La buona scuola?
2 Ottobre 2014 Share

La buona scuola?

L’inizio di un nuovo anno scolastico dovrebbe essere per le famiglie il momento in cui si è un po’più orgogliosi di scattare ai bambini una foto ricordo, in un’atmosfera di entusiasmo per i piccini e di commozione per i genitori. È il momento in cui noi genitori realizziamo che i figli appartengono alla società e nella società avranno un ruolo attivo sulla base delle loro capacità e potenzialità. La scuola è uno dei luoghi fondamentali in cui l’individuo prende consapevolezza di sé stesso e inizia a misurarsi con il mondo, è il primo posto in cui ci viene consegnata la chiave per accedere alla conoscenza e … ed è  un percorso che può portare qualsiasi bambino in un futuro che altrimenti sarebbe inimmaginabile.

Quando si parla di scuola, di buona scuola, è a questo che si dovrebbe pensare, ad una scuola radicata nella società e per la società. Cosa ce ne facciamo di un uomo che è bravissimo a programmare un computer o a parlare inglese, se non gli abbiamo insegnato il senso delle sue azioni?

Tanto per dirne una, non per tutti l’anno scolastico è iniziato il 10 settembre. Per i bimbi con disabilità è iniziato più o meno il 10 settembre, l’orario di frequenza sarà più o meno correlato alle ore di sostegno che sono state concesse, alcuni bambini non sanno ancora se avranno qualcuno che li aiuterà ad andare al bagno o a mangiare la merenda, altri neanche sanno se potranno avere gli ausili che permettono loro di studiare aiutandoli a superare le proprie difficoltà. Dove sono i diritti??? Quanto è lunga la distanza tra la lettera della legge e l’attuazione della stessa? Qual è il messaggio che lo “Stato delle buone intenzioni ma con pochi soldi” sta trasmettendo più o meno consapevolmente?

Proprio perché la scuola è lo specchio della società e vive nella società, con la legge 515/1977 sono state abolite le classi differenziali, ossia ricettacoli di bambini con disagi fisici psichici e sociali, con l’intenzione di realizzare l’integrazione di tutti gli individui. Nel 1992 poi con la legge 104 (che senza ombra di dubbio può vincere il premio delle leggi più calpestate d’Italia) la diversità viene vista addirittura come valore da esaltare, attraverso la programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, socio-assistenziali, culturali, ricreativi e sportivi. Dove è attualmente la traccia di tutto questo? Essenzialmente nella buona volontà di coloro (e fortunatamente non sono pochissimi) che credono nello spirito della legge e nel ruolo della scuola. È un esercito di persone di buona volontà costrette tutti i giorni a misurarsi con il burocrate di turno che senza alcun criterio taglia le ore di sostegno, con la sordità degli amministratori locali che neanche conoscono le leggi, con le ASL che “prima abbiamo sperperato ed ora dobbiamo risparmiare”.

Lo Stato abbia almeno il coraggio di gettare la maschera. Abbia il coraggio di dire cosa resta della romantica idea dell’integrazione, poi di quella ancora più romantica dell’ inclusione, perché a me sembra che 1) la direttiva 27 dicembre 2012 sui Bisogni educativi speciali (che possono essere transitori ed anche nascenti da un disagio sociale), 2) lo stato di fatto dove contro la legge esistono classi anche con 3-4 ragazzi con il sostegno, ci sta portando ad una riesumazione più o meno consapevole delle classi differenziali. Di tutto questo non vi è alcuna traccia nel coloratissimo opuscolo “la buona scuola” del ministro Giannini.

Il messaggio che attualmente passa è che la scuola può diventare anche un luogo dove i diritti dei bambini vengono calpestati e magari anche con tante scuse, però non è tollerabile che quella che dovrebbe essere la palestra delle menti future sia suo malgrado un teatro di ingiustizie. Perché se vengono tollerate a scuola saranno tollerate ovunque. Questa cosa, sappiatelo bene, è inevitabile.☺

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