Lo sdegno e il coraggio
9 Dicembre 2021
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Lo sdegno e il coraggio

Non sempre abbiamo la consapevolezza di cosa significhi “avere coraggio”. Ho sempre associato questa parola ad un atto eroico, a gesti importanti o a chi in situazioni estreme affronta la paura del rischio o del pericolo.

Questi mesi passati, o forse no, hanno evidenziato come questa parola sia diventata molto comune nella nostra quotidianità. La pandemia ha messo in luce tanti “eroi” che hanno svolto il loro lavoro consapevoli del rischio, senza sfuggire però alle loro responsabilità. La paura, l’isolamento e la non normalità della vita, hanno suscitato tante promesse e l’assoluta consapevolezza di vivere il qui ed ora. Tante parole. Tante. Se mi guardo intorno, se ascolto, se osservo, non vedo molti atti di coraggio. E se ci sono, vengono coperti da quelli codardi.

In politica, in chi ci governa e rappresenta, la memoria dei giorni bui e della paura è stata facilmente cancellata a discapito, come sempre, dei cittadini e delle categorie più deboli.

Abbiamo ripreso le distanze da chi arriva da lontano, da chi è vicino e non per paura del contagio. È la difesa del territorio che conta e di ciò che mi appartiene. Sembrerebbe tutto uguale a prima? Lavorando con i “piccoli” ricevo spesso lettere, il più delle volte, con frasi sgrammaticate ma che esprimono un affetto sincero e spontaneo e un grazie, senza nulla pretendere.

Allarga il cuore alla speranza e alla consapevolezza che pur essendo grandi dovremmo ritornare piccoli e soprattutto ai piccoli che incontriamo ogni giorno. C’è bisogno di tenerezza e di vero coraggio per prenderci cura di noi stessi e degli altri. Nessuno escluso. Dobbiamo ritrovare il coraggio di indignarci di fronte alle ingiustizie e ai soprusi di chi pensa di essere più forte.

Proprio come dice Sant’Agostino: “speranza ha due figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle”.☺

 

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