In marcia per l’acqua
7 Marzo 2016
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In marcia per l’acqua

“Tornerò ancora e ti conquisterò: perché tu sei una montagna e non puoi crescere, ma io sono un uomo e posso farlo”: Sir Edmund Hillary, dopo un tentativo fallito di scalare le vette Hymalaiane.

L’emergenza idrica dei giorni scorsi è stata (è proprio il caso di dirlo!) solo l’ultima goccia in un vaso già sul punto di traboccare: gennaio e febbraio ci hanno rovesciato addosso una valanga di problemi, alcuni vecchi di anni, altri nuovi di zecca. Proviamo a metterli in fila: acqua non potabile, trivelle in terra e in mare, gasdotto Larino Chieti con il sito di stoccaggio gas al Sinarca, referendum negato a Termoli, ampliamento chimiche, rifiuti dall’Abruzzo. Un quadro desolante che delinea i contorni di un assalto senza precedenti al territorio molisano. E il dietrofront della Petroceltic alle Tremiti cancella solo il pericolo più paradigmatico  nell’immaginario collettivo, perché riferito a luoghi così famosi e indicibilmente belli, ma non alleggerisce di una virgola il quadro fosco delle richieste di trivellazione su suolo e mare molisani.in marcia per l’acqua

Ma concentriamoci su nostra sorella Acqua: l’abbiamo difesa negli anni di preparazione al referendum, riuscendo a costruirle intorno un muro vivo di popolo in cammino che l’ha ripubblicizzata. Abbiamo poi visto incredibilmente riavviarsi il processo di privatizzazione, grazie ad un governo che più di destra non si può, quanto ad adesione ai valori del grande capitale. Stiamo cercando di contrastare questo subdolo tradimento del voto degli italiani, ed ecco che in Basso Molise non possiamo più nemmeno berla: in un assurdo balletto di Sì-Forse-No non abbiamo capito qual è davvero il problema, non abbiamo potuto leggere in tempo reale i dati, siamo rimasti increduli a guardare le autobotti non funzionanti e le richieste di aiuto all’Abruzzo.

Poi l’allarme è rientrato, forse… ma restano le macerie della democrazia, l’informazione assente, il rimpallo di responsabilità, i ridicoli proclami di gestione perfetta della crisi da parte delle varie istituzioni e, speriamo, la rabbia dei cittadini. Perché la rabbia deve rimanere, e montare, per portare al risveglio delle coscienze addormentate: la nostra salute è messa a rischio, eppure la soluzione del problema era pronta da anni, se l’inerzia della politica non l’avesse ignorata: il mitico acquedotto del Molise Centrale, che ci darebbe l’acqua pura e addirittura oligominerale del Matese, senza più necessità di aggiungere quantità industriali di cloro a quella che beviamo da sempre.

Capire perché questo acquedotto, quasi terminato, non è finora entrato in funzione è impresa impossibile per il cittadino qualsiasi: ma è certo che a nessun decisore politico è finora sembrata questione di primaria importanza assicurare acqua di buona qualità a tutto il Molise. Perché? E perché la Regione scopre solo ora che la zona del permesso di ricerca Santacroce, intorno a Campobasso, è a rischio sismico? Lo abbiamo detto negli incontri pubblici, nelle conferenze stampa, lo abbiamo scritto nelle osservazioni depositate al Ministero, quelle che la Regione non ha voluto presentare nonostante le richieste dei comitati. Non era il caso di accorgersene e prendere posizione prima?

E che dire del gasdotto Larino-Chieti, approvato senza che i comuni coinvolti pronunciassero una parola, e senza che la regione si rendesse conto che si tratta del primo passo per il sito di stoccaggio gas al Sinarca: forse non ricordano che l’attività di stoccaggio gas è ormai riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale come potenziale causa di terremoti.

Se completiamo il puzzle con il vergognoso ostruzionismo ai referendum consultivi chiesti dai cittadini a Termoli, con l’assenso all’arrivo dei rifiuti dall’Abruzzo nell’ inceneritore di Pozzilli e con l’ampliamento-raddoppio della FIS nel Nucleo Industriale possiamo renderci conto che il cerchio si sta chiudendo con coerenza perfetta, sancendo la devastazione e il saccheggio del territorio molisano.

La Fondazione Milani, il Comitato Acqua Bene Comune Termoli, la R@p Molise e il Coordinamento Trivelle Zero chiedono ai cittadini molisani di far sentire il loro no a tutto questo, e di venire in corteo sabato 20 febbraio 2016: camminiamo insieme domandando il diritto ad un ‘acqua sana e pubblica, all’informazione, alla democrazia partecipata. Non solo contro, ma per un futuro condiviso, coerente con le potenzialità del territorio, consapevole che la crisi strutturale del sistema impone di saper immaginare qualcosa di più dei quattro posti di lavoro dell’oggi.

Siamo consapevoli del rischio di essere in pochi, ma è necessario provare a raccogliere le forze: perché, ancora una volta, si scrive acqua e beni comuni, ma si legge democrazia.

 

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