La donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui (Gdc 13,24-25).
Il libro dei Giudici si colloca nel periodo intermedio fra l’ingresso nella terra di Canaan e l’inizio della monarchia in Israele. È un libro di passaggi: dalla terra come oggetto di conquista alla terra-dono da abitare, dalla guida di Giosuè il condottiero a quella di Samuele il profeta. Il libro racconta di guerrieri che cercano di occupare un territorio o di liberare la propria tribù dai nemici e di alcuni capi carismatici (giudici) che esercitano la giustizia o assolvono alcuni compiti amministrativi. Il libro è simile a un romanzo storico dove personaggi esemplari sono trattati in modo caricaturale per aiutare i lettori a sviluppare un senso critico.
Il libro ha un forte senso religioso che emerge in una dinamica ricorrente: Israele viene meno all’alleanza e cade nelle mani dei nemici; quando poi si rivolge a Dio egli manda un salvatore. Per alcuni il libro è stato scritto in epoca persiana (molto dopo gli eventi raccontati) con l’intento di ripristinare la monarchia. Per altri e per noi, invece, si propone un’analisi perspicace e ironica dei rischi e dei limiti del potere militare, politico e religioso.
La storia più paradossale è quella di Sansone. Nato miracolosamente da una coppia sterile, riceve un nome che ha a che fare con il sole e viene presentato dall’angelo del Signore come colui che “comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei” (Gdc 13,5). Se il buongiorno si vede dal mattino la salvezza di Israele è ormai alle porte, ma Sansone si presenta come un uomo che cerca di soddisfare i suoi capricci e sfrutta il dono di Dio (la forza fisica) solo per se stesso. Per far questo egli infrange ogni regola: sposa una Filistea (che appartiene al popolo nemico), infrange le regole del nazireato (cui era tenuto chi era consacrato al Signore), uccide degli innocenti risentito verso la moglie che ha svelato la soluzione dell’enigma da lui proposto ai Filistei, abbandona sua moglie e quando scopre che si è risposata incendia i campi dei Filistei ormai pronti per la mietitura, i nemici uccidono la moglie e suo padre e Sansone per vendicarsi compie una strage. A questo punto si trasferisce in una caverna come uno che è sepolto vivo, ma i Filistei lo cercano e minacciano la gente di Giuda. Da salvatore Sansone si muta in causa di pericolo e di morte per il suo popolo che decide di consegnarlo ai nemici. Ma Sansone riesce a fuggire, si ricorda del Signore cui chiede di non lasciarlo morire di sete e Dio lo esaudisce. Poi continua a vivere storie d’ amore passeggere, fino a quella con Dalila che svelerà il segreto della sua forza e lo consegnerà per denaro. Nel momento in cui il rasoio passa sul suo capo, Sansone perde la sua forza, perde Dalila, ma soprattutto perde Dio che, dopo aver pazientato tanto, si allontana da lui. A quel punto la soluzione è morire insieme ai Filistei. La sua è una storia di un eroe mancato, di un uomo che aveva ricevuto un grandissimo potenziale da Dio ma utilizzandolo solo per il proprio piacere e il proprio desiderio di vendetta lo ha disperso completamente.
Il progetto di Dio su ciascuno di noi è un sogno straordinario per realizzare il quale Egli si investe al 100%. Su di noi però non incombe un destino che si impone, ci è data la libertà di aderire o meno. Trattenere il dono è fallire, condividerlo è moltiplicarlo e riuscire.
La donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui (Gdc 13,24-25).
Il libro dei Giudici si colloca nel periodo intermedio fra l’ingresso nella terra di Canaan e l’inizio della monarchia in Israele. È un libro di passaggi: dalla terra come oggetto di conquista alla terra-dono da abitare, dalla guida di Giosuè il condottiero a quella di Samuele il profeta. Il libro racconta di guerrieri che cercano di occupare un territorio o di liberare la propria tribù dai nemici e di alcuni capi carismatici (giudici) che esercitano la giustizia o assolvono alcuni compiti amministrativi. Il libro è simile a un romanzo storico dove personaggi esemplari sono trattati in modo caricaturale per aiutare i lettori a sviluppare un senso critico.
Il libro ha un forte senso religioso che emerge in una dinamica ricorrente: Israele viene meno all’alleanza e cade nelle mani dei nemici; quando poi si rivolge a Dio egli manda un salvatore. Per alcuni il libro è stato scritto in epoca persiana (molto dopo gli eventi raccontati) con l’intento di ripristinare la monarchia. Per altri e per noi, invece, si propone un’analisi perspicace e ironica dei rischi e dei limiti del potere militare, politico e religioso.
