A sentire le voci in giro, sono in molti a preoccuparsi per lo stato di salute della viabilità molisana e non hanno tutti i torti. In particolare desta apprensione la condizione del viadotto che sovrasta il bacino idrico della diga di Guardialfiera. L’eventuale cedimento anche di una minima parte del manufatto comporterebbe l’interruzione della principale arteria di collegamento fra la costa e il capoluogo, vale a dire un traffico di migliaia di persone che a vario titolo si spostano ogni giorno per lavoro, studio, commercio, pratiche burocratiche, visite mediche.
Secondo i tecnici dell’ANAS Molise, però, si può star tranquilli perché se il viadotto presentasse un qualsiasi problema che potrebbe rendere pericoloso il suo utilizzo lo andrebbero a chiudere immediatamente. Ergo: se il viadotto è aperto al traffico significa che è sicuro, non comporta rischi. Speriamo, quindi, che la storia non sia destinata a ripetersi perché era il 1998 quando una frana in località Lama del Gallo interessò il viadotto Ingotte, regolarmente aperto al traffico, facendo sì che un autoarticolato vi rimanesse sospeso, con il rimorchio penzoloni e l’autista che la scampò per un pelo.
Le frane, si sa, sono eventi calamitosi ma talmente frequenti nella nostra regione che potremmo quasi essere diventati esperti, quindi capaci di prevedere e prevenire. Eppure, ogni volta ci sorprendono con nuove ed inaspettate prestazioni. Ormai è negli annali la frana della Fondovalle del Tappino che, in territorio di Pietracatella, presenta tutta una seria di buche e toppe tali da poter modificare il nome della S.S. 645 in “Fondo avvallamenti del Tappino”.
Allora ci si chiede: se ci sono voluti 12 anni per ricostruire il viadotto Ingotte, quanto tempo occorrerà per ripristinare una viabilità decente sul Tratturello della Valle? Il lavoro non dovrebbe essere così difficile perché non ci sono ponti da elevare, occorre effettuare lavori di messa in sicurezza e ripristino della viabilità. I problemi, però, ci sono e sono causati da una specie di incomprensione fra gli enti coinvolti. L’Anas chiede che venga approvato il finanziamento dei lavori ormai urgenti da parte della Regione, ma la Regione tiene a precisare che parte dei fondi (pari a 200.000 euro) sono destinati al Comune di Pietracatella, quale ente attuatore per i lavori urgenti di ripristino della funzionalità della rete idrografica a monte della SS 65, previa presentazione della documentazione tecnico-amministrativa. Per quanto riguarda la messa in sicurezza del tratto di strada interessato il soggetto attuatore individuato dalla Regione è la stessa Anas. Sono previsti finanziamenti per circa 550 mila euro, ma è necessaria la presentazione della documentazione tecnico-amministrativa per la corretta erogazione dei fondi.
Siamo certi che, non appena le esigenze tecniche si incontreranno con quelle economiche, i lavori potranno partire. Intanto siamo fermi in un pantano, sia sulla Fondovalle che negli uffici dove se ne discute.☺
A sentire le voci in giro, sono in molti a preoccuparsi per lo stato di salute della viabilità molisana e non hanno tutti i torti. In particolare desta apprensione la condizione del viadotto che sovrasta il bacino idrico della diga di Guardialfiera. L’eventuale cedimento anche di una minima parte del manufatto comporterebbe l’interruzione della principale arteria di collegamento fra la costa e il capoluogo, vale a dire un traffico di migliaia di persone che a vario titolo si spostano ogni giorno per lavoro, studio, commercio, pratiche burocratiche, visite mediche.
Secondo i tecnici dell’ANAS Molise, però, si può star tranquilli perché se il viadotto presentasse un qualsiasi problema che potrebbe rendere pericoloso il suo utilizzo lo andrebbero a chiudere immediatamente. Ergo: se il viadotto è aperto al traffico significa che è sicuro, non comporta rischi. Speriamo, quindi, che la storia non sia destinata a ripetersi perché era il 1998 quando una frana in località Lama del Gallo interessò il viadotto Ingotte, regolarmente aperto al traffico, facendo sì che un autoarticolato vi rimanesse sospeso, con il rimorchio penzoloni e l’autista che la scampò per un pelo.
Le frane, si sa, sono eventi calamitosi ma talmente frequenti nella nostra regione che potremmo quasi essere diventati esperti, quindi capaci di prevedere e prevenire. Eppure, ogni volta ci sorprendono con nuove ed inaspettate prestazioni. Ormai è negli annali la frana della Fondovalle del Tappino che, in territorio di Pietracatella, presenta tutta una seria di buche e toppe tali da poter modificare il nome della S.S. 645 in “Fondo avvallamenti del Tappino”.
