Nevica. Seduta accanto al caminetto mi lascio coccolare dal calore della fiamma. Le ombre rannicchiate agli angoli, il tonfo di un ramo che si spezza, il passo ovattato di un passante, la danza crepitante delle faville, mi portano oltre le ferite dei pensieri, nel sapore di tempi perduti.
Ho voglia di nonne, oggi, d’infanzia, di favole. Forse sono rimasta un po’ bambina. Normale per una che da anni insegna in una scuola primaria: tuffo quotidiano in occhi di stupore, sguardi limpidi, visi candidi, anime belle. È ai miei piccoli di prima classe che penso mentre cerco in un libro, fiabe nuove, anzi antiche.
Mi piacciono i libri di fiabe; mi fanno sognare le immagini, mi incantano i colori, mi affascinano i punti di vista insoliti, i grandi scarti di proporzioni, le storie fantastiche, i personaggi privi di peso che ti trascinano nei loro voli…
Ho aperto davanti a me un libro di Andersen, amo il suo romanticismo, la sua nordica malinconia su cui si regge il suo particolare ottimismo. Rileggo la favola del Brutto anatroccolo e la vedo in un’angolazione diversa; questa storia di papere e cigni, di brutti e di belli, di sorprendenti rivelazioni delle proprie potenzialità, è una vicenda che narra di un avvento, l’approssimarsi di un cucciolo all’entrata trionfale nella vita, o, meglio, ancora, racconta, di un natale, il brutto anatroccolo nasce sul serio a una nuova vita, quando ritrova fiducia, scopre se stesso e le sue possibilità.
Oggi nevica e la scuola è chiusa, ma domani la racconterò ai miei alunni. Anche le fiabe servono per incamminarli positivamente alla vita, per parlare alle zone più delicate del loro cuore, per arricchire la loro embrionale umanità.
Carolina
Nevica. Seduta accanto al caminetto mi lascio coccolare dal calore della fiamma. Le ombre rannicchiate agli angoli, il tonfo di un ramo che si spezza, il passo ovattato di un passante, la danza crepitante delle faville, mi portano oltre le ferite dei pensieri, nel sapore di tempi perduti.
Ho voglia di nonne, oggi, d’infanzia, di favole. Forse sono rimasta un po’ bambina. Normale per una che da anni insegna in una scuola primaria: tuffo quotidiano in occhi di stupore, sguardi limpidi, visi candidi, anime belle. È ai miei piccoli di prima classe che penso mentre cerco in un libro, fiabe nuove, anzi antiche.
Mi piacciono i libri di fiabe; mi fanno sognare le immagini, mi incantano i colori, mi affascinano i punti di vista insoliti, i grandi scarti di proporzioni, le storie fantastiche, i personaggi privi di peso che ti trascinano nei loro voli…
Ho aperto davanti a me un libro di Andersen, amo il suo romanticismo, la sua nordica malinconia su cui si regge il suo particolare ottimismo. Rileggo la favola del Brutto anatroccolo e la vedo in un’angolazione diversa; questa storia di papere e cigni, di brutti e di belli, di sorprendenti rivelazioni delle proprie potenzialità, è una vicenda che narra di un avvento, l’approssimarsi di un cucciolo all’entrata trionfale nella vita, o, meglio, ancora, racconta, di un natale, il brutto anatroccolo nasce sul serio a una nuova vita, quando ritrova fiducia, scopre se stesso e le sue possibilità.
Oggi nevica e la scuola è chiusa, ma domani la racconterò ai miei alunni. Anche le fiabe servono per incamminarli positivamente alla vita, per parlare alle zone più delicate del loro cuore, per arricchire la loro embrionale umanità.
Nevica. Seduta accanto al caminetto mi lascio coccolare dal calore della fiamma. Le ombre rannicchiate agli angoli, il tonfo di un ramo che si spezza, il passo ovattato di un passante, la danza crepitante delle faville, mi portano oltre le ferite dei pensieri, nel sapore di tempi perduti.
Ho voglia di nonne, oggi, d’infanzia, di favole. Forse sono rimasta un po’ bambina. Normale per una che da anni insegna in una scuola primaria: tuffo quotidiano in occhi di stupore, sguardi limpidi, visi candidi, anime belle. È ai miei piccoli di prima classe che penso mentre cerco in un libro, fiabe nuove, anzi antiche.
Mi piacciono i libri di fiabe; mi fanno sognare le immagini, mi incantano i colori, mi affascinano i punti di vista insoliti, i grandi scarti di proporzioni, le storie fantastiche, i personaggi privi di peso che ti trascinano nei loro voli…
Ho aperto davanti a me un libro di Andersen, amo il suo romanticismo, la sua nordica malinconia su cui si regge il suo particolare ottimismo. Rileggo la favola del Brutto anatroccolo e la vedo in un’angolazione diversa; questa storia di papere e cigni, di brutti e di belli, di sorprendenti rivelazioni delle proprie potenzialità, è una vicenda che narra di un avvento, l’approssimarsi di un cucciolo all’entrata trionfale nella vita, o, meglio, ancora, racconta, di un natale, il brutto anatroccolo nasce sul serio a una nuova vita, quando ritrova fiducia, scopre se stesso e le sue possibilità.
Oggi nevica e la scuola è chiusa, ma domani la racconterò ai miei alunni. Anche le fiabe servono per incamminarli positivamente alla vita, per parlare alle zone più delicate del loro cuore, per arricchire la loro embrionale umanità.
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.