Si ritiene comunemente che la popolarità abbia un prezzo. È un dato ampiamente accettato nella nostra società, tanto da veder riconosciute “legittimamente” tutte le variabili che vi entrano in gioco: curiosità, critica, gradimento, rischio, pericolo.
Una persona che ricopre un incarico a livello istituzionale, un uomo politico, un personaggio del mondo dello spettacolo o dello sport, sembrano gareggiare sul terreno della notorietà, non certamente affetti da disperazione, bensì rallegrandosi di fronte ad un pubblico che direttamente o indirettamente – attraverso i media – li divora.
Da questo mostro della popolarità, che non soltanto accarezza e blandisce, occorre però anche difendersi. Persone purtroppo definite “indesiderate” dai poteri criminali stanno pagando un prezzo elevato a causa dell’improvvisa notorietà ottenuta: lo scrittore Roberto Saviano, ad esempio, esprime fortemente il suo rammarico nel pensare e ricordare quanti sperimentano la sua stessa condizione di avere la vita distrutta e sradicata.
Proteggere la propria incolumità è diventato quindi l’obiettivo primario di chiunque svolga una funzione “pubblica”. Molti, a tal fine, si vedono costretti a fare ricorso alle sempre più sofisticate ed addestrate bodyguard [pronuncia: bodigard]. È “guardia del corpo” la traduzione del vocabolo inglese – sostantivo composto da guard [pronuncia: gard] (guardia) e body [pronuncia: bodi] (corpo) – ormai naturalizzato italiano, con cui vengono indicate quelle persone, uomini o donne, che, individualmente o in gruppo, sorvegliano, accompagnano, proteggono altre persone, spesso appartenenti alla categoria che con una sigla anglofona definiamo VIP (acronimo di very important people).
Proteggere, scortare, ma anche accompagnare, sono azioni che semanticamente rimandano all’idea di sicurezza, parola usata ed abusata recentemente, e in nome della quale si è giunti a varare norme che discriminano le persone, annullando la dignità dell’essere umano.
La sicurezza rappresenta certamente una aspirazione condivisibile di ogni società o gruppo, ma essa andrebbe perseguita ed attuata attraverso una rimodulazione dei rapporti sociali, denunciando le ingiustizie, combattendo le forze criminali e stabilendo criteri condivisi di legalità. In assenza di ciò si pretende di offrire ai cittadini l’illusione che soltanto allontanando i cosiddetti “irregolari” la nostra vita sarà sicura, le nostre strade vivibili, le nostre città tranquille.
Purtroppo non è così. E dunque la necessità di trincerarsi dietro la protezione di bodyguard oppure anche – questo alquanto di moda – di escort. Nella lingua inglese quest’ultimo sostantivo è infatti sinonimo di bodyguard, poiché sta ad indicare colui o colei che accompagna qualcun altro per protezione o custodia: in italiano “scorta”, di drammatica memoria.
Vale la pena ricordare come nella storia del nostro paese le “scorte” abbiano sostenuto incarichi di enorme responsabilità, pagando più volte un prezzo molto elevato nello svolgere il loro compito di protezione.
Dal fronte di chi trascorre l’esistenza scortato e protetto, solo perché animato dall’amore per la verità dei fatti, Roberto Saviano scrive: “Ormai si è aperta una voragine nel tempo e nello spazio, una ferita che non potrà mai rimarginarsi… e penso pure e soprattutto a chi vive la mia stessa condizione”.
Che poi escort stia ad indicare anche la persona che accompagna una dell’altro sesso ad un evento sociale è tutta un’altra storia…☺
dario.carlone@tiscali.it
Si ritiene comunemente che la popolarità abbia un prezzo. È un dato ampiamente accettato nella nostra società, tanto da veder riconosciute “legittimamente” tutte le variabili che vi entrano in gioco: curiosità, critica, gradimento, rischio, pericolo.
Una persona che ricopre un incarico a livello istituzionale, un uomo politico, un personaggio del mondo dello spettacolo o dello sport, sembrano gareggiare sul terreno della notorietà, non certamente affetti da disperazione, bensì rallegrandosi di fronte ad un pubblico che direttamente o indirettamente – attraverso i media – li divora.
Da questo mostro della popolarità, che non soltanto accarezza e blandisce, occorre però anche difendersi. Persone purtroppo definite “indesiderate” dai poteri criminali stanno pagando un prezzo elevato a causa dell’improvvisa notorietà ottenuta: lo scrittore Roberto Saviano, ad esempio, esprime fortemente il suo rammarico nel pensare e ricordare quanti sperimentano la sua stessa condizione di avere la vita distrutta e sradicata.
Proteggere la propria incolumità è diventato quindi l’obiettivo primario di chiunque svolga una funzione “pubblica”. Molti, a tal fine, si vedono costretti a fare ricorso alle sempre più sofisticate ed addestrate bodyguard [pronuncia: bodigard]. È “guardia del corpo” la traduzione del vocabolo inglese – sostantivo composto da guard [pronuncia: gard] (guardia) e body [pronuncia: bodi] (corpo) – ormai naturalizzato italiano, con cui vengono indicate quelle persone, uomini o donne, che, individualmente o in gruppo, sorvegliano, accompagnano, proteggono altre persone, spesso appartenenti alla categoria che con una sigla anglofona definiamo VIP (acronimo di very important people).
