L’estate di sant’ambrogio
1 Luglio 2016
La Fonte (351 articles)
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L’estate di sant’ambrogio

Inizia l’estate e, con essa, gradualmente, il periodo delle vacanze. Che ci ricordano, puntuali, come la vita sia scandita da un tempo per lavorare e un tempo per riposare, uno per dedicarsi alle attività quotidiane e un altro per ritemprarsi.

Tra i tanti modi di vivere l’estate c’è quello della ricerca spasmodica dello svago, per cui si scelgono modi di fare vacanza che non favoriscono il riposo. Non è raro, anzi, sentir dire che alla fine delle ferie si torna al lavoro più stanchi di quando sono iniziate! Oppure c’è quello dell’ozio, dello stile di vita slow. Che non è poi così facile da raggiungere, in un’epoca dai ritmi frenetici e in cui si è sempre ‘connessi’. Ma la lentezza, dal progressivo rallentamento delle attività, rischia di finire nella stasi totale… E rileggendo La lentezza di Milan Kundera si comprende che “solo nel nostro mondo l’ozio è diventato inattività, che è tutt’altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca”. L’ozio correttamente inteso è, invece, un ‘tempo creativo’, in grado di renderci pronti a ripartire, carichi di idee e di energie. “Come faccio a spiegare a mia moglie che, quando guardo dalla finestra, io sto lavorando?”, si chiedeva lo scrittore Joseph Conrad. E che dire delle canzoni I’m only sleeping e I’m so tired scritte da John Lennon sulla pigrizia che gli ispirava i suoi capolavori? In fondo già per gli antichi Romani la parola otium indicava non il dolce far niente, ma il tempo libero dalle occupazioni, e da consacrare, secondo i filosofi, alla quiete degli studi e della lettura. Ma anche per chi non amasse cercare rifugio negli studi, o almeno nella lettura, vale comunque, più in generale, un frammento di saggezza di sant’Ambrogio, uno dei tre grandi Padri della Chiesa latini: Si vis omnia bene facere, aliquando ne feceris (“Se vuoi fare bene tutte le cose, ogni tanto smetti di farle”). Vivere il periodo delle vacanze, quindi, è soprattutto lasciare il lavoro e cercare un cambiamento del ritmo della vita, nella consapevolezza che le nostre energie sono limitate.

Solo un’estate vissuta così è veramente un ‘tempo creativo’ che ci permetterà di tornare alle consuete fatiche quotidiane davvero ‘ri-creati’, nel significato più pieno del termine, senza stress e nostalgie di vuote evasioni, ma più ricchi e con la voglia di ricominciare.

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