la stella polare      di Michele Petraroia
28 Febbraio 2012 Share

la stella polare di Michele Petraroia

 

La vittoria dei socialisti francesi contro Sarckozy ad aprile e quella ben più decisiva di Barack Obama negli Stati Uniti a novembre potranno agevolare la sconfitta di Angela Merkel in Germania nella primavera del 2013, aprendo una nuova fase politica globale incardinata sulla riaffermazione dei diritti dei popoli contro le malversazioni della finanza mondiale. Per questa prospettiva dobbiamo batterci perché ci sia una speranza di vita migliore per le persone mettendo al bando il liberismo selvaggio e costruendo su scala planetaria regole generali per la movimentazione dei capitali, la democrazia, la libertà e per i diritti universali di cittadinanza. Essere di sinistra oggi significa non rinchiudersi nel guscio delle proprie sicurezze ma recuperare quella visione di macro-sistema di cui parlavano Marx, Gramsci, Gandhi, Martin Luter King, Nelson Mandela, Lula, Kennedy, Altiero Spinelli e Don Lorenzo Milani. Bisogna riprendere la difficile tessitura di reti relazionali, alleanze e intese tra popoli, tra Nord e Sud del Mondo, con un forte protagonismo del mondo del lavoro, dei movimenti per i diritti civili e delle associazioni umanitarie.

L’Italia può fare la propria parte mettendo a posto i conti pubblici con una serrata lotta all’evasione fiscale, perseguendo con fermezza la corruzione, sradicando le mafie dal territorio e orientandosi su politiche di redistribuzione della ricchezza con la progressività delle imposte e la tassazione dei patrimoni immobiliari e della ricchezza finanziaria. A ciò bisognerebbe aggiungere la costruzione di un esercito europeo con lo smantellamento del Ministero della Difesa e una drastica riduzione della spesa per gli armamenti e le guerre, il pagamento dell’ICI per la Chiesa, un grande progetto di lavori di pubblica utilità da destinare prioritariamente ai giovani e alle donne nei settori della formazione, della ricerca, dell’innovazione, della scuola e sanità pubblica di qualità, delle politiche sociali e di assistenza, lavoro e cura per le fasce deboli, e interventi tesi alla stabilizzazione dell’occupazione e alla crescita del potere d’acquisto di salari e pensioni per far riprendere i consumi interni e la crescita economica.

Per far svoltare l’Italia a sinistra, così che dia una spinta decisiva a costruire l’Europa dei popoli e della democrazia, senza che abbiano a ripetersi gli orrori imposti ai cittadini greci, c’è bisogno di una buona politica, dai pensieri lunghi e con le radici profonde. Solo in questo modo saremo in grado di incanalare la disperazione delle persone verso un nuovo orizzonte di progresso. Anche i Magi seguirono una stella cometa e Isaia invocava la fine della notte perché sorgesse l’alba o un sole capace di riscaldare i cuori e far coesistere l’umanità con principi di uguaglianza, giustizia sociale, pace, libertà e pari dignità tra tutti. E lungo questo sentiero ci accompagnerà l’umiltà, lo spirito di servizio, l’amore per il prossimo e la volontà di unirci ai giovani della primavera araba, ai volontari di Emergency, ai migranti che ci hanno raggiunto, agli operai che da due mesi sono su una gru alla stazione di Milano per difendere il lavoro e i collegamenti ferroviari notturni tra Nord-Sud, agli iscritti FIOM discriminati a Pomigliano e nella FIAT, agli edili licenziati per rappresaglia a San Giuliano di Puglia, ai dipendenti della DR Motor che piantano la bandiera rossa sulla neve per rivendicare il salario come gli autisti dell’ATM, gli operai della SMIT e i giovani ricercatori della Cattolica. Il mondo del lavoro sarà il cardine di un movimento dal basso che saprà cooperare con chi si batte per i diritti civili, per l’acqua pubblica, per la pace e per i beni comuni.

Serve una bussola che ci orienti nel cammino e non può che essere la bussola della cultura del lavoro, degli ideali della Rivoluzione Francese, della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e degli ideali socialisti, cristiani e marxisti, che hanno guidato generazioni e generazioni nella secolare lotta per il riscatto e l’emancipazione. Senza una stella polare che guidi i nostri passi, saremo più soli, preda degli avventurieri di ultima generazione, giustizialisti, demagoghi e populisti, che cavalcano il malcontento a fini scandalistici o per un ritorno personale di corto respiro. Non è quella la nostra cultura e c’è da rimanere sgomenti di fronte a una sinistra che in Molise vuole chiudere le fabbriche e far licenziare i lavoratori invocando le regole del liberismo e del mercato che hanno arricchito Berlusconi e Marchionne, affamando i paesi poveri, i greci, i giovani, i precari e gli operai in cassa integrazione. Riprendiamoci la nostra bussola, ricostruiamo una buona politica con una visione che sappia unire il locale col globale, costruiamo un’alleanza sociale che parta dal lavoro e riaffermiamo i principi di moralità, austerità e competenza che Enrico Berlinguer ci indicò con dodici anni d’anticipo su Tangentopoli e Mani Pulite. ☺

petraroia.michele@virgilio.it

 

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