La storia della bibbia
18 Aprile 2019
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La storia della bibbia

Era una mite giornata d’inverno del 1946. Con queste parole, prese a prestito da un libro scritto sui manoscritti di Qumran, iniziamo la storia della bibbia, di quello, cioè, che è il libro più stampato e tradotto al mondo, che non è solo il libro sacro per gli ebrei e per i cristiani ma il testo letterario che maggiormente ha influito sulla cultura dell’intera umanità, se pensiamo, ad esempio, che tutto il mondo regola lo scorrere del tempo nelle relazioni ufficiali, basandosi su un calendario impostato sulla vita del più famoso personaggio di questo libro: Gesù di Nazaret. Specifico meglio: non intendo ripresentare la storia che viene raccontata nella bibbia, ma la storia della bibbia come libro scritto che affonda le radici nel I millennio a. C. (oppure a.e.v., avanti l’era volgare, come ormai si preferisce dire in modo politically correct evitando di ricordare Gesù Cristo) ma estende i suoi rami fino all’epoca moderna (l’epoca della Riforma e della Controriforma), quando ha assunto le diverse forme a cui noi oggi siamo abituati, a tal punto che si è portati facilmente a pensare che la bibbia sia caduta così com’è dal cielo. Essa è invece il “prodotto finale” di una lunga gestazione, partendo dalla scrittura su rotoli separati, alla raccolta in un unico libro o in alcuni volumi e passando per le tante traduzioni che fin dall’antichità hanno caratterizzato questi testi. Accanto alla lettura continuata nel tempo, infatti, non è mai cessata l’attività di traduzione in sempre nuove lingue, tanto che solo con la bibbia si verifica ciò che è capitato agli uditori di Pietro nel giorno di Pentecoste: ciascuno sentiva parlare gli apostoli nella propria lingua materna.

Perché partire dal 1946? In quell’inverno accadde un fatto straordinario: tre giovani pastori palestinesi si sono imbattuti, presso la località di Qumran sulle rive del Mar Morto, in alcune giare che contenevano rotoli scritti in una lingua a loro sconosciuta: l’ebraico. Si tratta della più grande scoperta fatta finora riguardante la bibbia: tra i primi rotoli ritrovati in quell’occasione spicca il rotolo integrale di Isaia, il più importante tra i profeti scrittori; quel rotolo è stato scritto nel II secolo a.C. ed è quindi il più antico testimone integro di un libro biblico. I rotoli scoperti furono portati a Betlemme (quanto è ironicamente simbolico questo fatto!) e conosciuti solo nel 1947, diventando così l’anno ufficiale della loro scoperta.

Quel primo ritrovamento ha fatto scattare una ricerca frenetica che ha portato all’identificazione di ben 11 grotte all’ interno delle quali vennero ritrovati migliaia di frammenti ma, purtroppo, nessun altro testo biblico integrale come il rotolo di Isaia. Tirando le somme, in quella località sono stati trovati pezzi di ciascun libro della bibbia ebraica tranne Ester, qualche frammento di alcuni libri deuterocanonici (come il Siracide), alcuni testi apocrifi (come il libro di Enoch), e tanti libri che riscrivevano le storie della bibbia oppure contenevano le regole di questo gruppo di ebrei, identificati da molti studiosi con gli esseni di cui parlava lo storico ebreo Giuseppe Flavio. In quelle grotte sono stati trovati pezzi di rotoli (il rotolo di papiro o pergamena era il modo con cui i libri erano editi nell’antichità, fino all’avvento del cristianesimo) scritti tra il II secolo a. C. e il I secolo d. C., fino a quando, cioè, i Romani non hanno distrutto quel sito, nel 68 d. C., due anni prima della distruzione di Gerusalemme e del Tempio da parte di Tito. Ciò significa che sono le testimonianze materiali più antiche che abbiamo della bibbia (tranne qualche frammento sparso precedente) e che soprattutto erano letti e studiati mentre Gesù viveva a Nazaret e quando ha girato per quelle strade a predicare, forse passando anche da quelle parti mentre saliva per l’ultima volta a Gerusalemme.

Un fatto altrettanto straordinario inoltre riguarda il loro contenuto: tra quel rotolo di Isaia scritto quasi due secoli prima di Gesù e il testo di Isaia presente nei due testimoni integri più antichi conosciuti fino a quel momento, non c’è quasi nessuna differenza. I testi di cui parliamo sono il Codice di Aleppo e il Codice di Leningrado (o San Pietroburgo), scritti nel X e ai primi dell’XI secolo d. C.!

Per iniziare la storia della bibbia come libro sono voluto partire da Qumran che idealmente rappresenta il prologo (avendoci fornito le testimonianze scritte più antiche dei libri biblici) e l’epilogo (essendo stata l’ultima grande scoperta in ordine di tempo) di un racconto fatto di tante tappe, alcune conosciute, altre del tutto sconosciute e altrettanto sorprendenti: si parlerà di scribi, imperatori, monaci e stampatori che hanno avuto un ruolo per far sì che noi oggi potessimo avere la bibbia che tutti conosciamo, il libro più importante prodotto e letto dall’umanità, il più grande dei classici della letteratura mondiale; e forse così capiremo perché non si può leggere la bibbia solo nell’ora di religione.☺

 

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