In fondo al tunnel
4 Febbraio 2021
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In fondo al tunnel

Nel freddo gennaio larinese una giornata si staglierà nella mia mente. Una giornata di testimonianze, durante una messa, nella bellissima cattedrale. Le testimonianze di due intrepidi ragazzi ospiti della comunità Il Noce di Termoli, che invitati da Antonio Di Lalla, hanno parlato del loro percorso di cura e della loro esperienza di vita difficile da tossicodipendenti e alcolisti e dell’impegno per uscirne fuori. Questa è una delle testimonianze integrali che vi restituisco con affetto e gratitudine per la splendida giornata.

“Ieri sera leggendo delle frasi mi ha colpito una di Victor Hugo: “Morire non è nulla, non vivere è spaventoso”; in realtà è quello che stava accadendo a me, sì perché quando entri in un tunnel, come la droga o l’alcol, tutto quello che c’è intorno a te non esiste, non apprezzi più nulla, famiglia, amicizia, lavoro, una relazione sentimentale, cose che costruisci solo vivendo, e più gli anni passavano, più mi rendevo conto di essere solo e di non avere costruito nulla o aver creato solo dolore ed è lì che mi sono spaventato ed ho chiesto aiuto, mi sono affidato alla comunità, attraversando momenti di dolore e sacrificio, cadendo per poi rialzarmi più volte; sono passati diversi anni e ho trovato finalmente un po’ di benessere sia fisico che emotivo.

Che dire oggi? Innanzitutto ringrazio il Signore di essere ancora qui in mezzo a voi, ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine in questo percorso ridandomi fiducia e voglia di vivere, apprezzare le piccole cose e quei piccoli gesti che ti riempiono il cuore come ad esempio sentirsi dire “ti voglio bene”.

E poi un messaggio ai più giovani: quello che cerco di dire sempre è che se si ha un problema, parlatene, non abbiate paura, andate oltre il pregiudizio, senza vergogna, e create un dialogo con i vostri genitori, perché la famiglia è tutto”.

Al termine della messa si avvicina una persona dal passato torbido, ma dal presente pieno di speranze, che ha incoraggiato e consigliato esortando ad ascoltare sempre i buoni consigli e una via povera, ma onesta. Nonostante tutto questo potrà essere compreso appieno se non dai protagonisti di quella giornata, che mi ha insegnato che il cuore umano può risvegliarsi, cambiare e trasformare una vita di nascondimenti, disonestà e delitti in una vita che vale pena di essere vissuta, ve ne restituisco il ricordo come una rosa bianca, bella, appena sbocciata, le cui spine sono soverchiate dal bagliore della vita.

Antonio De Lellis e Nicola Lamanda

 

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