il terremoto dimenticato  di Damenico D’Adamo
4 Giugno 2013 Share

il terremoto dimenticato di Damenico D’Adamo

 

Questa volta, prima di mettere nero su bianco, vorrei fare una premessa per non subire ancora l’accusa di essere di parte. Ebbene sì, sono di parte! Per interpretare la realtà, ho sempre utilizzato strumenti che appartengono al mondo della sinistra e, quindi, è legittimo che si sospetti della mia partigianeria sia quando parlo male della destra sia quando parlo bene della sinistra. Ciò detto, vorrei parlarvi questa volta del “nuovo” che avanza anche nella nostra amata regione e, soprattutto, della fine di un incubo chiamato Iorio, ma… mi scappa da ridere. Una nuova  stagione è partita, che si tratti di primavera non è certo. I partiti, quelli posizionati a sinistra, per chi guarda dai banchi della presidenza nell’emiciclo di Palazzo Moffa, hanno finalmente ritrovato l’armonia e si accingono così a governare questa regione che ne aveva tanto bisogno.

Per la verità i primi passi non sono stati poi così sicuri. I giovani sinistrorsi si sono incartati un pochino quando hanno eletto  il presidente del consiglio regionale ma, alla fine, con un paio di stipendiati in più, a carico nostro, e con l’ausilio di qualche minidelega, (si tratta di una nuova brutta figura istituzionale che anche Iorio affidava a quelli più servizievoli), la quadratura del cerchio è arrivata. Si è quindi proceduto alla sostituzione del consigliere sospeso per motivi di giustizia penale. Sembra che qualche mettizizzania ora si chieda: come mai per un solo posto di consigliere si debbono pagare due stipendi: uno al titolare e uno al supplente? Per spiegare l’arcano sono scesi in campo insigni cultori del diritto secondo i quali la democrazia è un bene che non ha prezzo, per cui prima di tutto andava ripristinato l’equilibrio democratico all’interno del consiglio, fortemente incrinato da una legge fatta male, poi, risolto il delicatissimo problema, ci si sarebbe potuto occupare del chi paga anche quest’alta cagata. Secondo lo stesso schema ora si sta lavorando alacremente per trovare un posto al malcapitato consigliere Cotugno. A costo zero, assicura Frattura, evidentemente avrà deciso di pagare di tasca sua le spese di segreteria e quelle del personale oltre all’indennità aggiuntiva che spetta agli assessori, a meno che non venga cancellata, ma ne dubito. Ancora una volta si risolvono i problemi politici e parapolitici con i soldi dei contribuenti. A parte questi piccoli disguidi di natura organizzativa, e qualche svarione di chi ancora non comprende che le istituzioni sono di tutti e non di chi ha vinto le elezioni, e poiché di fatti rilevanti non ce ne sono ancora stati, sarà utile porre attenzione alle parole usate dal governatore in consiglio regionale per esporre il suo pensiero sul cosa fare nei prossimi cinque anni per il Molise e per i Molisani.

“Il cambiamento di stile di governo e di funzionamento amministrativo, che introdurremo, sarà misurato su risultati concreti, fatti e non parole”, questo, Frattura nelle linee programmatiche per la nuova legislatura. Vorremmo credergli, ma i primi passi mossi dal neonato governo regionale non sono certo confortanti. In 25 cartelle  di auspici, aspirazioni e sogni moderatamente liberisti, la parola sisma viene usata una sola volta e non per parlare dei problemi che affliggono i terremotati di San Giuliano e dintorni, ma solo per dirci che la messa in sicurezza del territorio molisano rappresenta anche un’occasione di rilancio del settore edile: un copia e incolla senza guardare a ciò che lo circonda. Gli imprenditori edili che erano preoccupati per le lungaggini burocratiche prodotte dal modello Molise possono tranquillizzarsi; non si tratta di meccanismo inceppato, quello dell’Agenzia regionale della Protezione Civile, ma solo mancanza di soldi: non ce ne sono e quindi il problema viene  rimosso. Se i terremotati che vivono ancora nelle baracche si aspettavano un impegno concreto per la risoluzione dei numerosi problemi causati dal  terremoto e da Iorio, tutto questo non c’è nei pensieri del presidente Frattura; non una sola parola per tutti quelli che non percepiscono più l’assegno per l’autonoma sistemazione; si tratta di gente che, oltre al danno di non avere ancora ricevuto una casa, a distanza di undici anni dal sisma, subisce anche la beffa per aver perduto, incolpevolmente, l’aiuto statale per pagare l’affitto di un’altra abitazione.

Nei pensieri di Frattura di sicuro non ci sono i terremotati ma l’idea di rilanciare l’auditorium di Isernia, quella sì: un’opera faraonica fortemente criticata dalla sinistra quando questa esisteva, non fosse altro per il costo della stessa passato da 5 a 50 milioni di euro. Non sappiamo cosa pensa il nostro governatore a proposito dell’ aeroporto di Cantalupo, altra grande trovata di Iorio e compagni, ma sappiamo cosa pensa dell’Autostrada Termoli/San Vittore che, con senso di responsabilità, si accinge a realizzare dopo aver, ma solo per motivi elettorali, sposato le tesi ambientaliste della sinistra favorevole invece alla realizzazione di un strada a quattro corsie, come l’ autostrada, ma senza pedaggio, per la progettazione della quale il governo D’Alema nel 2001 stanziò i fondi.

Continueremo nei prossimi mesi, così come ci ha invitato a fare nelle dichiarazioni programmatiche, a verificare la sua attività di governo non solo sulla corrispondenza tra le parole e i fatti, ma anche tra questi e gli impegni assunti in campagna elettorale e per i quali ha chiesto ai cittadini molisani di votarlo.☺

domenicodadamo@alice.it

 

eoc

eoc