La senatrice mistificatrice
26 Gennaio 2018
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La senatrice mistificatrice

“Non utilizzare il glisofato significherebbe tornare agli anni 50, diserbando a mano i campi. Oppure usare altri erbicidi, molto più costosi, meno efficaci e dai profili tossicologici simili”. “Il futuro dell’ agricoltura? È improbabile che sarà il biologico”. “Il biologico oltre ad avere un consumo abnorme del suolo incrementa l’effetto serra perché fa uso del letame”. Queste ed altre le affermazioni della scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo, che mi hanno lasciato confuso e sbalordito. Mi sono chiesto, e sono andato anche a documentarmi, se la nostra senatrice fosse stata una ricercatrice della Monsanto o della Bayer o di qualche altra azienda che produce fitofarmaci (pesticidi), se avesse avuto nella sua attività di scienziata qualche relazione con le multinazionali dell’agro-industria. No, la senatrice si è occupata di staminali, di bioetica e di tanto altro, ma non ha, così sembrerebbe, mai avuto a che fare con il business dell’agro-industria e con quelle aziende multinazionali che hanno distribuito negli ultimi cinquanta anni chimica in tutto il mondo. Siamo ormai a una produzione mondiale di 500 milioni di tonnellate di prodotti chimici e ad un fatturato che dai 171 miliardi di dollari del 1971 è salito ai 4.100 miliardi di dollari nel 2010. Solo in Italia ogni anno si usano 140 mila tonnellate di pesticidi e se a questi sommiamo le migliaia e migliaia tonnellate di fertilizzanti chimici di sintesi possiamo avere un’idea di quale violenza chimica la natura ogni giorno subisce.

Sostiene la Cattaneo che non vi sono valutazioni unanimi sugli effetti dannosi del glisofato sulla salute umana e che autorevoli organismi internazionali esprimono opinioni diverse. Benissimo, non voglio indagare sulle relazioni pericolose fra alcuni di questi scienziati pro glisofato con la Monsanto, ma è certo che, di fronte al dubbio, vale il principio di precauzione, sempre che la salute sia considerata un diritto e non una merce qualsiasi. La storia è magistra vitae, infatti ci sono voluti decenni e decenni prima di accettare ciò che era noto già negli anni ‘30, ovvero che l’amianto è altamente pericoloso per la salute. Solo pochi anni fa le onde elettromagnetiche erano considerate poca cosa e oggi si è scoperto che la verità è ben altra, vi sono tanti fitofarmaci, come il mancozeb, sino a ieri considerati irritanti e oggi catalogati come altamente nocivi. Il principio di precauzione non è un vizio ideologico, ma frutto di amare e spesso drammatiche esperienze. I pesticidi organofosforici, molto, ma molto utilizzati, agiscono sulla funzionalità nervosa degli insetti e vengono da quei gas nervini che nelle guerre sono stati utilizzati contro gli eserciti e contro i civili con effetti devastanti. È legittimo o no pensare che questi pesticidi oltre che sugli insetti possano avere effetti dannosi sui contadini e sui cittadini? Né vale il ragionamento in virtù del quale questi fitofarmaci degradano rapidamente, basti pensare che nel 64% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali sono presenti il glifosato e i neonicotinodi.

Consiglierei alla senatrice Cattaneo di leggere le tante pubblicazioni dell’ISDE (medici per l’ambiente), in particolare della dottoressa e oncologa Gentilini sul nesso fra pesticidi, glifosato e tante malattie, in primo luogo di bambini, giovani e donne incinte.

Vengo alla seconda questione sulla quale invece non dovrebbe esserci alcuna incertezza: i danni incalcolabili dei pesticidi e del glisofato sull’ambiente e sulla natura. Questione che neppure sfiora il pensiero della nostra senatrice a vita. Negli ultimi sette anni negli Stati Unti ogni anno si perde il 30% delle api, in Europa il 20%. Le api sono uno straordinario termometro della salute dell’ambiente e per 130 mila varietà di piante sono fondamentali impollinatori. Negli ultimi 20 anni si è perso il 60% delle farfalle e la quasi totalità delle falene, splendidi insetti anch’essi fondamentali per impollinare di giorno e di notte. È scomparso il 75% degli insetti e gli entomologi parlano di “Armageddon ecologica”, se sei un uccello che si ciba di insetti, i tre quarti del tuo cibo non sono più in natura e così le campagne hanno perso anche i passeri. Il presidente dell’Unione apicoltori italiani Francesco Panella ha lanciato l’idea di un movimento per il ritorno del passero solitario nelle campagne, una splendida idea che andrebbe presa sul serio. Siamo dinnanzi a un disastro ecologico diffuso e particolarmente acuto là dove vi è coltivazione intensiva e uso scriteriato della chimica. Basta fare un giro nelle campagne del viterbese dominate dalla monocultura della nocciola, dai pesticidi e dai fertilizzanti chimici per rendersi conto di una amarissima verità: questa agricoltura è il fattore fondamentale della eliminazione del vivente nella natura con conseguenze e danni incalcolabili non solo per l’uomo, ma per la biodiversità e la fertilità strategica delle nostre terre.

La nostra scienziata con un volo fantastico collega l’effetto serra con il letame delle coltivazioni biologiche, dimostrando peraltro una grande ignoranza sulle pratiche delle coltivazioni biologiche. La Cattaneo farebbe bene ad occuparsi del metabolismo del suolo e di quei primi trenta centimetri di suolo dove si concentra l’80% della biomassa vivente e dove vi sono quei microbi decisivi per il nutrimento delle piante, allora si renderebbe conto di quale danno la chimica produce proprio alla fertilità del suolo. Per produrre tutto e subito si prepara un futuro di sterilità delle nostre terre, si favorisce l’erosione e il degrado del suolo e si liberano nell’ aria quell’azoto e quel carbonio che sono fondamentali per l’aumento esponenziale dell’effetto serra. Sotto i nostri piedi è intrappolata molta, ma molta più anidride carbonica di quella che è nell’aria ed ha diverse e decisive funzioni, degradando con la chimica il nostro suolo noi rompiamo quella trappola e liberiamo anidride carbonica nell’aria. Sul S.O.C. (soil organic carbon), sulla relazione fra l’anidride carbonica del sottosuolo e l’effetto serra vi è stato un importante e qualificatissimo convegno alla FAO. Consiglio, a chi non ha interessi impropri con l’agro-industria e a chi non è ideologicamente intossicato da vetuste idee sviluppiste, di leggere i risultati molto eloquenti di quell’incontro.

Infine una parola sulla sciocchezza, sempre della Cattaneo, sull’eccesso di consumo di suolo dell’agricoltura biologica e sulla necessità di produrre e produrre sempre in modo più intensivo per soddisfare il diritto all’alimentazione di 7 miliardi di cittadini del mondo. Questi i numeri: la produzione agricola nel mondo sarebbe sufficiente a sfamare 12 miliardi di persone, il 30% dei prodotti agricoli e del cibo finisce nello spreco e nelle discariche; non solo, dei 7 miliardi di abitanti del pianeta più di un miliardo è sottoalimentato. Definirei questa propaganda sul bisogno di un sempre più esasperato produttivismo nelle attività agricole come un “falso ideologico”, dietro al quale si celano ben altri e torbidi interessi.☺

 

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