l’achillea
30 Maggio 2011 Share

l’achillea

 

  Delle numerose specie di achillea, la più conosciuta – anche perché diffusissima – è l’Achillea millefolium (nota come millefoglio, perché ogni singola foglia è suddivisa in numerosissime e minuscole foglioline).

È una pianta erbacea perenne, rustica e vigorosa, con steli fiorali che possono raggiungere l’altezza di 60-70 centimetri. Tutta la pianta emana un caratteristico odore aromatico che può ricordare la canfora. Tale profumo è facilmente avvertibile strofinando la pianta fra le mani.

Cresce spontanea ovunque nelle nostre regioni, esclusa la Sicilia. È più diffusa nelle zone collinari e montane fino a 2.000 metri di altitudine ed è facile trovarla nei terreni incolti e lungo i bordi delle strade, nei pascoli sassosi, nei prati aridi.

Tutte le achillee hanno in comune alcune caratteristiche che le diversificano dalle altre piante della famiglia delle Composite: infatti presentano i fiori riuniti in corimbi a forma di ombrella. Le infiorescenze sono vistose, e i capolini, eleganti, sono di solito bianchi, talvolta anche rosati o anche rossicci. La fioritura si protrae dalla primavera all’autunno inoltrato. Ma il millefoglio, che, come già detto, si distingue soprattutto per le caratteristiche foglie verdi e morbide, può essere coltivato in giardino come pianta ornamentale per creare aiuole e bordure di sicuro effetto. Data la notevole diffusione allo stato spontaneo, normalmente questa specie non è coltivata. Volendo, è però possibile introdurla con successo nel piccolo orto familiare e in giardino, visto che la sua coltivazione non presenta alcun problema: non ha bisogno di particolari cure né di trattamenti antiparassitari; la riproduzione può avvenire per seme e successivo trapianto oppure tramite gli stoloni che la pianta è in grado di produrre.

Della pianta si raccolgono le foglie novelle, cioè quelle più tenere, nei mesi primaverili. Sia le foglie mature, sia soprattutto le sommità fiorite, fresche o essiccate, vanno raccolte da fine maggio a settembre. Le sommità fiorite si fanno poi essiccare tenendole appese, legate a mazzetti, in un posto fresco e ombroso, e si conservano in contenitori di vetro all’asciutto.

È una pianta che si utilizza per uso esterno, interno ed anche in cucina.

Per uso esterno si può preparare un infuso per detergere abrasioni, piccole ferite ed infiammazioni della cute. Si pongono in 100 ml di acqua bollente 8 grammi di sommità fiorite ed essiccate di achillea; si lasciano riposare fino a completo raffreddamento; si filtra e si fanno lavaggi o si applicano garze imbevute di infuso sulla parte interessata per almeno 10-15 minuti. L’achillea deve infatti il suo nome all’eroe greco Achille che, secondo la leggenda, ne apprese le proprietà medicinali dal suo maestro Chirone, e la utilizzava, durante l’assedio di Troia, per curare le ferite dei compagni. Ma anche i medici delle legioni romane, raccomandavano di sfregare la pianta sulle ferite per una più pronta e rapida guarigione. A conferma delle virtù vulnerarie, cioè delle capacità di disinfettare, di curare e cicatrizzare piaghe e ferite, la tradizione popolare ha dato a questa pianta altri nomi come “stagna sangue”, “erba del soldato”, ecc.

Per uso interno si può preparare un infuso adatto a una digestione difficile e calmante dei dolori addominali: si versa un cucchiaino colmo di sommità fiorite in una tazza di acqua bollente; si lascia in infusione venti minuti e si beve un’ora dopo i pasti, dolcificando con un cucchiaino di miele. Attenzione alle possibili allergie nei soggetti predisposti: non si devono somministrare preparati a base di achillea a bambini di età inferiore ai due anni.

Per il suo sapore gradevolmente amaro, inoltre, questa pianta è anche utilizzata dall’industria per la preparazione di aperitivi, liquori e birra. Nelle campagne l’achillea era utilizzata per la sua proprietà di conservare il vino, tanto è vero che si usava mettere un sacchetto di semi o rami fioriti nella botte.

Aperitivo all’achillea. Mettere in infusione in un litro di vino rosato e genuino 10 g di fiori di achillea, ben puliti e scelti, e alcuni pezzetti della parte gialla della buccia di limone. Colare dopo 10 giorni e imbottigliare con cura. Servire come aperitivo aggiungendo nel bicchiere una buccia di limone.

Estratto di achillea. Mettere in un vaso le sommità fiorite di achillea scegliendo con cura le più belle e coprire con alcol da liquori. Agitare il vaso ogni giorno e dopo 10 giorni filtrare l’estratto e imbottigliare. Alcune gocce sopra una zolletta di zucchero, prese prima o dopo i pasti, possono sostituire la tisana nei casi di digestione difficile. L’estratto permette di avere già pronta la preparazione in ogni stagione dell’anno.☺

giannotti.gildo@gmail.com

 

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