La scuola uccide
9 Novembre 2015
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La scuola uccide

“Che nessuna mamma, nessun papà, nessuno, pianga più i suoi figli!”, così diceva una mamma durante il funerale dei bambini morti a seguito del crollo della scuola “Iovine” di S. Giuliano di Puglia. Una mamma che piangeva, tra gli altri, il figlio morto non a causa del terremoto del 31 ottobre 2002 ma a causa dell’errore umano. Degli errori umani. Dei nostri desideri che ci hanno reso delle bestie e che hanno portato il nostro tornaconto personale al primo posto nella scala dei (dis)valori.

A distanza di 13 anni non si può che constatare che quell’appello disperato è rimasto largamente inascoltato. I pianti strazianti, le urla di dolore, l’attivismo non sono serviti a fermare gli sciacalli a ogni livello della società e soprattutto in ambito politico. È per la noncuranza di squallidi politici che gli inviti all’azione per mettere in sicurezza le precarie strutture scolastiche italiane, costruite per il 40,7% tra il 1941 e il 1974, continuano a crollare. Al tragico evento di L’Aquila, anch’esso largamente attribuibile all’errore umano più che alla calamità naturale in sé, si aggiungono numerosi episodi di cedimenti strutturali delle strutture scolastiche italiane che in alcuni casi hanno provocato le cosiddette morti bianche della scuola. Per citarne alcuni: il 13 aprile 2015 a Pessina di Ostuni il crollo di un soffitto di una scuola ferisce due bimbi e una maestra; a febbraio il distacco dell’intonaco ferisce due studenti; il 10 settembre 2014 a Tivoli il distacco dell’intonaco ferisce due insegnanti; il 30 aprile 2014 crolla il soffitto della scuola elementare di Russi (Ravenna), l’8 gennaio 2014 in un liceo di Lecce il cedimento di una grata provoca la caduta di un pozzo di luce e la morte di uno studente; il primo dicembre 2013 crolla il controsoffitto dell’Istituto tecnico “G. Cesare” di Bari ma fortunatamente è domenica e in quel giorno la scuola non uccide; il 29 novembre 2013 al liceo classico “Dettori” di Cagliari crolla il soffitto e ferisce due studenti e un insegnante; il 13 gennaio 2013 cade dell’intonaco nella scuola elementare di Rogoredo di Castelnuovo (Lecco) ferendo tre bambini. Per esigenze di spazio bisogna fermarsi ma la serie di episodi simili è infinita, con 36 casi di gravi crolli tra il 2003 e il 2013. La scuola, la struttura alla quale i genitori affidano i propri figli, uccide. Uccide ancora. Ma non per colpa sua, questo dobbiamo ammetterlo!

“Che nessuna mamma, nessun papà, nessuno, pianga più i suoi figli!”. Un appello da brividi, un appello internazionale. Quanti figli muoiono nelle scuole del mondo per la malvagità umana? Imprenditori spregiudicati, politici corrotti, guerriglieri, fanatici delle varie religioni, ogni giorno nel mondo sono i responsabili della morte di infiniti angeli. Dovremmo impararli tutti i loro nomi, a memoria, anche quando essi ci sembrano impronunciabili: quelli degli studenti messicani sequestrati e uccisi, quelli dei bambini pakistani che a scuola vengono sparati alla testa dai talebani, quelli dei ragazzi palestinesi sottoposti ad atroci torture perché rimangano nell’ignoranza, quelli delle bambine nigeriane sequestrate a scuola dai miliziani di Boko Haram, quelli dei bambini americani ammazzati da folli nelle strutture scolastiche, quelli dei bambini ucraini vittime della guerra, quelli dei bambini kurdi che nelle scuole turche vengono costretti a rinnegare le proprie origini. E ancora, e ancora, e ancora.

Troppe mamme, troppi papà, troppi, piangono i propri figli morti nelle scuole. Per l’errore umano.☺

 

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