La terra è in pericolo
25 Maggio 2017
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La terra è in pericolo

Avevo promesso di continuare a raccontare la storia del centro donne immigrate S.U.S.I., fondato 25 anni fa a Berlino. Ma devo confessare che le parole non mi vengono, che la mia mente mi tradisce e mi porta a ricordare il 1952, quando avevo 10 anni ed ho scritto la mia prima poesia …se poesia si può chiamare. L’ho scritta sotto l’impressione che mi aveva lasciato l’ incontro con un giovane soldato coreano che era venuto al festival mondiale della gioventù che si celebrava quell’anno a Berlino. Nella mia città si vedevano ancora parecchie rovine lasciate dalla II guerra mondiale, ed i giovani del mondo riuniti fra queste rovine giuravano di fare tutto lo possibile per fare sì che quella guerra di Corea fosse l’ultima guerra nella storia. Cosi non è stato, sono seguite tante, tantissime guerre, guerre che attiravano l’attenzione del mondo e guerre combattute in silenzio, guerre dimenticate perché non coinvolgevano le grande potenze del mondo, gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica.

Oggi, 65 anni dopo il mio incontro con il giovane soldato coreano, il suo paese sta nuovamente al centro dell’ attenzione del mondo. E nuovamente si parla di venti di guerra che coinvolgono il suo paese e gli Stati Uniti d’America. E quando sento parlare i commentatori, i conduttori televisivi, mi colpisce il fatto che parlano di una probabile guerra nucleare come se fosse “una guerra qualunque”. Ma non hanno visto i filmati e le fotografie di Hiroshima e Nagasaki? Non sanno di che cosa parlano? Non capiscono che anche se questa guerra, se scoppia, si combattesse nella lontana Asia, gli effetti toccherebbero anche noi, noi che stiamo nelle nostre case e vediamo la TV e sentiamo le loro parole e dopo andiamo a letto e chiudiamo gli occhi e ci prepariamo per dormire?

Raccontare la storia di un centro donne che in 25 anni ha visto tantissime donne immigrate in Germania e che le ha aiutate a integrarsi nella società tedesca senza perdere le loro radici mi sembra, in questi giorni, una cosa futile. Come mi sembra futile coltivare un giardino, costruire una casa, dare vita ad una nuova amicizia, seminare un nuovo amore, mettere un bambino al mondo… Forse esagero, ma la mia esagerazione nasce anche dal fatto che quasi nessuno nel mondo protesta, pochissimi scendono in strada per protestare contro due politici irresponsabili, quasi tutti fanno finta di niente. Fanno finta di non ricordare le nuvole radioattive che arrivavano anche in Europa centrale ed Europa del Sud quando c’è stato l’incidente a Chernobyl, o quando c’è stato il terremoto di Fukushima.

Ogni tanto ho voglia, in questi giorni, di correre per le strade del mio paesino e gridare alla gente per svegliarla, per far capire che questa guerra, se viene, sarà molto probabilmente l’ultima. E non ci sarà, molto probabilmente, nessun angolo nel mondo dove nascondersi, dove salvarsi. Forse qualche bunker sottoterra servirà per salvare qualche politico. Ma mi chiedo se c’è veramente qualcuno che vuole sopravvivere a una guerra del genere, sapendo che questa distruzione non è stata provocata dall’ira di Dio, o da una catastrofe naturale, ma da due politici che soffrono del complesso di onnipotenza, da altri politici che non si ribellano, che fanno loro visita, che si fanno fotografare con loro, sorridendo. E questa guerra sarà anche un risultato della nostra indifferenza, della nostra inerzia, del nostro egoismo, della nostra pigrizia.

Non posso più correre per le strade come ho fatto quando avevo 10 anni. Posso solo scrivere. Posso solo chiedervi, care lettrice e cari lettori de la fonte: moviamoci! Facciamo tutto per esigere dai nostri politici di farsi forza davanti a Trump e Kim Jong Un. Facciamo tutto il possibile per salvare la nostra bella terra alla quale è dedicata la giornata di oggi, 22 aprile.

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