Libri: “sulle tracce di Tina Modotti”
7 Giugno 2017
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Libri: “sulle tracce di Tina Modotti”

“Tina Modotti, sorella, tu non dormi, no, non dormi:/ forse il tuo cuore sente crescere la rosa/ di ieri, l’ultima rosa di ieri, la nuova rosa./ Riposa dolcemente sorella…”/ Lo sciacallo sul gioiello del tuo corpo addormentato/ ancora protende la penna e la sua anima insanguinata/ come se tu potessi ancora, sorella, risollevarti/ e sorridere sopra il fango…” Questi versi del poeta Pablo Neruda, dedicati alla Modotti in occasione della sua morte ufficialmente per infarto (1942), sono l’epitaffio scolpito sulla sua tomba nel Pantheon de Dolores a Città del Messico dove ella riposa.

Tina Modotti, friulana seducente e libera, figura importante e controversa del comunismo e della fotografia mondiale, attrice e pasionaria perseguitata, donna dalle molte vite e dai molti nomi, percorse il mondo della prima metà del Novecento dalle Americhe all’Unione Sovietica, passando per la Francia, la Germania, la Spagna… Visse a Udine, Parigi, Hollywood, San Francisco, Mosca, Berlino, Madrid, Città del Messico in una fittissima rete di relazioni con pittori, poeti, fotografi, rivoluzionari, funzionari politici e combattenti; sperimentò in prima persona la miseria, l’emigrazione e la solidarietà di classe, l’anticonformismo delle avanguardie artistiche, la lotta politica nei suoi aspetti più nobili come in quelli più sordidi, l’impegno collettivo verso il riscatto sociale e la libertà.

La scrittrice e giornalista, nonché traduttrice e interprete berlinese Christiane Barckhausen Canale, racconta la sua vita bella e drammatica in un libro, Sulle tracce di Tina Modotti, lavoro di ricerca paziente e appassionata condotto, con il rigore e la serietà che la contraddistinguono, nei luoghi dove la protagonista è vissuta, servendosi di documenti scritti, iconografici e delle testimonianze di persone che l’hanno conosciuta.

Poetiche e profetiche si sono rivelate le parole di Anna Seghers che aprono il libro di Christiane: “Quando i muti parleranno, quando i ciechi vedranno, quando gli ultimi saranno i primi, quando i nostri morti risorgeranno, la piccola silenziosa ombra di Tina, piena di tristezza, verrà salutata con entusiasmo dal suo popolo”.

Poetica e profetica anche la chiusa del poema di Neruda riportata su una stele commemorativa ad Udine, città natale della Modotti: “Nelle vecchie cucine della tua patria, nelle strade/ polverose qualcosa si mormora e passa/ qualcosa torna alla fiamma del tuo popolo colore dell’oro,/ qualcosa si desta e canta./ Sono i tuoi, sorella, quelli che oggi dicono il tuo nome/ quelli che da tutte le parti, dall’acqua, dalla terra/ con il tuo nome altri nomi taciamo e diciamo./ Perché il fuoco non muore.”

Dopo l’improvvisa scomparsa, il riconoscimento della personalità umana, artistica e politica di Tina Modotti, fu quasi immediato, soprattutto in America Latina, poi cadde nell’oblio per lungo tempo. Oggi c’è una riscoperta e una valorizzazione di questa donna d’eccezione, grazie ai tanti estimatori, tra cui la Barckhausen Canale, che con la raccolta di materiali biografici, studi approfonditi, mostre delle sue opere, tentano di risarcirla delle dimenticanze della Storia.

 

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