lettera aperta di A. Di Lalla D. D’Adamo
30 Agosto 2011 Share

lettera aperta di A. Di Lalla D. D’Adamo

 

a Petraroia, candidato alle primarie

 

Caro Michele,

da anni ci accomunano grandi passioni: dalla tua partecipazione gratuita al nostro periodico la fonte alla lotta per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma; dalla battaglia contro l’eolico selvaggio al sogno di una regione più vivibile; dalla lotta agli sprechi assurdi ed inaccettabili alla denuncia delle ingiustizie e sopraffazioni, anche attraverso Libera; dall’impegno per la pace e la salvaguardia del creato all’accoglienza degli immigrati, contestando il reato di clandestinità, alla promozione di iniziative culturali. Alcune tue scelte non le abbiamo condivise come il tuo voto a favore dello statuto regionale o il tuo esserti tenuto a margine del movimento che pretendeva regole nuove e chiare in vista delle prossime elezioni regionali. Talune volte ti abbiamo visto “terzista” anziché alternativo a giochetti che il tuo Partito Democratico, spadroneggiato dai Ruta e dai Massa, andava imponendo (ma questi, diciamo, sono problemi tuoi più che nostri!). Forse ti è mancato, o non hai voluto, o perlomeno noi non abbiamo percepito, la presenza intorno a te di una équipe che ti aiutasse a individuare scelte strategiche atte a dare risposte forti, anche controcorrente, a certi andazzi determinati da opportunismi che conducevano a vicoli ciechi.

Non siamo interessati alla conquista del potere, ma a una politica che sia veramente al servizio del bene comune. Se oggi mettiamo da parte le riserve è perché non ce la sentiamo di rimanere spettatori in questo momento così delicato. Ci schieriamo accanto a te in questa competizione per vincere le primarie, nonostante l’assurdità di quattro candidati costretti a sgomitare tra loro a tutto vantaggio di uno di destra, perché temiamo che una possibile vittoria di Di Laura Frattura possa essere semplicemente funzionale al perverso gioco di sponda, ormai decennale, tra Patriciello e Iorio, perenni alleati antagonisti, pronti a fingere improbabili alleanze col centro-sinistra pur di aumentare il reciproco potere di ricatto e di acquisti.

Hai il nostro apporto per la tua affermazione alle primarie e poi per la “conquista” del palazzo, sempre pronti a tradirti (vedi Lettera di Don Milani a Pipetta) il giorno in cui le tue scelte non andranno nella direzione di un servizio a tutto tondo per quelli con i quali e per i quali oggi spendiamo tutte le nostre energie.

Cambiare si può. Cambiare si deve. Il cambiamento, allora, senza nostalgie, perseguiamolo.

Antonio Di Lalla

Domenico D’Adamo

 

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