natale
2 Dicembre 2010 Share

natale

 

Ci sono parole capaci più di altre di evocare immagini ed emozioni immediate nella nostra mente, nel nostro cuore. Parole-simbolo. Parole che secoli d’uso hanno rese dense di significati e di profumi inconfondibili. Una di queste è Natale. Natale: neve, famiglia, infanzia! Ed è soprattutto a Natale che mi accorgo che mai mi riprenderò dalla mia incomparabile infanzia. Sarà la mia malinconia di persona adulta a farmi idealizzare la routine dei miei anni di bambina, perché so che non sempre sono stata felice, né lo sono stata al di sopra di ogni cosa, ma di quegli anni ho un ricordo così nitido, così acuto e pieno di nostalgia che mi è impossibile dubitare della loro bellezza e levità.

Oggi il godimento di essere prigioniera nel cerchio di un’emozione pura si è spezzato, eppure ancora subisco la seduzione che le feste natalizie nascondono; l’incanto insito nell’attesa, nello stupore che il Natale promette. Ancora mi lascio prendere dal fascino della coreografia tradizionale: stelle, zampogne e pastorelli che danno vita al presepe, peraltro caro a tutti, anche se ho un’altra percezione del Natale, più vera, più essenziale, spoglia dalla retorica sentimentale, dagli orpelli consumistici, dalle stravaganze d’importazione, dai messaggi insulsi e banali, prodotti dagli ossessivi strumenti mediatici. Il Natale è nascita assoluta. Ogni uomo che viene alla luce, ogni uomo che, morendo, torna alla luce, ogni uomo che lotta per una causa giusta, ogni uomo che accoglie, che ospita senza discriminazioni, ogni uomo che è attento e si impegna per gli ultimi… ripete il miracolo del Natale di Cristo, il miracolo dell’Incarnazione.

Carolina

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