Il tempo delle bacche
8 Gennaio 2021
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Il tempo delle bacche

Nei mesi più freddi, dopo il bellissimo fogliame dell’autunno, arriva l’inverno che spoglia la maggior parte delle piante. Ma la natura non finisce mai di stupirci e con graziose bacche, simili a perle rosse, arancioni, gialle, bianche o blu, oltre a rallegrare la stagione grigia, offre anche cibo per gli uccelli.

Ecco alcuni esemplari che, se ci avventuriamo tra boschi, macchie, cespugli e pendii erbosi, possono emozionarci e stupirci con le loro calde pennellate di colori.

Una pianta molto rustica, ma davvero raffinata e nota a tutti per le nuvole di fiori bianchi profumatissimi è il biancospino (Crataegus monogyna). Nell’inverno successivo quei fiori si trasformano in frutticini di colore rosso rubino. Si tratta di piccole drupe commestibili, utilizzate in cucina per preparare ottime marmellate, deliziose gelatine e uno sciroppo ricco di principi attivi utili per controllare l’ansia.

Una delle più comuni piante ornamentali che possiamo osservare nelle nostre piazze o lungo i viali cittadini è il ligustro (Ligustrum vulgare). Il nome del genere deriva dal latino ligo, “legare”, per la flessibilità dei rametti, usati nelle campagne come legacci; l’aggettivo vulgare si deve proprio al fatto che è molto comune. Del ligustro si usano la corteccia, i fiori, le foglie, le gemme e i getti giovani. I frutti, bacche subsferiche con due o tre semi piccoli, ovoidi e scuri, a maturità nero-bluastre lucide e dal diametro di 5-7 mm, a differenza delle altre parti della pianta non sono commestibili, ma risultano molto tossiche per l’uomo; invece sono gradite agli uccelli.

Abbastanza conosciuto e spesso utilizzato per creare siepi di protezione è l’agazzino (Pyracantha angustifolia), un arbusto sempreverde di medie dimensioni, resistente anche alle più avverse condizioni climatiche. Facile da coltivare anche in vaso, è adatto ad abbellire terrazze e balconi con il colore rosso o arancio delle sue bacche che cominciano a colorarsi già nel mese di ottobre. Il piracanta, oltre a garantire cibo agli uccelli, grazie al fitto intreccio dei suoi rami spinosi, offre un valido riparo a piccoli mammiferi predati da cani e gatti. Le bacche, se ancora acerbe, sono amare ed astringenti. A maturazione, invece, vengono utilizzate per la preparazione di una squisita marmellata, oltre che per i per decori natalizi. I semi, come quelli delle bacche del ligustro, sono invece velenosi e tossici per l’uomo.

Il ginepro comune (Juniperus communis), pianta arbustiva sempreverde diffusa allo stato spontaneo in tutte le regioni d’Italia, dalla folta chioma composta da foglie aghiformi e pungenti dai riflessi argentei, produce bacche di colore verde, che dopo circa un anno diventano blu-nerastre. Queste bacche, eduli, raccolte in piena maturazione, sono usate in cucina per aromatizzare minestre, arrosti e olio, e per produrre liquori aromatici come il gin. I massaggi con olio di ginepro rilassano i muscoli contratti.

Come il Piracanta anche la nandina (Nandina domestica) è una pianta perfetta per creare piccole e apprezzate siepi. Si tratta di un bellissimo arbusto sempreverde originario del Giappone e della Cina, di media grandezza, dal portamento tondeggiante, molto facile da curare e molto resistente. In autunno le sue foglioline, di colore verde scuro e dalla consistenza rigida e coriacea, assumono sfumature che vanno dal rosso aranciato al rosso vino. In inverno, soprattutto in concomitanza con le feste natalizie, sui suoi rami compaiono allegre bacche rosse che persistono fino alla primavera. Pur essendo così lucide e appariscenti, le bacche non attirano i gatti per i quali risultano tossiche. Non lo sono invece per gli uccelli, per i quali hanno un sapore gradevole.

Un arbusto che regala grandi soddisfazioni a chiunque lo coltivi, in vaso o per realizzare siepi, è il viburno (Viburnum thinus). Si tratta di una pianta sempreverde molto rustica, dai piccoli fiori a mazzetti che sembrano merletti bianco-avorio, molto profumati, di colore rosa quando sono ancora in bocciolo. Ma la bellezza del viburno, di cui esistono circa 120 specie diverse, non è solo nel fogliame o nella fioritura, ma anche nelle abbondanti bacche, rese decorative dal bel blu violaceo. Compaiono in autunno dopo la fioritura e permangono sull’arbusto per un lungo periodo. Queste bacche sono molto gradite agli uccellini che frequentano i giardini; risultano però tossiche per l’uomo per via della sostanza nociva, la viburnina, che contengono.

Da non dimenticare che tra le piante più conosciute la fanno da padroni sicuramente anche il vischio, l’agrifoglio e il pungitopo, a cui sono state dedicate delle pagine nei numeri precedenti di la fonte. ☺

 

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