L’affare sanità
6 Aprile 2022
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L’affare sanità

Il mese scorso ho riproposto su queste pagine un’inchiesta condotta, non senza fatica, con il gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale. Nella prima puntata parlavamo dei contratti per i servizi di pulizia e mensa dell’ospedale Cardarelli, affidati ai privati nel lontano 2002. Erano tante le presunte anomalie sollevate, a partire dalla proroga di contratti milionari senza passare per una gara d’appalto. Ma negli altri ospedali, ahinoi, le cose sarebbero andate persino peggio.

Per le pulizie a Termoli e Larino non c’è mai stata una vera e propria gara d’appalto. Si è piuttosto proceduto, nel 2006, ad estendere anche ai nosocomi basso-molisani l’affidamento del servizio al Consorzio CNS. Lo stesso che si era aggiudicato l’incarico al Cardarelli dove, però, c’era stato almeno un primo affidamento tramite gara.

Praticando il medesimo tariffario di Campobasso, si prevedeva di spendere circa 550mila euro l’anno per pulire San Timoteo e Vietri. Quindici anni dopo, però, i costi per pulire i due ospedali sono lievitati fino ad un totale di 1,8 milioni di euro l’anno. Un aumento del 338%, ancora una volta, senza gara.

Nelle fatture del 2017, poi, ogni mese il servizio sembra essere stato fatturato tre volte: 40mila euro per la pulizia dell’ ospedale di Termoli; 30mila per quello di Larino; 80mila euro mensili per la pulizia degli ospedali di Termoli e Larino. “O Termoli e Larino hanno un terzo ospedale a metà strada – ha commentato in video il consigliere Andrea Greco – o c’è qualcosa che non torna in quelle fatture”. C’erano poi altri 13mila euro mensili per la pulizia degli ambulatori.

Come abbiamo già scritto, tra fine 2021 e inizio 2022 il servizio di pulizia per tutti gli ospedali molisani è stato finalmente appaltato con un’unica gara. Perché, dopo i tentativi a vuoto degli uffici regionali, si è chiesto l’intervento della Consip.

Resterebbe ancora in essere, stando a quanto ci risulta, il contratto per il servizio mensa. Accordo siglato nel 1999 e tra la vecchia ASL numero 4 e un’ associazione temporanea di imprese, guidata dalla cooperativa “Tre stelle”, che ritroviamo in diversi contratti con la sanità molisana. Durata del contratto: sei anni, rinnovabile per altri due. Ne sono passati ventitre.

Il servizio costa alla collettività, tra i due ospedali, l’hospice e l’RSA, circa 1 milione di euro l’anno. I costi delle mense, chiaramente, sono legati al numero di degenti. Che, con la dismissione di interi reparti, sono sicuramenti calati nel tempo. Ma, detta francamente, non ci è chiaro chi valuti oggi se il prezzo dei pasti nei nostri ospedali sia effettivamente congruo, né chi ne controlli la qualità.

Mi rendo conto che ai più ciò che ho scritto può sembrare un noioso elenco di spese. Ma la gravità della situazione sta nel fatto che, in assenza di regolari gare d’appalto, è praticamente impossibile garantire i princìpi di economicità e trasparenza. Detta più semplice, si rischia di sperperare del denaro pubblico, sottraendolo ai servizi destinati ai cittadini. A chi conviene questo caos? E, soprattutto, perché nessuno reagisce a queste denunce? Ricordo che, nei mesi scorsi, a Salerno degli affidamenti diretti (ovvero, senza gara d’appalto) per cifre ben più esigue, fecero scoppiare uno scandalo, con tanto di inchieste giudiziarie. Da noi, invece, tutto tace.

Ad onore di cronaca, è opportuno precisare che quelle riportate sono cifre approssimative, frutto di un lungo lavoro di studio di un giovane commercialista. Per scandagliare ogni piccola clausola e scongiurare la benché minima imprecisione occorrerebbe una equipe di esperti. Va poi aggiunto che le carte, ricevute dopo diverse richieste di accesso agli atti, si fermano a qualche anno fa, spesso al 2017. Premesso ciò, al momento nessuno si è preso la briga di smentire una sola parola. Forse perché in questo modo si fa meno rumore e si conserva lo status quo?☺

 

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