L’olio di qualità
26 Dicembre 2018
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L’olio di qualità

In tutti i settori si rincorrono dinamiche positive e negative. I relativi attori traggono dagli eventi spunti di riflessione per dialogare in tutti i momenti in cui ci si trova faccia a faccia e abbiamo bisogno di argomenti per intrattenerci. Non è difficile sentire dal medico, in attesa del proprio turno, disquisizioni sull’annata olivicola, soprattutto in questo periodo e soprattutto in riferimento al tema della mosca olearia: “madonn che schif quest’ann”, “meno mal ch tieng engor ‘n co d’oio viecch”, e ancora “io nlje cot pnient”. Insomma ci si racconta a 360 gradi e, nel raccontarci il dramma di un’annata olivicola difficile, ognuno tira fuori la propria teoria. Sta di fatto che negli ultimi 5 anni, tre annate sono state a dir poco terribili. Nel 2014 possiamo dire che l’olivicoltore è stato colto di sorpresa e solo pochi sono riusciti ad avere un olio accettabile. Nel 2016, altra annata difficile, si era un po’ più preparati ma comunque molti hanno arrancato per avere un prodotto mediocre.

Nell’annata in corso, definibile come l’annata della consapevolezza, tanti olivicoltori (soprattutto quelli che producono per autoconsumo), di fronte ad un pericolo annunciato, hanno provveduto a correre ai ripari, anticipando fortemente la raccolta. Infatti, molti olivicoltori, hanno iniziato le operazioni di raccolta, già alla fine di settembre, suscitando anche tanta ilarità in chi non è del settore. Beh, dopo tre annate nefaste, in cinque anni, penso sia giunto il momento di interrogarsi e decidere che atteggiamento assumere di fronte a questa tematica. La mosca dell’olivo, è un insetto che, nei suoi interessi, cerca di svolgere più cicli ogni anno tale da garantire la conservazione della specie. Il nostro compito, come olivicoltori e come tecnici, è quello di monitorare la popolazione e intervenire, laddove la presenza del parassita si fa pericolosa per la sanità delle olive. Il nostro intervento, per essere efficace, deve necessariamente passare per una conoscenza della fisiologia dell’ olivo e dell’insetto. Dobbiamo anche sapere, tra l’altro, che le strategie di controllo del parassita variano a seconda del regime di coltivazione in cui ci troviamo (convenzio- nale oppure biologico).

Tutte le strategie di controllo del parassita passano per il suo monitoraggio, che avviene attraverso delle trappole cromotropiche (il colore fa da attrattivo per l’insetto) a ferormone sessuale (il maschio viene attirato dall’odore della femmina). Per un controllo biologico del nostro oliveto dobbiamo intervenire, con prodotti consentiti dalla normativa, appena raccogliamo le prime catture mentre, per i trattamenti consentiti in agricoltura convenzionale si interviene dopo che abbiamo avuto un picco di catture e dopo aver verificato le ovo deposizioni sui frutti.

Ma al di là di questi tecnicismi, di cui il vero olivicoltore è a conoscenza, vediamo come ci dobbiamo comportare da consumatori di fronte ad una annata cosi drammatica. Innanzitutto, dovremmo avere sempre il nostro fornitore di olio di fiducia, che deve essere tecnicamente preparato e che sappia prendersi cura del prodotto che commercializza. Evitiamo di acquistare olio vecchio poiché, per quanto di qualità, è sempre un olio che ha minimo 12 mesi di vita e sicuramente ha un valore di polifenoli tendenzialmente basso anche se conservato bene. Si tenga conto che il valore salutistico di un olio è legato principalmente alla dotazione di polifenoli che sono antiossidanti naturali e che contribuiscono al nostro benessere psicofisico. Ricordarsi che un olio di qualità deve essere sempre amaro e piccante nonché fruttato (ossia deve avere un odore e un sapore che ci ricorda le olive).

È ovvio che per verificare le suddette caratteristiche l’olio deve essere assaggiato prima di essere acquistato, soprattutto se si effettua un acquisto consistente (scorta per tutto l’anno). Un olio che è poco amaro e poco o affatto piccante, è un olio, che potrebbe anche piacere al cliente ma sicuramente è un olio di scarso valore salutistico. Sicuramente il prezzo potrebbe fare la differenza ma relativamente a questa tematica si apre un capitolo difficile da dipanare poiché estremamente soggettivo. Di certo un olio di qualità non può costare meno di 8/9 € al litro e qualora si dovessero trovare oli al di sotto di tale prezzo è lecito dubitare della qualità nonché anche della sua provenienza. Attenzione! Chi vive di commercio sa che spesso la qualità è legata al prezzo per cui volutamente alza il prezzo per far passare il messaggio che il prodotto che sta proponendo è di qualità pur non essendolo (doppia fregatura!).

Confermo, che il prodotto che si sta per acquistare, deve necessariamente essere assaggiato prima. Basta meno di un cucchiaino per sentire se un olio ha i parametri della qualità e se, in una annata così difficile come quella appena trascorsa, si trovano oli di qualità sicuramente non sono i centesimi che devono farvi decidere per l’acquisto o non del prodotto. Magari se ne compra meno ma non optate per un olio meno buono solo per un prezzo più vantaggioso. Si può risparmiare su tutto, ma non sia il prezzo a determinare la scelta di un prodotto alimentare, e ciò vale anche e soprattutto, per un olio di qualità “Amaro e Piccante”.☺

 

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