macigni da spostare   di Cristina Muccilli
30 Maggio 2012 Share

macigni da spostare di Cristina Muccilli

 

Non abbiamo che questa virtù: cominciare

ogni giorno la vita – davanti alla terra,

sotto un cielo che tace – attendendo un risveglio.

Si stupisce qualcuno che l'alba sia tanta fatica;

di risveglio in risveglio un lavoro è compiuto.

Ma viviamo soltanto per dare un brivido

al lavoro futuro e svegliare una volta la terra.

E talvolta ci accade. Poi torna a tacere con noi.

(Pavese – Fine della fantasia)

Talvolta ci accade ed è per questo che dobbiamo continuare a provarci e a provarci e ancora e ancora. Soprattutto ora, soprattutto noi. Sono furiosa e mi ripeto, lo so. Ma:

– i ragazzi dell'Istituto Professionale Morvillo e Falcone di Brindisi muoiono dilaniati dalla bomba di una mafia che porta a riscossione accordi non rispettati dalla politica connivente (e segmenti di istituzioni);

– i cittadini italiani, greci, spagnoli, portoghesi sono senza un presente e non immaginano più il futuro;

– noi molisani saremo chiamati di nuovo a darci un governo, e riflettere non ci è mai piaciuto molto.

Sono macigni assai pesanti da spostare ed è per questo che bisogna provare a tracciare una strada, e l'unica possibile si chiama aggregazione. Dobbiamo provare a ricostruire percorsi di conoscenze e consapevolezza partendo da ciò che abbiamo più vicino e da ciò che ci manca, ovvero muoverci con ciò che, in una partecipata riunione del Comitato Primo Marzo, abbiamo definito “lo sguardo basso e orizzontale”.

Proviamo ad usare queste categorie per analizzare i tre problemi esposti prima, così, empiricamente.

Mafia   conoscenze – consapevolezza; prossimità – sottrazione (negazione)

Crisi    conoscenze – consapevolezza; prossimità – sottrazione (negazione)

Elezioni (Molise)  conoscenze – consapevolezza; prossimità – sottrazione (negazione)

Credo che sia lampante, superfluo quasi, soffermarsi sull'utilità e utilizzo delle prime due categorie ma che non siano così scontate le seconde.

Al primo punto potremmo cominciare a chiederci cosa ci nega e ci sottrae la mafia e a quale prossimità vogliamo guardare. Al secondo punto potremmo chiederci cosa ci nega e ci sottrae la crisi e quali territori di vicinanza vogliamo sviluppare. Al terzo punto dobbiamo chiederci semplicemente quanto ancora vogliamo farci sottrarre e cosa ancora farci negare e quale strategia di prossimità utilizzare.

Da questo risibile schemino però, viene fuori una considerazione difficilmente contestabile ed è questa: applicando queste categorie ai punti citati (e a tanti altri) possiamo comporre una varietà infinita di quesiti ed ottenere una equivalente teoria di risposte, ma per ognuno dei punti presi in considerazione si avrà un solo risultato uguale per tutti, ovvero l'insieme, la compagine, il movimento unitario, la contiguità, l'aggregazione.

Lì dove il capitale ha diviso gli stati, grazie ad una netta divergenza tra politiche economiche e politiche sociali, in modo da metterli in competizione tra loro per l'acquisizione di capitali d'investimento, lì deve nascere uno spazio di grande contrapposizione sociale, lì il neoumanesimo, lì la rivolta, lì ancora una volta l'aggregazione. E lì dove il capitale ha stornato da sé il pagamento della crisi imponendolo alle classi più basse attraverso licenziamenti e tassazioni, lì deve crescere il progetto dettato dallo “sguardo basso e orizzontale”, lì devono nascere le nostre piccole proposte di grandi cambiamenti. Spiego il punto portando ad esempio proprio le nostre disastrate realtà. Il Molise è oggi ancora una volta terra di emigrazione: ebbene perché non immaginiamo di costruire piccoli, grandi progetti di turismo accessibile e non invasivo – qualcuno lo ha già fatto per i tratturi (per quel che so ancora inascoltato)- o di itinerari gastronomici, o di percorsi artistici o paesaggistici? E tutto pensato, progettato commercializzato dal basso senza attendere interventi che non arriverebbero mai. Ci sono gli esperti, manco a dirlo, c'è forza lavoro in abbondanza (considerando gli autoctoni e i migranti) manca un unico elemento, la voglia di mettersi insieme.Ancora una volta aggregazione.☺

cristina.muccilli@gmail.com

 

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