lipu a copenaghen
20 Febbraio 2010 Share

lipu a copenaghen

Diciannove partner di BirdLife International (LIPU in Italia) stanno partecipando alla conferenza sul clima di Copenaghen: “Chiediamo ai leader mondiali che si accordino per definire target concreti di riduzione delle emissioni di gas serra” afferma Melanie Heath, esperta sul cambiamento climatico di BirdLife International “I cambiamenti climatici sono in corso e in alcune zone la temperatura media si è alzata oltre la soglia dei due gradi. Per agire per un significativo rallentamento o limitazione dell’incre- mento della temperatura abbiamo una finestra aperta fino al 2015”. Gli impatti dei cambiamenti climatici, inclusi siccità, inondazioni, insuccessi nei raccolti, aumento dei livelli del mare ed eventi meteorologici estremi, sono stati avvertiti in tutto il mondo. Le popolazioni più povere e gli ecosistemi più fragili sono stati colpiti duramente. Inoltre gli areali di specie vegetali e animali si stanno già spostando verso latitudini (Polo Nord) e altitudini più elevate e studi affermano che molte specie non saranno in grado di adeguarsi alle nuove condizioni ne climatiche ne ecologiche.

“Crediamo sia essenziale – prosegue Melanie Heath – che i risultati di Copenaghen sottolineino l’importanza vitale di salvaguardare la biodiversità, gli ecosistemi e i servizi essenziali che essi forniscono nell’adattamento e nella mitigazione dei cambiamenti climatici”. Se in buona salute, ambienti ricchi di biodiversità svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere e aumentare l’elasticità (resilienza) ai cambiamenti climatici aiutando a mitigare i suoi effetti. Conservando habitat ricchi in carbonio, come foreste e torbiere, possiamo assicurare che il carbonio rimanga immagazzinato in questi ecosistemi continuando ad essere isolato dall’atmosfera.

Gli ecosistemi in buona salute, inoltre, giocano un ruolo chiave nell’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso la protezione di risorse naturali di base e fornendo opzioni alternative di sostentamento.

BirdLife International fa parte del “Climate Action Network”, una rete di 500 organizzazioni non governative, che sta lavorando per limitare i cambiamenti climatici a livelli di sostenibilità e,  a Copenaghen, chiede un ambizioso e vincolante accordo in grado di fronteggiare la minaccia globale che i cambiamenti climatici rappresentano nei confronti della natura e delle popolazioni umane e che debba  seguire le seguenti 5 azioni:

1. Taglio delle emissioni globali in misura sufficiente a limitare l’aumento della temperatura media globale a meno di due gradi rispetto ai livelli preindustriali. I Paesi sviluppati dovrebbero assumere la leadership nel taglio delle emissioni, ma anche i Paesi a rapido sviluppo industriale devono seguire questa direzione. Le emissioni globali devono raggiungere un picco e poi diminuire prima del 2020, per ridursi dell’80% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990.

2. Riconoscere l’importanza vitale di salvaguardare la biodiversità, gli ecosistemi e i servizi essenziali che essi forniscono nella mitigazione dei cambiamenti climatici, in particolare la riduzione delle emissioni derivante dalla deforestazione e degradazione (REDD). La deforestazione tropicale incide per il 15-20% del totale delle emissioni causate dall’uomo. Il meccanismo del “REDD” deve inserire come priorità la conservazione delle foreste tropicali naturali, in quanto importante deposito di carbonio, ed escludere la conversione di foreste naturali in foreste a uso industriale o aree per coltivazioni agricole. REDD deve rispettare, supportare e promuovere i diritti delle popolazioni locali indigene.

3. Riconoscere l’importanza vitale di salvaguardare la biodiversità, gli ecosistemi e i servizi essenziali che essi forniscono nell’adattamento ai cambiamenti climatici. Se in buona salute, ambienti ricchi di biodiversità svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere e aumentare l’elasticità (resi- lienza) ai cambiamenti climatici.

4. Fornire fondi ai Paesi in via di sviluppo per ridurre le emissioni da deforestazione, favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici e supportare uno sviluppo a basso tasso di carbonio (low carbon). Almeno 200 miliardi di dollari saranno necessari ogni anno entro il 2020, inclusi 35 miliardi per il “REDD”, e 100 miliardi per favorire l’adattamento dei Paesi in via di sviluppo all’inevitabile impatto dei cambiamenti climatici.

5. Assicurare meccanismi trasparenti inerenti i crediti di carbonio. Le attuali regole consentono di “nascondere” le emissioni causate da un determinato uso del suolo e allo stesso tempo di reclamare crediti  per l’immagazzinamento del carbonio. Le regole proposte a Copenhagen, così come si stanno sviluppando, potrebbero addirittura essere peggiorative.

Per logica sappiamo che domani i costi saranno più alti sia in termini economici, che ambientali e umani fino ad arrivare ad un giorno in cui diventeranno insostenibili. Quel giorno il denaro non avrà più valore perché nessuna azione potrà fermare la febbre del pianeta. ☺

crfs.casacalenda@lipu.it

 

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