nevicata
31 Dicembre 2010 Share

nevicata

 

Nevica. Seduta accanto al caminetto mi lascio coccolare dal calore della fiamma. Le ombre rannicchiate agli angoli, il tonfo di un ramo che si spezza, il passo ovattato di un passante, la danza crepitante delle faville, mi portano oltre le ferite dei pensieri, nel sapore di tempi perduti.

Ho voglia di nonne, oggi, d’infanzia, di favole. Forse sono rimasta un po’ bambina. Normale per una che da anni insegna in una scuola primaria: tuffo quotidiano in occhi di stupore, sguardi limpidi, visi candidi, anime belle. È ai miei piccoli di prima classe che penso mentre cerco in un libro, fiabe nuove, anzi antiche.

 Mi piacciono i libri di fiabe; mi fanno sognare le immagini, mi incantano i colori, mi affascinano i punti di vista insoliti, i grandi scarti di proporzioni, le storie fantastiche, i personaggi privi di peso che ti trascinano nei  loro voli…

Ho aperto davanti a me un libro di Andersen, amo il suo romanticismo, la sua nordica malinconia su cui si regge il suo particolare ottimismo. Rileggo la favola del Brutto anatroccolo e la vedo in un’angolazione diversa; questa storia di papere e cigni, di brutti e di belli, di sorprendenti rivelazioni delle proprie potenzialità, è una vicenda che narra di un avvento, l’approssimarsi di un cucciolo all’entrata trionfale nella vita, o, meglio, ancora, racconta, di un natale, il brutto anatroccolo nasce sul serio a una nuova vita, quando ritrova fiducia, scopre se stesso e le sue possibilità.

Oggi nevica e la scuola è chiusa, ma domani la racconterò ai miei alunni. Anche le fiabe servono per incamminarli positivamente alla vita, per parlare alle zone più delicate del loro cuore, per arricchire la loro embrionale umanità.

Carolina

 

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