La stalla della biodiversità
11 Aprile 2021
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La stalla della biodiversità

Un grande stalla dedicata a San Pardo, il patrono di Larino, che apre alla biodiversità e mette a disposizione della grande festa di tre giorni (25, 26 e 27 Maggio) gli animali rappresentativi del patrimonio italiano della biodiversità bovina. La festa dei fiori, dei suoni, degli odori, dell’olivo e dei prodotti della transumanza, del Maggio che si consegna a Giugno, che diventa la festa anche della biodiversità bovina italiana. Una stalla anche di tante piccole stalle riservate alle razze di animali domestici in via di estinzione. Un luogo d’incontro di studiosi e ricercatori; di studenti di ogni ordine e grado; di consumatori che vogliono cibo di qualità; di bambini e ragazzi che scoprono gli animali e imparano a stabilire con essi un dialogo, un rapporto proprio fra esseri viventi componenti della natura; di visitatori curiosi di trovare in un unico luogo quello che è sparso sulle Alpi, lungo l’Appennino e nelle piccole e grandi isole. Tutto in un momento difficile, ma eccitante, della storia di Larino e del Molise, del Paese intero, qual è quello che apre alla Rinascita, cioè alla presa d’atto della fine di una normalità segnata, per colpa di uno sviluppo predatorio e distruttivo, da uno scontro natura-umanità.

Un’idea, un progetto, un programma che apre a un nuovo tipo di sviluppo, cioè a una nuova normalità che vede uomini, animali e le stesse piante, tutti gli esseri viventi, non più merce sacrificale del dio del neoliberismo, il denaro. La Stalla dedicata a San Pardo ha un altro Dio, colui che ha creato la natura con tutti i suoi componenti. I larinesi, come tutti i Frentani, sono attaccati e gelosi della propria storia, di un passato di millenni, della propria terra. Quella terra che, oggi, non vogliono perdere ma utilizzare con l’Agroecologia (la scienza che applica i concetti e i princìpi dell’ecologia per disegnare e gestire sistemi agro-alimentari sostenibili) perché i sogni diventino realtà. Il benessere del suolo e degli animali, insieme alle tradizioni (le feste con gli animali protagonisti; la buona e corretta alimentazione; la convivialità intorno alla tavola che ha al centro il cibo, il suo olio e il suo vino), sono i primari obiettivi della “Stalla di San Pardo – la stalla delle stalle della biodiversità animale”. Carne e latte le primarie produzioni, con un punto vendita e un centro di degustazione insieme, con i cereali, gli ortaggi, la frutta delle campagne intorno, che, torneranno a vivere della loro fertilità grazie al letame messo a disposizione dalla stalla, ciò che vuol dire un “no” secco alla chimica imposta dall’agricoltura industriale e dagli allevamenti super intensivi. Le Piane di Larino, e, con questa più grande pianura del Molise, tutte le campagne dell’intero Basso Molise, rigenerate e, finalmente, indenni da invasioni barbariche, come industrie, pannelli solari a terra, pali eolici e altri aggeggi vari che hanno caratterizzato la normalità, quella che ha portato al covid. Con la “Stalla” bio ridare centralità a un’ agricoltura all’insegna della sostenibilità per preservare le buone pratiche, a partire dalle rotazioni e dagli avvicendamenti; far tornare la donna /l’uomo i veri e soli protagonisti; utilizzare le nuove tecnologie e le innovazioni, tutte, però, finalizzate al miglioramento delle condizioni di lavoro e a preservare la fertilità del suolo, ad ottenere il benessere degli animali e, con la produzione di cibo di qualità, la salute del consumatore.

Una stalla che alleva animali domestici; rilancia l’agricoltura contadina; sostiene e utilizza l’immagine della tradizione legata alla transumanza (latticini, formaggi), come pure a pietanze particolari, uniche, come la Pampanella di San Martino in Pensilis, la Misischia di Guardialfiera (mescische), la Ventricina di Montenero di Bisaccia e i tanti altri insaccati e salumi.

Una stalla da mettere a disposizione dell’Istituto tecnico agrario “San Pardo” di Larino e dell’Università del Molise. Una struttura importante, che, insieme ad altre iniziative, ha tutto per preservare e rilanciare un territorio e metterlo a disposizione dei turismi, i tanti che può animare, insieme con il mare non lontano; i tratturi, le strade del vino e dell’olio; l’innata ospitalità, la buona cucina. Una straordinaria opportunità per accelerare il processo, certamente non facile, ma possibile da realizzare, che porta a trasformare il distretto BioMolise, in un “distretto di distretti” bio e a fare di Larino il punto del riferimento del bio in quel  “Paese-campagna” che è il Molise. ☺

 

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