La storia più paradossale è quella di Sansone. Nato miracolosamente da una coppia sterile, riceve un nome che ha a che fare con il sole e viene presentato dall’angelo del Signore come colui che “comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei” (Gdc 13,5). Se il buongiorno si vede dal mattino la salvezza di Israele è ormai alle porte, ma Sansone si presenta come un uomo che cerca di soddisfare i suoi capricci e sfrutta il dono di Dio (la forza fisica) solo per se stesso. Per far questo egli infrange ogni regola: sposa una Filistea (che appartiene al popolo nemico), infrange le regole del nazireato (cui era tenuto chi era consacrato al Signore), uccide degli innocenti risentito verso la moglie che ha svelato la soluzione dell’enigma da lui proposto ai Filistei, abbandona sua moglie e quando scopre che si è risposata incendia i campi dei Filistei ormai pronti per la mietitura, i nemici uccidono la moglie e suo padre e Sansone per vendicarsi compie una strage. A questo punto si trasferisce in una caverna come uno che è sepolto vivo, ma i Filistei lo cercano e minacciano la gente di Giuda. Da salvatore Sansone si muta in causa di pericolo e di morte per il suo popolo che decide di consegnarlo ai nemici. Ma Sansone riesce a fuggire, si ricorda del Signore cui chiede di non lasciarlo morire di sete e Dio lo esaudisce. Poi continua a vivere storie d’ amore passeggere, fino a quella con Dalila che svelerà il segreto della sua forza e lo consegnerà per denaro. Nel momento in cui il rasoio passa sul suo capo, Sansone perde la sua forza, perde Dalila, ma soprattutto perde Dio che, dopo aver pazientato tanto, si allontana da lui. A quel punto la soluzione è morire insieme ai Filistei. La sua è una storia di un eroe mancato, di un uomo che aveva ricevuto un grandissimo potenziale da Dio ma utilizzandolo solo per il proprio piacere e il proprio desiderio di vendetta lo ha disperso completamente.
Il progetto di Dio su ciascuno di noi è un sogno straordinario per realizzare il quale Egli si investe al 100%. Su di noi però non incombe un destino che si impone, ci è data la libertà di aderire o meno. Trattenere il dono è fallire, condividerlo è moltiplicarlo e riuscire.
Con il pentateuco e il libro di Giosuè, presentati i mesi scorsi, abbiamo cominciato a dare uno sguardo veloce, ma non superficiale, ai 73 libri che compongono la bibbia
La donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui (Gdc 13,24-25).
Il libro dei Giudici si colloca nel periodo intermedio fra l’ingresso nella terra di Canaan e l’inizio della monarchia in Israele. È un libro di passaggi: dalla terra come oggetto di conquista alla terra-dono da abitare, dalla guida di Giosuè il condottiero a quella di Samuele il profeta. Il libro racconta di guerrieri che cercano di occupare un territorio o di liberare la propria tribù dai nemici e di alcuni capi carismatici (giudici) che esercitano la giustizia o assolvono alcuni compiti amministrativi. Il libro è simile a un romanzo storico dove personaggi esemplari sono trattati in modo caricaturale per aiutare i lettori a sviluppare un senso critico.
Il libro ha un forte senso religioso che emerge in una dinamica ricorrente: Israele viene meno all’alleanza e cade nelle mani dei nemici; quando poi si rivolge a Dio egli manda un salvatore. Per alcuni il libro è stato scritto in epoca persiana (molto dopo gli eventi raccontati) con l’intento di ripristinare la monarchia. Per altri e per noi, invece, si propone un’analisi perspicace e ironica dei rischi e dei limiti del potere militare, politico e religioso.
La storia più paradossale è quella di Sansone. Nato miracolosamente da una coppia sterile, riceve un nome che ha a che fare con il sole e viene presentato dall’angelo del Signore come colui che “comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei” (Gdc 13,5). Se il buongiorno si vede dal mattino la salvezza di Israele è ormai alle porte, ma Sansone si presenta come un uomo che cerca di soddisfare i suoi capricci e sfrutta il dono di Dio (la forza fisica) solo per se stesso. Per far questo egli infrange ogni regola: sposa una Filistea (che appartiene al popolo nemico), infrange le regole del nazireato (cui era tenuto chi era consacrato al Signore), uccide degli innocenti risentito verso la moglie che ha svelato la soluzione dell’enigma da lui proposto ai Filistei, abbandona sua moglie e quando scopre che si è risposata incendia i campi dei Filistei ormai pronti per la mietitura, i nemici uccidono la moglie e suo padre e Sansone per vendicarsi compie una strage. A questo punto si trasferisce in una caverna come uno che è sepolto vivo, ma i Filistei lo cercano e minacciano la gente di Giuda. Da salvatore Sansone si muta in causa di pericolo e di morte per il suo popolo che decide di consegnarlo ai nemici. Ma Sansone riesce a fuggire, si ricorda del Signore cui chiede di non lasciarlo morire di sete e Dio lo esaudisce. Poi continua a vivere storie d’ amore passeggere, fino a quella con Dalila che svelerà il segreto della sua forza e lo consegnerà per denaro. Nel momento in cui il rasoio passa sul suo capo, Sansone perde la sua forza, perde Dalila, ma soprattutto perde Dio che, dopo aver pazientato tanto, si allontana da lui. A quel punto la soluzione è morire insieme ai Filistei. La sua è una storia di un eroe mancato, di un uomo che aveva ricevuto un grandissimo potenziale da Dio ma utilizzandolo solo per il proprio piacere e il proprio desiderio di vendetta lo ha disperso completamente.
Il progetto di Dio su ciascuno di noi è un sogno straordinario per realizzare il quale Egli si investe al 100%. Su di noi però non incombe un destino che si impone, ci è data la libertà di aderire o meno. Trattenere il dono è fallire, condividerlo è moltiplicarlo e riuscire.
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