Allora ci si chiede: se ci sono voluti 12 anni per ricostruire il viadotto Ingotte, quanto tempo occorrerà per ripristinare una viabilità decente sul Tratturello della Valle? Il lavoro non dovrebbe essere così difficile perché non ci sono ponti da elevare, occorre effettuare lavori di messa in sicurezza e ripristino della viabilità. I problemi, però, ci sono e sono causati da una specie di incomprensione fra gli enti coinvolti. L’Anas chiede che venga approvato il finanziamento dei lavori ormai urgenti da parte della Regione, ma la Regione tiene a precisare che parte dei fondi (pari a 200.000 euro) sono destinati al Comune di Pietracatella, quale ente attuatore per i lavori urgenti di ripristino della funzionalità della rete idrografica a monte della SS 65, previa presentazione della documentazione tecnico-amministrativa. Per quanto riguarda la messa in sicurezza del tratto di strada interessato il soggetto attuatore individuato dalla Regione è la stessa Anas. Sono previsti finanziamenti per circa 550 mila euro, ma è necessaria la presentazione della documentazione tecnico-amministrativa per la corretta erogazione dei fondi.
Siamo certi che, non appena le esigenze tecniche si incontreranno con quelle economiche, i lavori potranno partire. Intanto siamo fermi in un pantano, sia sulla Fondovalle che negli uffici dove se ne discute.☺
A sentire le voci in giro, sono in molti a preoccuparsi per lo stato di salute della viabilità molisana e non hanno tutti i torti. In particolare desta apprensione la condizione del viadotto che sovrasta il bacino idrico della diga di Guardialfiera.
A sentire le voci in giro, sono in molti a preoccuparsi per lo stato di salute della viabilità molisana e non hanno tutti i torti. In particolare desta apprensione la condizione del viadotto che sovrasta il bacino idrico della diga di Guardialfiera. L’eventuale cedimento anche di una minima parte del manufatto comporterebbe l’interruzione della principale arteria di collegamento fra la costa e il capoluogo, vale a dire un traffico di migliaia di persone che a vario titolo si spostano ogni giorno per lavoro, studio, commercio, pratiche burocratiche, visite mediche.
Secondo i tecnici dell’ANAS Molise, però, si può star tranquilli perché se il viadotto presentasse un qualsiasi problema che potrebbe rendere pericoloso il suo utilizzo lo andrebbero a chiudere immediatamente. Ergo: se il viadotto è aperto al traffico significa che è sicuro, non comporta rischi. Speriamo, quindi, che la storia non sia destinata a ripetersi perché era il 1998 quando una frana in località Lama del Gallo interessò il viadotto Ingotte, regolarmente aperto al traffico, facendo sì che un autoarticolato vi rimanesse sospeso, con il rimorchio penzoloni e l’autista che la scampò per un pelo.
Le frane, si sa, sono eventi calamitosi ma talmente frequenti nella nostra regione che potremmo quasi essere diventati esperti, quindi capaci di prevedere e prevenire. Eppure, ogni volta ci sorprendono con nuove ed inaspettate prestazioni. Ormai è negli annali la frana della Fondovalle del Tappino che, in territorio di Pietracatella, presenta tutta una seria di buche e toppe tali da poter modificare il nome della S.S. 645 in “Fondo avvallamenti del Tappino”.
Allora ci si chiede: se ci sono voluti 12 anni per ricostruire il viadotto Ingotte, quanto tempo occorrerà per ripristinare una viabilità decente sul Tratturello della Valle? Il lavoro non dovrebbe essere così difficile perché non ci sono ponti da elevare, occorre effettuare lavori di messa in sicurezza e ripristino della viabilità. I problemi, però, ci sono e sono causati da una specie di incomprensione fra gli enti coinvolti. L’Anas chiede che venga approvato il finanziamento dei lavori ormai urgenti da parte della Regione, ma la Regione tiene a precisare che parte dei fondi (pari a 200.000 euro) sono destinati al Comune di Pietracatella, quale ente attuatore per i lavori urgenti di ripristino della funzionalità della rete idrografica a monte della SS 65, previa presentazione della documentazione tecnico-amministrativa. Per quanto riguarda la messa in sicurezza del tratto di strada interessato il soggetto attuatore individuato dalla Regione è la stessa Anas. Sono previsti finanziamenti per circa 550 mila euro, ma è necessaria la presentazione della documentazione tecnico-amministrativa per la corretta erogazione dei fondi.
Siamo certi che, non appena le esigenze tecniche si incontreranno con quelle economiche, i lavori potranno partire. Intanto siamo fermi in un pantano, sia sulla Fondovalle che negli uffici dove se ne discute.☺
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