libertà venduta
30 Giugno 2010 Share

libertà venduta

 

In questa Italia in croce abbiamo venduto le nostre libertà. Italia in croce perché attraversata in senso longitudinale da questa cattiveria, fatta di indifferenza  e avversione verso i più deboli e verso scelte che umiliano l’umanità: l’istruzione mortificata da una visione privata che tende a privilegiare i benestanti ed il potere dei forti; 40 anni fa nelle piccole località le scuole rurali con 10 ragazzi si aprivano. Oggi le piccole classi si chiudono. Allora era un diritto, oggi una concessione. Giovani sfruttati  nel lavoro e costretti a non essere liberi perché a rischio di esclusione se si esprimono contro il potere economico. Una sanità che rischia con le risorse scarse, e con dirigenti incapaci, di essere privatizzata. Abbiamo innescato processi di esclusione anche con la privatizzazione dell’acqua. In questi giorni e fino al 4 luglio si svolge la raccolta delle firme per i quesiti referendari per l’acqua pubblica. Credo che i processi vitali non possono essere privatizzati.

Questa Italia è in croce perché tagliata in senso trasversale da questa riforma chiamata “federalismo fiscale” che dividerà il nostro bel paese in due e definitivamente il nord dal sud. L’Italia dei comuni, che tanta fatica ha fatto per stare insieme, per unirsi, verrà inevitabilmente attraversata da venti liberisti che di sano liberalismo hanno ben poco. Con la scusa della responsabilità territoriale ci dicono: ognuno pensi per sé, se lo sa fare. Stanno smobilitando i diritti umani e noi siamo disposti a venderli purché ci garantiscano il benessere. Guardate il mondo dopo il tristissimo 11 settembre 2001. Abbiamo reagito con 2 guerre tuttora in campo, con un numero esorbitante di morti tra i civili (In Iraq oltre un milione di civili a fine 2008 – dati Famiglia Cristiana). In Afghanistan l’Onu fa sapere che sono stati assassinati 1.445 civili nei primi otto mesi dell'anno 2008, pari ad oltre il 39% in più rispetto allo stesso periodo del 2007. Più  della metà di queste morti, 880, sono da attribuire ai Talebani ed altre forze rivoltose, e rappresentano il doppio rispetto a quelle dello scorso anno. Di quei 1.445, almeno 395, conclude il Commissario, sono stati abbattuti da attacchi aerei delle forze internazionali (agenzia Ansa). E la chiamano missione di pace! E poi i massacri di Gaza dove una popolazione di 1.500.000 persone vive chiusa da muri ed in più bombardata, senza acqua, farmaci  e lavoro.

Cominciamo a smarcarci da questo neoliberismo che non ha saputo migliorare le condizioni di vita dei più poveri, ma ha aumentato le disuguaglianze e che ha bisogno della nostra paura ed insicurezza per aumentare le commesse dei militari, vero centro di potere mondiale. Mentre la gente perde il lavoro e arranca in una crisi economica grave e pericolosa, strutturale e perdurante, i governi italiani spendono cifre esorbitanti per aerei super moderni (il costo del cacciabombardiere F-35 Lightning II è lievitato da 50 a 113 milioni di dollari per aereo. L’Italia ne ha acquistati 131 equivalenti a quasi 15 miliardi di dollari). Abbiamo sempre chiesto di usare il principio di precauzione che tra due mali sceglie il minore, ma tra una società energivora, che va verso il nucleare di pochi, e che aiuta molto poco in quanto rinvia i costi alle generazioni future, ed una società che dovrebbe aver capito che occorre vivere con efficienza e sufficienza, ossia con stili di vita sobri e rispettosi del creato e delle generazioni future, scegliamo la società che divora l’energia. Perché oggi ci siamo fatti abbagliare da un consumismo sfrenato senza il quale, ci convincono, non c’è economia. Ma economia per chi? Ad Eluan, sul Nilo, nei pressi de Il Cairo, le zone rurali sono caratterizzate dall’asino e da internet, ma l’accoglienza è straordinaria. Donne come le nostre paesane cucinano con semplicità ed abilità ogni sorta di ben di Dio, chiacchierano tutto il giorno come nei nostri paesi di qualche tempo fa, dove se passavi davanti ad una casa ti chiedevano di entrare, dove la chiave era dietro la porta d’ingresso e chiunque poteva entrare, dove, se eri “forestiero” ti facevano sempre la genealogia. Torniamo ad essere quello che eravamo un tempo: popolo accogliente in questo mediterraneo vitale e sempre fonte di prosperità che abbiamo trasformato, per la nostra cecità, in mare di sangue. Dove molti nostri fratelli in Dio Padre, hanno trovato la morte per una malintesa sicurezza e precisa volontà di conservare il nostro stile di vita opulento. Chi di voi potrebbe dire in tutta sincerità che chi non rispetta le regole deve andarsene dall'Italia? Ma perché noi italiani le rispettiamo? Allora che senso ha fare vicino al nostro Molise (Guardiagrele) il raduno annuale di una forza politica, la Lega, che, già nel 1994, Mons. Nervo definiva incostituzionale ed anticristiana leggendone semplicemente i programmi politici?☺

adelellis@virgilio.it

 

eoc

eoc