oltre l’ordinaria amministrazione non è possibile che lo stesso, in altra veste, usi i poteri straordinari. Il decreto proposto dal commissario Iorio per la modifica della legge finanziaria 2012 – legge che il governo ha impugnato davanti alla consulta – non possiede i requisiti dell’urgenza  per la trattazione in un consiglio depotenziato, né il richiamo al nuovo statuto, per altro abrogato, gli consente una procedura straordinaria. Iorio se ne deve fare una ragione, quello che è successo a Di Stasi dodici anni orsono, oggi è capitato anche a lui.

In tutti i casi sopra trattati il consiglio regionale non ha il potere di approvare un bel nulla e non sarà la “proroga- tio” fasulla a consentire a costoro di fare altro male a questa regione. L’unica cosa possibile per il bene di tutti i molisani è andare subito alle elezioni, altro che larghe intese e senso di responsabilità. Se la “Iorio and company” ha un briciolo di senso civico la strada è una soltanto: dimissioni subito.☺

domenicodadamo@alice.it

 

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