Proteggere, scortare, ma anche accompagnare, sono azioni che semanticamente rimandano all’idea di sicurezza, parola usata ed abusata recentemente, e in nome della quale si è giunti a varare norme che discriminano le persone, annullando la dignità dell’essere umano.
La sicurezza rappresenta certamente una aspirazione condivisibile di ogni società o gruppo, ma essa andrebbe perseguita ed attuata attraverso una rimodulazione dei rapporti sociali, denunciando le ingiustizie, combattendo le forze criminali e stabilendo criteri condivisi di legalità. In assenza di ciò si pretende di offrire ai cittadini l’illusione che soltanto allontanando i cosiddetti “irregolari” la nostra vita sarà sicura, le nostre strade vivibili, le nostre città tranquille.
Purtroppo non è così. E dunque la necessità di trincerarsi dietro la protezione di bodyguard oppure anche – questo alquanto di moda – di escort. Nella lingua inglese quest’ultimo sostantivo è infatti sinonimo di bodyguard, poiché sta ad indicare colui o colei che accompagna qualcun altro per protezione o custodia: in italiano “scorta”, di drammatica memoria.
Vale la pena ricordare come nella storia del nostro paese le “scorte” abbiano sostenuto incarichi di enorme responsabilità, pagando più volte un prezzo molto elevato nello svolgere il loro compito di protezione.
Dal fronte di chi trascorre l’esistenza scortato e protetto, solo perché animato dall’amore per la verità dei fatti, Roberto Saviano scrive: “Ormai si è aperta una voragine nel tempo e nello spazio, una ferita che non potrà mai rimarginarsi… e penso pure e soprattutto a chi vive la mia stessa condizione”.
Che poi escort stia ad indicare anche la persona che accompagna una dell’altro sesso ad un evento sociale è tutta un’altra storia…☺
Si ritiene comunemente che la popolarità abbia un prezzo. È un dato ampiamente accettato nella nostra società, tanto da veder riconosciute “legittimamente” tutte le variabili che vi entrano in gioco: curiosità, critica, gradimento, rischio, pericolo.
Una persona che ricopre un incarico a livello istituzionale, un uomo politico, un personaggio del mondo dello spettacolo o dello sport, sembrano gareggiare sul terreno della notorietà, non certamente affetti da disperazione, bensì rallegrandosi di fronte ad un pubblico che direttamente o indirettamente – attraverso i media – li divora.
Da questo mostro della popolarità, che non soltanto accarezza e blandisce, occorre però anche difendersi. Persone purtroppo definite “indesiderate” dai poteri criminali stanno pagando un prezzo elevato a causa dell’improvvisa notorietà ottenuta: lo scrittore Roberto Saviano, ad esempio, esprime fortemente il suo rammarico nel pensare e ricordare quanti sperimentano la sua stessa condizione di avere la vita distrutta e sradicata.
Proteggere la propria incolumità è diventato quindi l’obiettivo primario di chiunque svolga una funzione “pubblica”. Molti, a tal fine, si vedono costretti a fare ricorso alle sempre più sofisticate ed addestrate bodyguard [pronuncia: bodigard]. È “guardia del corpo” la traduzione del vocabolo inglese – sostantivo composto da guard [pronuncia: gard] (guardia) e body [pronuncia: bodi] (corpo) – ormai naturalizzato italiano, con cui vengono indicate quelle persone, uomini o donne, che, individualmente o in gruppo, sorvegliano, accompagnano, proteggono altre persone, spesso appartenenti alla categoria che con una sigla anglofona definiamo VIP (acronimo di very important people).
Proteggere, scortare, ma anche accompagnare, sono azioni che semanticamente rimandano all’idea di sicurezza, parola usata ed abusata recentemente, e in nome della quale si è giunti a varare norme che discriminano le persone, annullando la dignità dell’essere umano.
La sicurezza rappresenta certamente una aspirazione condivisibile di ogni società o gruppo, ma essa andrebbe perseguita ed attuata attraverso una rimodulazione dei rapporti sociali, denunciando le ingiustizie, combattendo le forze criminali e stabilendo criteri condivisi di legalità. In assenza di ciò si pretende di offrire ai cittadini l’illusione che soltanto allontanando i cosiddetti “irregolari” la nostra vita sarà sicura, le nostre strade vivibili, le nostre città tranquille.
Purtroppo non è così. E dunque la necessità di trincerarsi dietro la protezione di bodyguard oppure anche – questo alquanto di moda – di escort. Nella lingua inglese quest’ultimo sostantivo è infatti sinonimo di bodyguard, poiché sta ad indicare colui o colei che accompagna qualcun altro per protezione o custodia: in italiano “scorta”, di drammatica memoria.
Vale la pena ricordare come nella storia del nostro paese le “scorte” abbiano sostenuto incarichi di enorme responsabilità, pagando più volte un prezzo molto elevato nello svolgere il loro compito di protezione.
Dal fronte di chi trascorre l’esistenza scortato e protetto, solo perché animato dall’amore per la verità dei fatti, Roberto Saviano scrive: “Ormai si è aperta una voragine nel tempo e nello spazio, una ferita che non potrà mai rimarginarsi… e penso pure e soprattutto a chi vive la mia stessa condizione”.
Che poi escort stia ad indicare anche la persona che accompagna una dell’altro sesso ad un evento sociale è tutta un’altra storia…☺
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