In ricordo di zarrilli
12 Aprile 2021
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In ricordo di zarrilli

Lo scorso 20 dicembre, a Campobasso, è venuto a mancare improvvisamente il dottore Sergio Zarrilli. Pediatra amorevole, infaticabile volontario, cavaliere elegante e giocoso di una principessa gentile, la lettura, e innamorato dei suoi bambini.

Tracciarne un ritratto è pressoché impossibile in poche righe. Per lui parla la scìa di luce che ha lasciato dietro di sé, le centinaia di messaggi di cordoglio comparsi sul suo profilo facebook, e l’affetto smisurato dei piccoli e delle famiglie che, sgomente, si sentono oggi orfane di un angelo custode, non solo del proprio pediatra.

Giorgia Di Cillo faceva parte di quei “piccoli”: 11 anni, una penna già matura, l’amore per la lettura coltivato in qualsiasi ritaglio di tempo e cresciuto insieme al suo caro dottore Sergio. Che non era il suo pediatra, ma una sorta di nonnino-amico speciale, con cui condividere la passione per i libri.

Giorgia, che frequenta la prima media nella scuola secondaria di I grado di Mirabello Sannitico, ha dedicato – in quei giorni a cavallo dello scorso Natale -, un racconto al suo dottore. Ed è per noi oggi un onore ospitarlo qui, per ricordare ancora la figura di un uomo che ha seminato tanto, e bene, e dovunque. E le cui tracce siamo chiamati a seguire perché continui a portare frutto la sua opera.

Il racconto di Giorgia parla di un piccolo miracolo, fatto nei giorni di Natale da un “un uomo maestoso con la barbetta e gli occhiali, che si chiamava Sergio e aveva un cuore grande”: il miracolo del sorriso, di un gesto di generosità, che è la vera ricchezza e l’unico segreto per poter cambiare il mondo. Il dottore Zarrilli, quel segreto lo aveva scoperto e questa è l’eredità più bella e preziosa che oggi lascia a quanti lo hanno conosciuto.

Grazie Giorgia, per aver saputo guardare nel suo “cuore grande” con tanta semplicità e tanta profondità. E buona lettura a voi.

il piccolo dono

E arrivò l’inverno. In una piccola casetta viveva un uomo maestoso con la barbetta e gli occhiali, che si chiamava Sergio e aveva un cuore grande. Era un pediatra e amava i bambini. Leggeva spesso ai più piccoli. Un giorno però si accorse che non c’era l’atmosfera del Natale come in tutti gli anni. Allora, pensando e pensando, riuscì ad escogitare un modo per fare felici le persone, ma soprattutto i bambini. Iniziò a costruire una scatola e la decorò di mille colori. Poi mise un nastro azzurro sul pacchetto e andò al supermercato. Quando entrò vide Pietro, il direttore del negozio, che piangeva perché non aveva i soldi per mandare avanti l’attività. Il dottore gli porse il regalo e gli disse: – Mi raccomando non lo aprite. Ma state tranquillo: avrete molta fortuna -. E così donò un sorriso al direttore, che lo condivise con la sua famiglia.

A un tratto, nella notte, Pietro sentì i suoi vicini piangere per i loro figli perché dovevano andare nei paesi dove c’è la guerra. Ansioso, uscì sul balcone dove trovò Anna, la moglie del vicino, che si guardava intorno senza trovare pace. Pietro si affacciò al balcone e le porse la scatola, parlandole chiaro: – Non potrai aprirla ma ti porterà tanta gioia. E fu così che tornò a letto. Anna stette molto più tranquilla.

Passando per il forno, il giorno dopo, Anna incontrò il panettiere che si lamentava perché il pane si bruciava sempre e non riusciva a venderlo. Anna allungò le mani e gli regalò il piccolo pacco, raccomandandogli di non aprirlo.

Il dono passò dal panettiere all’idraulico, dall’idraulico allo spazzacamino, dallo spazzacamino al fruttivendolo, dal fruttivendolo al gelataio, dal gelataio al maestro, dal maestro al dottore, finché non attraversò le mani di tutte le persone.

Il giorno di Natale, Sergio passò di nuovo in città, dove, ad accoglierlo, non c’era più tutta quella tristezza, ma amore e felicità. Il pediatra si sentiva davvero soddisfatto di aver preparato il regalino che gli uomini avevano fatto girare per la città.☺

Giorgia Di Cillo, al suo caro dottore Sergio

 

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