le paure e le risposte   di Erri De Luca
29 Aprile 2013 Share

le paure e le risposte di Erri De Luca

 

Il terremoto scuote fondamenta e nervi, scaraventa all’aperto. Si ritorna nomadi, accampati dentro vetture e tende. Forze immense riprendono governo del pianeta e sovrastano di nuovo la pretesa umana di assoggettare il suolo, oltre che abitarlo. Si risente la paura antica, non esorcizzabile da alcun progresso.

Sono spazzate via, scadute le altre, le minori: precarietà di lavoro, di avvenire, che lasciano isolati e sgomenti. La grande paura del suolo traballante riunisce i sentimenti e le fibre di una comunità. Si è più attenti  e pronti alla necessità comune. Senza muri su muri a separare, si fa parte di un solo accampamento, riavvicinati dalla sorte uguale. Si sta come viandanti nel deserto. Le paure di prima diventano piccole e remote.

La persona umana si misura nell’avversità, sotto l’urgenza di mettersi in salvo. Nel verso del poeta tedesco Holderlin è condensata questa legge misteriosa: “Ma dove cresce il pericolo / aumenta ciò che salva”. Come può aumentare la salvezza? Con il reclutamento delle buone fibre della società umana, con la fraternità, la condivisione e la suddivisione in parti uguali.

Ricordo una specie di apologo: l’inferno è una lunga tavolata dove si sta seduti ognuno davanti a una ciotola di riso, ma nessuno riesce a mangiare perché si può solo con dei bastoncini, e quelli davanti a ciascuno sono troppo lunghi. Il paradiso è la stessa tavolata, con le stesse ciotole e gli stessi bastoncini, ma tutti mangiano perché ognuno si serve dei bastoncini lunghi per nutrire il suo dirimpettaio.

Le grandi paure producono la tavolata del mutuo soccorso, mentre quelle più piccole lasciano a digiuno i singoli, incapaci di servirsi delle proprie risorse.

Il terremoto resta poi nei ricordi come il marchio di un’epoca, parola che viene dal greco antico a indicare un punto fisso, il posto in cielo di una costellazione. Intorno a un’ epoca epicentro di avvenimenti si concentrano memorie e narrazioni. Allontanandosi da un’epoca, accade semplicemente il tempo.☺                            

 

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