Indice del numero 142 – Settembre 2017
la fonte
indice del numero di settembre 2017 http://www.lafonte.tv/
In questo numero:
– la preghiera tra canto e poesia
di Rosalba Manes
– custodi dell’ambiente(Lettera aperta a quanti vorranno essere spioni per amore del territorio)
di Antonio Di Lalla
– la divinità di Gesù
di Michele Tartaglia
– amare è…
di Dario Carlone
– Viviana De Rosa: “tuscan farm” (giovane artista italiana)
– molise domani
di Petronilla Di Giacobbe, Maria Antonietta Conti, Tina De Michele, Caterina Cerrone
– come i salmoni
di Famiano Crucianelli
– libertà e ritorno alla campagna
di Rossano Pazzagli
– etica di partecipazione
di Annamaria Mastropietro
– tela:talking about revolution
– lascia o raddoppia
di Giulia Di Paola
– la calda estate
di Lina D’Incecco
– diversamente genitore
di Tina De Michele
– una banda per socializzare
di Maurizio Corbo
– brizio & fidas
di Redazione
– termoli nel tunnel
di Antonio Celio
– anarchici e immigrati
di Christiane Barckhausen-Canale
– un profeta del xx secolo
di Filomena Giannotti
– monologo
di Leone Antenone detto Scartaccia
– Borghi molisani:simbolo di resistenza civile
di Davide Vitiello
– le inutili prove invalsi
di Gabriella de Lisio
– brezza e tempesta
di Antonio De Lellis
– l’antimafia in molise
di Franco Novelli
– l’europa al crocevia
di Marco Branca
– una farmacia inesauribile
di Mario Travaglini
– acqua,acqua, fuoco, fuoco
di WWF OA MOLISE
– arabeschi
di Carolina Mastrangelo
– il fascicolo del fabbricato
di Angelo Sanzò
– voci diverse
di Paolo De Stefanis
– amatrice un anno dopo
di Domenico Pompili (Vescovo di Rieti)
– il frutto esplosivo
di Gildo Giannotti
– torneremo a ridere sotto l’olmo antico
di Enzo Bacca
– il casone di casacalenda: molise: tentare di comprendere
di Alessandro Prezioso
– il vero amore
di Silvio Malic
– da nessuno a leva
di Domenico D’Adamo
custodi dell’ambiente(Lettera aperta a quanti vorranno essere spioni per amore del territorio)
di Antonio Di Lalla a pag. 3
“La terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli”: un monito che dovrebbe diventare urgentemente e necessariamente coscienza collettiva. A pronunciarlo fu il Capo Seattle nel lontano 1852 per opporsi al governo degli Stati Uniti che voleva comprarne le terre. Purtroppo cadde nel vuoto.