La preghiera tra canto e poesia
24 Ottobre 2017
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La preghiera tra canto e poesia

«Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me» (Sal 23,4)

Il libro dei Salmi è la testimonianza dell’eterno dialogo tra l’uomo e Dio, la prova della sete d’infinito che ci abita e ci spinge a rispondere al Dio che parla, a rivolgerci a lui come assetati che si accostano a una sorgente d’acqua. I Salmi sono centocinquanta, composti in un periodo che va dall’epoca di Davide (XI sec. a.C.) al periodo della ricostruzione sociale e religiosa (V-IV sec. a.C.), e si presentano come un florilegio di preghiere (detto Salterio), un mosaico composto da tessere variegate che esprimono a volte gioia, a volte dolore, che dicono una reazione talora personale, talora comunitaria. Leggendo i Salmi si scopre che Dio è un Tu credibile col quale dialogare e tessere un rapporto autentico e duraturo.

I Salmi sono l’espressione dell’anima religiosa di Israele tradotta in poesia e canto, sono la preghiera di Gesù e l’asse portante della liturgia delle ore nella Chiesa cattolica dove ispirano le antifone e molti canti liturgici. Nei Salmi si incontrano inni di lode o ringraziamento; lamentazioni o suppliche che nascono da situazioni di sofferenza del singolo o di tutta la comunità di Israele; meditazioni sulla storia della salvezza; riflessioni sapienziali sul dono della legge e sulla qualità dell’agire umano; richieste di perdono, di liberazione, di guarigione; invocazioni di aiuto o di vendetta contro i nemici (anche se il vero nemico per cui si chiede l’intervento punitivo di Dio è il peccato).

Il Salterio si presenta come un giardino di simboli e di immagini che colpiscono il lettore invitandolo a stupirsi della bellezza e ad aprirsi alle divine novità. Molti salmi sono detti salmi della fiducia: l’orante, che ha sperimentato la delusione dell’affidamento a mezzi e sostegni umani, scopre in Dio la sua àncora di salvezza. La verità incastonata nei Salmi infatti è la certezza della fedeltà di Dio. Questa fedeltà dice che l’amore di Dio è sempre in agguato, come si vede nel Sal 23, noto come il Salmo del Buon pastore.

Il Salmo ricapitola la storia di Israele: dall’esperienza nomadica dei patriarchi e delle matriarche alla prova del deserto, fino alla stabilità nella casa del Signore, che è il luogo dove il credente può abitare per sempre. Il Salmo, pervaso di poesia, si presenta come un dittico che contiene le immagini del pastore e dell’ospite, mentre il motore di questa composizione si trova nell’espressione tu sei con me. I due centri simbolici fondamentali attorno ai quali ruota il salmo sono il pastore, che procede col suo gregge verso una fresca distesa di verde, e una coppa colma sulla mensa, segno di ospitalità con sfumature liturgico-sacrificali.

Diversamente dai leader terreni – re o politici -, Dio è un pastore giusto, attento alle pecore deboli, un vero compagno di viaggio del suo popolo. Egli è colui che restituisce la vita perché ricrea il cuore dall’interno e permette al suo popolo di attraversare sentieri di giustizia. La cura di Dio è così premurosa che l’orante attraversa sereno le tempeste della vita (l’ombra della morte e i nemici) perché certo dell’onnipresenza divina, motore della sua fede: Tu sei con me. Non teme perché Dio è custodia, riparo e mensa. Egli, infatti, non solo difende le sue creature, ma le nutre e lo fa senza badare a spese, facendone traboccare la coppa. Questo Dio di tenerezza non umilia la sua creatura, ma la invita a ricercare la comunione con lui e fare della vita una liturgia di lode e un’offerta a lui gradita.

Pastore è chiunque ha un compito educativo o direttivo nella vita degli altri, chiunque è responsabile del cammino di un singolo o di un popolo. Egli non potrà mai far percorrere agli altri sentieri di giustizia se prima non si innamorerà del bene degli altri, o meglio del bene di tutti che è la vera giustizia. Se la coppa trabocca sulla sua mensa ma non su quella degli altri, egli sarà un mercenario che espone il gregge ai pericoli e ruba al mondo la musica delle parole che è la poesia.

 

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