La pianta delle meraviglie
18 Settembre 2021
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La pianta delle meraviglie

L’agave (Agave americana), della famiglia delle Amarillidacee, da non confondere con l’aloe (Vd. la fonte n. 4 del mese di aprile 2016), è una pianta originaria del Messico, dove cresce spontanea. La prima specie nota agli occidentali fu scoperta da Cristoforo Colombo nell’isola di San Salvador. Fu importata in Europa dopo la conquista del Messico e grazie alla sua adattabilità si diffuse immediatamente nelle zone adiacenti al Mar Mediterraneo.

Il nome agave le fu dato da Linneo nel 1753 e deriva dal greco agavós, “illustre, nobile”.

Le condizioni vegetative (temperatura, tipo di terreno, quantità di acqua) hanno molta influenza sui caratteri delle diverse specie di agavi, il cui numero è tale da rendere difficoltosa la loro classificazione soprattutto nei primi anni di vita.

Le agavi sono piante perenni con fusto breve, generalmente non visibile. Le foglie sono carnose, di consistenza fibrosa e quasi sempre dotate di una spina apicale legnosa lunga fino a 5 cm. Nella maggior parte delle specie sono presenti spine legnose anche lungo i margini. Lo stelo floreale che caratterizza le agavi varia da specie a specie ma, in generale, raggiunge un’altezza che va dai 4 agli 8 metri. Se la pianta è coltivata in climi più freddi, le foglie possono avere una colorazione tendente al verde-azzurro, mentre il colore verde-grigio indica la crescita in climi più caldi. La pianta fiorisce quando raggiunge la maturità, verso i 10-15 anni, dopodiché generalmente muore. Secondo una leggenda, la fioritura è l’annuncio della morte della pianta stessa, che proprio per questo è considerata simbolo del dovere. Ma nel linguaggio dei fiori e delle piante il fusto dell’agave simboleggia invece la sicurezza. Regalare una pianta di agave a un amico significa che si considera il sentimento di amicizia sicuro e fermo, ed esprime il desiderio di un’amicizia eterna. Tale significato, nel corso dell’Ottocento, fu legato al fatto che questa pianta, data la sua maestosità, non porta alla mente nessuna immagine di morte, nonostante quello che accade dopo la sua fioritura.

La pianta dell’agave è sempre stata molto richiesta perché le foglie, ricche di fibre, vengono adoperate per la produzione di reti, corde e canapa. Dalla fibra delle foglie macerate, si ricava cordame per intrecciare reti e canestri, per impagliare sedie e anche per coprire, come nel Centro America, il soffitto delle capanne, in sostituzione delle tegole. Le fibre di agave presero il nome di sisal dalla città di Sisal nello Yucatán, dal cui porto avveniva l’esportazione; la specie maggiormente usata per le fibre al tempo fu chiamata Agave sisalana. Successivamente, per la produzione su larga scala di fibre, furono selezionate anche altre specie. L’importanza economica delle agavi ha avuto un calo di produzione con l’introduzione delle fibre sintetiche.

Ma oltre alle fibre, dalle foglie veniva estratta la polpa, con cui gli indiani d’America realizzavano impacchi per curare pruriti, ferite, piaghe e contusioni. L’agave veniva impiegata inoltre come veleno per i pesci e in particolare il succo era usato per avvelenare le punte delle frecce. In altri casi, fino agli anni ’90, in Messico utilizzavano il succo come sapone. I succhi sono ancora oggi fondamentali per la produzione di alcune celebri bevande, quali la Tequila, che prende nome dalla città omonima dove fu distillata per la prima volta, il Mezcal e il Pulque. In cucina è usato lo sciroppo d’agave, ricco di fruttosio, come dolcificante.

Perfino le spine legnose in passato avevano una loro utilità: nel suo libro Medicina popolare Giuseppe Pitrè ricorda la diffusa tradizione che sia sufficiente toccare un dente dolente, purché non cariato, con un aculeo di agave raccolto un venerdì di marzo prima che spunti il sole, messo a disseccare e conservato con la massima cura, perché il dolore scompaia rapidamente.

La richiesta dell’agave oggi è legata anche al fatto che alcune sue varietà sono molto decorative. Il suo portamento e la spettacolarità della fioritura hanno favorito la piantagione di varie specie nei giardini pubblici e privati di tutto il mondo come pianta ornamentale. Non è raro che l’agave, quando è ancora piccola, venga posta in vasi tenuti sull’uscio di casa o sui balconi: ma in questo caso perché la pianta è considerata, fra le altre cose, un antidoto infallibile contro il malocchio e la iettatura.

Per le varie e numerose utilizzazioni il gesuita Josè de Acosta chiamò l’agave “la pianta delle meraviglie”.☺

 

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