Licenza di diseducare
19 Ottobre 2021
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Licenza di diseducare

Il mestiere più bello, in assoluto, è l’arte dell’educare; tra queste, una figura maestosa è il Docente: libero di educare in scienza e coscienza, senza limitazioni, anche se nel rispetto delle relative norme e programmi: L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato (art. 33 della Costituzione). Mi chiesi allora che cosa significasse e trovai una risposta condivisa: La libertà d’insegnamento significa possibilità e diritto per il docente di scegliere il mezzo con cui manifestare il proprio pensiero, le teorie che intende professare e, soprattutto, il metodo e la metodologia di insegnamento coerentemente alla disciplina di cui è titolare. La sintesi tra i vari docenti e discipline insegnate, è affidata “al discente” e coordinata dal consiglio di classe.

Programmi, norme e consapevolezza, dal mio punto di vista, troppo assenti nel lavoro che veniva e viene svolto. Per averlo rivendicato sempre, nella scuola Statale, ho avuto educanti vicende che mi hanno reso consapevole di quanto oggi constatiamo: ai nostri giovani di ieri ed a quelli di oggi, mancano gli strumenti per discriminare le miriadi di informazioni che navigano sui social e su tutte le altre fonti informative, oltre, ovvio, a quelle fornite dalla scuola. A niente sono valse le raccomandazioni di studiare e di “frequentare il digiuno da TV, Internet, e qualsivoglia influencer e fabbricatore di zombi”. Si mette in discussione tutto e tutti disconoscendo le competenze altrui ed arrivando a fare di una opinione la verità. E questo rimane anche il rischio docente, in particolare per quanti presentavano e presentano una paginetta di programma scopiazzata anno per anno. Come allora, nelle scuole “calpestate”, oggi si assiste al potere delle opinioni da bar declamate da politici ed opinionisti e che rimbalzano “acriticamente” nelle aule.

Nelle scuole molisane, ieri, i docenti “titolati”, snobbarono quel prof. irriverente che si permetteva di indicare metodo, metodologie, i riferimenti culturali ed il relativo programma spalmato nei cinque anni di lavoro diviso per anni, quadrimestri e verifiche mensili (200 pagine). Mi divertivo ad inventare modalità di verifiche su schede (1989/si chiamava e si chiama “docimo- logia”) sulle quali trascrivevo contenuti sballati perché i ragazzi apprendessero la modalità delle verifiche, considerato che il docente trasmette contenuti che vanno verificati. Si chiama “apprendimento dialettico”. Che cosa fa aumentare il volume di un muscolo? risposta aperta. “la visione di Cicciolina al bagno”, rispose uno studente spiritoso. Risposta esatta, perché la domanda non specificava particolari ed era generica. E vai a modificare la modalità di proporre domande aperte, chiuse etc. Oggi quei colleghi ed anche i nuovi, sono stati costretti al giochino delle domande, dei test: uau! ma provate a chiedere come vanno elaborati perché abbiano una validità tecnica e scientifica. Come ieri si riempiono carte inutili, perché rese tali dall’incompetenza. Quando decisi di vedere cosa ci fosse dietro Costituzione, norme e disposizioni ministeriali, trovai il nulla: Dirigenti, colleghi, Ispettori e Ministeriali addormentati sui luoghi comuni imperanti ed intristiti sui loro ruoli intesi ad arrampicare specchi e raccomandazioni per ruoli superiori, attenti unicamente agli aumenti contrattuali con corresponsabile “colpa grave” delle organizzazioni sindacali. Con troppa facilità si sono snobbati “i mostri rompipalle”, probabilmente perché questi, ieri ed oggi, mostrano i limiti alle autocertificazioni di sapere. Si sono legittimati i docenti autocertificati che ad ogni possibile concorso cercavano il padrino di turno per superarlo e si sono isolati e/o martoriati quegli altri che, consapevoli dei propri limiti, studiavano e lavoravano con i ragazzi per formare ed educare uomini e donne alle sfide del vivere e del sapere.

Ultimamente ho ascoltato con attenzione un prof. di chimica organica “no vax”, ma questi, oltre ai triti luoghi comuni e secondo me, non ha suggerito nessuna motivazione scientifica, nessuna.

Risultato? Abbiamo una legittimata scuola diseducante! Ai dilaganti secondo me, ci si può opporre facendo “educazione e formazione”. Quindi: Google, che significa educazione e formazione? Professore caro, se non lo hai ancora capito, prenditi un anno sabbatico e mettiti a studiare spogliandoti della tua saccenza! ma Google non risponde così, allora si leggono le risposte senza comprendere il testo ed i contesti! Si generalizza, incorporando opinioni inscritte sul proprio non sapere, diventando verità soggettive assolute e “vai con la movida fracassona”.☺

 

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