Non è stato un anno bellissimo
27 Dicembre 2020
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Non è stato un anno bellissimo

Voglio fare a tutte e tutti voi gli auguri, con la speranza che sia per voi un anno felice, un anno di salute. Che anno sarà per il mondo, non lo posso sapere, naturalmente, ma temo che non sarà un anno bellissimo. Temo che noi continueremo a maltrattare la natura come se le sue ricchezze fossero inesauribili, e temo anche che continueremo ad essere indifferenti di fronte a quello che succede in altre parti del mondo, e che questa nostra indifferenza crescerà con la distanza nella quale succedono le cose.

Cosi avevo cominciato il mio contributo per il numero di la fonte nel mese di gennaio del 2020,  e non potevo in nessun modo immaginare come sarebbe stato quest’anno che sta per finire.  Prima di tutto voglio esprimere il mio desidero che nessuna e nessuno di voi, lettrici e lettori, abbia sofferto la perdita di una persona cara, di un parente o di una amica o un amico, e che nessuna e nessuno di voi abbia dovuto passare per la sofferenza che comporta questa maledetta malattia del coronavirus!

A me, personalmente, questa pandemia non ha cambiato molto la vita. Anche in tempi normali esco poco di casa, ho un lavoro che mi permette di rimanere a casa davanti al computer, ed ho una persona cara accanto che si occupa di tutte le cose che si devono fare fuori casa. Anche la mia famiglia, figlia e nipoti, hanno trascorso le diverse quarantene a Berlino, Guinea Bissau e Barcellona senza grandi problemi, tranne il fatto che mio nipote Jonas non si potrà sposare, come aveva progettato, in Messico nel mese di dicembre. Ma tutti noi abbiamo sperimentato questa paura costante, questa impotenza costante, e ci siamo posti ogni giorno la domanda sul futuro nostro, dei nostri cari e del mondo.

Le notizie relative al coronavirus hanno occupato quasi totalmente i giornali, le TV ed i social media, e quasi non ci siamo occupati di quello che succedeva nel mondo. Qui, in Italia, il resto del mondo esisteva solo quando si trattava delle cifre dei contagiati e dei morti, con l’eccezione delle elezioni negli USA. Ma cosa abbiamo saputo, per esempio, di quello che succedeva in Bolivia? O in Cile? Abbiamo sentito parlare della “Dichia- razione di La Paz”, firmata l’8 novembre nella capitale della Bolivia? Il titolo completo è: “Dichiarazione in difesa della democrazia di fronte al golpismo della ultradestra”, e questo titolo ci dovrebbe svegliare, perché coinvolge anche noi, qua, in Europa. La dichiarazione è stata firmata da Alberto Fernández, presidente dell’Argentina, da Luis Arce, il nuovo presidente della Bolivia, e da molti altri dirigenti progressisti del continente americano e d’Europa, come per esempio Alexis Tzipras ed il Vicepresidente del governo spagnolo, Pablo Iglesias (ho notato con grande tristezza che non c’era un firmatario italiano né uno tedesco!).

“Oggi, la democrazia è minacciata, e la minaccia principale alla democrazia e alla pace sociale nel secolo XXI è il golpismo della ultradestra”, si dice nella dichiarazione, e questo tema è attuale anche in Italia ed anche in Germania. Ma in questi due paesi, la dichiarazione di La Paz è totalmente ignorata, e nei mass media hanno voce e volto quelli che dicono che la democrazia è minacciata dalle mascherine!

Se devo fare un bilancio di questo anno 2020 devo dire che non siamo usciti migliori dai primi nove mesi di pandemia e non è andato tutto bene. È cresciuto il numero di quelli che vedono un complotto dietro la pandemia, (e lo dice anche un prete in Radio Maria), cresce il numero dei No-vax e di quelli che credono che la terra è piatta. C’è una specie di ritorno al medioevo, e mia nonna mi raccontava che una cosa simile era successa in Germania poco prima che Hitler arrivasse al potere.

Voglio terminare augurandoci un anno 2021 migliore nel senso di un ritorno della supremazia della scienza, del buon senso, della solidarietà, della pace in famiglia, anche se questa è costretta a rimanere in casa. Spero che non dobbiamo più vedere che un probabile nuovo lockdown si traduca in più donne ammazzate da “bravi uomini lavoratori”, spero che  le buone prassi, come i volontari che fanno la spesa per gli anziani, si moltiplichino, che il “noi” sia più importante dell’ “io”.

Oggi, mia figlia mi ha mandato via facebook una bellissima frase che voglio regalarvi per Natale: “Quanto è privilegiata la tua vita se il dover portare una mascherina è il massimo di oppressione che hai mai sentito su di te”.☺

 

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