Letti e riletti: LA GLORIA di Giuseppe Berto
1 Marzo 2014 Share

Letti e riletti: LA GLORIA di Giuseppe Berto

Esisteva un patto tra Giuda e Gesù, una specie di intima complicità perché la Gloria di Dio si realizzasse.

Gesù affida a Giuda il compito ufficiale di tesoriere ma il suo incarico segreto è quello di tradirlo quando sarà necessario. Giuda tradisce come suo ultimo dovere d’amore e si danna in eterno come era già stato stabilito dalle Scritture. “Noi due sapevamo che non c’era possibilità di scontro né di variazione: dovevamo realizzare un evento già scritto… Morimmo press’a poco alla stessa ora, Tu crocifisso sul Golgota, io poco lontano impiccandomi, dicono, ad un albero di fico, morte non meno ignominiosa della tua… ma Tu sei chiamato il Redentore, il Salvatore, mentre io porto un nome che vuol dire tradimento. Tu sei la luce, io sono la tenebra. Non è possibile che la tenebra sia solo tenebra – né forse che la luce soltanto luce – ma siccome gli uomini sembrano non possano far a meno di crudeltà e ingiustizie, io continuo ad essere la tenebra: colui che tradì, che ti  consegnò ai nemici, intorno al quale non si sprecano molte parole…”.

Sono alcune delle sconvolgenti frasi che Giuseppe Berto mette sulla bocca di Giuda, l’Io narrante del suo ultimo e  suggestivo libro “La Gloria” (Arnoldo Mondadori Editore), qualcosa che si pone tra il romanzo, il diario e il Vangelo apocrifo di cui conserva il fascino bugiardo; un libro dove traspaiono le contraddizioni, l’angoscia di non credere, il disperato bisogno di trascendenza dei nostri giorni, della nostra generazione e che parla di Dio con nuove idee senza essere banalmente e stupidamente blasfemo.

Carolina Mastrangelo

eoc

eoc