La fattoria Di Vaira
4 Settembre 2014 Share

La fattoria Di Vaira

Siamo stati nella Fattoria Di Vaira a Petacciato in C.da Colle Calcioni il 13 luglio scorso per una giornata di formazione sul tema dell’agricoltura biologica e della zootecnia molisane. Temi davvero “consistenti” che hanno spinto un piccolo, ma combattivo, segmento di società civile molisana a dire “NO!” all’ insediamento, improduttivo per la nostra regione, della Granarolo nel Molise.

Il Molise che vogliamo è quello che sia valorizzato per le sue innate vocazioni: il turismo, l’agricoltura biologica, la zootecnia diffusa per tutto il territorio, la valorizzazione delle tradizioni culturali alle quali è legata la storia della nostra regione, con un sostegno veramente valido e responsabile alle piccole e medie aziende da parte delle amministrazioni pubbliche, il cui compito costituzionale non è quello di svendere il patrimonio pubblico (con la motivazione ambigua e all’apparenza ingenua che non ci sono soldi per la sua gestione!) ma quello di valorizzarlo con sostegni economici costanti e duraturi. Mi vorrei soffermare sull’insieme del lavoro che si svolge nella Fattoria e nello stesso tempo esporre qualche osservazione su quanto gravita attorno a questo insediamento agricolo, dalle coltivazioni biologiche all’integrazione “ambiente e animali” che vi crescono. Hanno suscitato molto interesse le argomentazioni della dott.ssa Paola Santi, responsabile della Fattoria Di Vaira, agronoma veneta. Dalle sue parole appaiono non solo professionalità e passione per la sua professione ma anche tensione ideale per il Molise, vocato da sempre, a suo dire, ad un’agricoltura biodinamica e ad una zootecnia diffusa per tutto il territorio. Paola esordisce dicendo che la Fattoria Di Vaira è un’azienda agricola caratterizzata da ambienti naturali dove la produzione vegetale si integra con quella animale; continua, poi, dicendo che la Fattoria  persegue gli insegnamenti di Rudolf Steiner, secondo il quale l’azienda biodinamica è una individualità agricola dove gli animali mangiano quello che essa produce, realizzando un letame che conosce già il terreno al quale esso è destinato. Questo letame è arricchito con preparati biodinamici da cumulo. Allo scopo di incrementare le sostanze organiche del suolo e di favorire l’umificazione, sono effettuate le rotazioni e la pratica dei sovesci.

Nel giro che facciamo dopo il pranzo Paola ci mostra il lato “estetico”, bello, quello non commercializzato, se così possiamo dire, dell’azienda in cui otto piccoli laghi sono circondati dalla flora e dalla fauna locali con siepi, alberi, macchia mediterranea, boschi di quercia, roverella, leccio, lentisco e robinia. I prodotti commercializzati – ortaggi, formaggi caprini e bovini, olio, vino, miele, passate di pomodoro e di pomodorino, cereali come il grano tenero e il farro – sono di ottima qualità e sono distribuiti con il marchio di una nota azienda di distribuzione. Ci ha colpito in particolare la cura destinata sia alle stalle, tenute in ottima condizione – cosa che avvantaggia gli animali che lì crescono, producendo un ottimo latte -, sia a quello che è alla base di un’agricoltura biodinamica  e biologica, cioè la semente.

La maggior parte degli agricoltori utilizza sementi ibride, in quanto spesso sono le uniche disponibili sul mercato sementifero, che è generalmente interessato solo a commercializzare semi che diano un frutto standardizzato, perfetto a vederlo. Ma non può essere così se vogliamo diffondere la cultura e la coltura della biodiversità. Preservare la biodiversità e contrastare gli Ogm è compito non solo del mondo dell’agricoltura ma anche di quello dei cittadini partecipi alla res publica e, pertanto, responsabili

Non dimentichiamoci che è in atto una guerra, solo apparentemente sotterranea ma  subdola e pericolosissima, del capitalismo finanziario e commerciale, definita con la siglia T-tip, per la quale i cittadini europei e nordamericani per primi saranno assoggettati alle regole commerciali delle multinazionali, i cui interessi e i cui obiettivi sono considerati superiori e prioritari rispetto alla democrazia dei popoli e alla dignità dei cittadini del mondo occidentale. La battaglia contro gli Ogm (che vogliono azzerare l’agricoltura biodiversa e biodinamica) è un conflitto aspro e difficile da vincere, perché i cittadini sono spesso distratti e inerti. Noi ci proviamo sempre. In ultimo, rivolgiamo un invito alla classe dirigente e a quella politica attuale del Molise di andare a visitare questa azienda e di fare un serio esame di coscienza per come deve essere gestita l’agricoltura in Molise e per come deve essere tutelato e valorizzato il nostro territorio…  ☺

 

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