Molise: mala sanità e pessima politica
1 Febbraio 2021
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Molise: mala sanità e pessima politica

Così il Commissario ad acta Giustini: “Purtroppo ho verificato quanto già segnalatomi dal comando dei NAS di Campobasso, circa il persistere di situazioni incompatibili nello stesso ospedale (Cardarelli) in ragione della copresenza di pazienti Covid e no Covid, nello svolgimento di prestazioni di assistenza sanitaria, nonché l’insorgenza di cluster nei vari reparti di Chirugia e Medicina. Tale grave situazione ha portato alla chiusura di reparti di Chirurgia per patologie ordinarie con il blocco dell’attività operatoria”. Così conclude il documento che il Commissario ha inviato a tutte le autorità nazionali e regionali il 14/01/2021: “per tali ragioni ritengo necessario rilanciare il progetto Vietri, quale centro Covid – Hospital”.

D’altronde il Commissario Giustini aveva già in passato sottolineato le gravi responsabilità del presidente Toma, il quale con le sue scelte e la sua condotta, sempre secondo il Commissario ad acta, aveva determinato sofferenze e lutti alla popolazione molisana.

La risposta del presidente della regione Toma non si è fatta attendere e con un decreto del 16/01/2021, due giorni dopo, scrive: “La struttura commissariale… provvederà ad informare preventivamente il Presidente della regione Molise in ordine ai provvedimenti in corso di adozione riguardanti attività sanitarie connesse all’emergenza Covid”. Nella sostanza il presidente, utilizzando i machiavelli della burocrazia, commissaria il Commissario.

Se non fossimo entro una tragedia umana e sociale, noi potremmo pensare ad una delle tante sceneggiate italiane. Ma non è così: ogni giorno ascoltiamo un rosario di morti e ricoverati da coronavirus che trasformano questa sceneggiata in un nauseante balletto, nauseante, perché è in gioco la vita e il dolore delle persone. Lo spettacolo di questi mesi è uno dei punti più vergognosi della politica molisana grazie alla quale ogni principio e valore etico sono stati calpestati da un potere che si nutre di cinismo e di arroganza.

La fonte rivista, la Diocesi di Termoli-Larino, la maggioranza dei sindaci molisani, anche la maggioranza del Consiglio regionale, insieme al Commissario ad acta  avevano chiesto, proprio per evitare i drammi ai quali fa cenno il Commissario Giustini, di trasformare l’ospedale di Larino in un Covid – Hospital. Tutto sembrava muoversi verso questa scelta, persino le voci dei palazzi romani, poi nelle ultime ore di quel giorno è accaduto qualcosa e tutto è cambiato: la prospettiva del Covid – Hospital a Larino è stata cancellata. Il Commissario Giustini  affermava  allora, e continua a ripetere oggi, che quella scelta fu resa possibile dai traffici di Toma. Dimentica il nostro Commissario che lui nei palazzi romani non si oppose con la determinazione necessaria, e non fece l’unica cosa dignitosa e che forse avrebbe cambiato il corso delle cose: dimettersi, tornare in Molise e chiedere di mobilitarsi ai tanti che avevano sostenuto il Covid – Hospital contro gli intrighi di Toma.

Sono passati mesi e mesi da quando è scoppiata l’emergenza Covid, eppure questa brutta storia di malasanità e di pessima politica continua.

La fonte, la Diocesi di Termoli-Larino, comuni consapevoli dei grandi problemi hanno messo sul tavolo l’unica vera strategia che può in futuro prevenire i drammatici problemi dell’oggi e che può ricostruire un sistema sanitario, ovvero la riaffermazione e lo sviluppo della medicina nel territorio, la centralità della prevenzione, la cura della salute prima ancora della cura della malattia, l’ospedale come ultimo anello del sistema sanitario. Ma i duellanti su questa decisiva questione sono sordi e muti.

Francamente pensavo che lo spettacolo del duo Toma – Giustini fosse l’ultimo atto di questa indecente storia di casa nostra. Ho sbagliato e ancora una volta la realtà è andata ben oltre la fantasia. Una consigliera regionale, della quale si dice che abbia brigato e organizzato la crisi della giunta comunale di Casacalenda, ha avuto una pensata tanto geniale quanto immorale: fare i tamponi gratis ai cittadini – elettori di Casacalenda. La stessa consigliera, nota per la sua generosità e filantropia, si era opposta all’Ospedale Covid di Larino e nulla aveva fatto in consiglio regionale, perché venissero garantiti i diritti sanitari ai cittadini molisani, ma oggi, a pochi mesi dalle elezioni a Casacalenda, vuole fare un atto d’amore verso i Casacalendesi. Siamo ben oltre l’indecente spettacolo di Toma e Giustini. I cittadini di quel piccolo e meraviglioso comune trattati come cavie elettorali, spogliati dei loro diritti e della loro dignità, umiliati come fossero anime morte, alla mercè di un potere politico cinico e strumentale. Forse la nostra pensa di essere ancora in quel lontano passato quando i nostri poveri antenati, anche per emigrare, avevano bisogno del lasciapassare di quel mondo politico che aveva il monopolio del potere. Speriamo che la nostra ci risparmi quel gesto che ha avuto un grande maestro nei primi anni del dopoguerra: Achille Lauro, il quale, nella sua campagna elettorale a sindaco di Napoli, dava una scarpa prima del voto e una dopo il risultato elettorale. La nostra, dopo i tamponi gratis, potrebbe avere la pensata di distribuire gratis il vaccino prima delle elezioni e poi regalare il richiamo dopo il risultato elettorale, magari dopo un accurato controllo del voto degli elettori. Più di cinquant’anni fa un gruppo di giovani per le vie di Casacalenda ripeteva: “Ribellarsi è giusto!”. Ancora oggi quel messaggio conserva per intero il suo valore.☺

 

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