Fra i siti molisani che, nel calendario estivo fitto di eventi, hanno saputo coniugare la cultura con il folklore più tradizionale, c’è la chiesa di Santa Maria della Strada, in agro di Matrice, quel gioiello dell’architettura romanica locale che ha accompagnato e confortato i passi faticosi dei nostri pastori in cammino tra l’Abruzzo e le Puglie. Chi si è affacciato in questo suggestivo angolo del Molise, custode di una storia millenaria, nato sui bordi del braccio tratturale Cortile-Centocelle, e incorniciato da un paesaggio naturale di tutto rispetto, avrà avuto l’opportunità di assaporare un ferragosto in cui la fede semplice, la festa tradizionale e il suggerimento “colto” hanno saputo fondersi in maniera gradevole e intelligente.
Partiamo dalla mostra ospitata nella canonica della chiesa, Origine ed evoluzione. I fossili raccontano il tempo, organizzata ed allestita da Rocco Cirino (Presidente della sezione molisana dell’Associazione Insegnanti di Geografia) e da Roberto Colella (membro attivo dell’associa- zione, nonché Presidente del Centro Studi Storici “Vittorio Fusco” di Campobasso), che – inaugurata il 10 agosto alla presenza di Mons. GianCarlo Bregantini – è rimasta a disposizione dei visitatori, più di 700, fino alla sera del 15.
Una pagina di storia molisana, quella preistorica, che ancora non gode della sufficiente attenzione nella manualistica locale, per altro limitata, e che invece offre interessanti e nuovi terreni da esplorare sul piano della conoscenza storico-geografica, e – non da ultimo! – imprevedibili ed accattivanti opportunità di didattica laboratoriale per gli studenti.
Tra i numerosi fossili in mostra, distribuiti in tre sale e provenienti da varie aree (coralli del Matese, ammonite di Matrice, pietre del tratturo, nummuliti di Santa Maria della Strada e molti altri) nonché risalenti a tre differenti ere geologiche (Mesozoico, Cenozoico e Neozoico), particolare rilevanza rivestono quelli appartenenti ad un sito preistorico di importanza notevole, la “Morgia di Pietravalle”, situata nel territorio di Salcito e risalente al Cenozoico. Qui, a poco più di 30 km da Campobasso, dal maggio 2009 è operativa, grazie all’iniziativa del dott. Colella, un’interes- sante e creativa realtà didattica: il Laboratorio Paleontologico all’aperto, connesso alla Cattedra di Geografia Itinerante e dedicato alla memoria di Flavio Bruni, giovane campobassano scomparso l’anno scorso, da molti – coetanei e non – ricordato e amato come tifoso pulito e appassionato, ricco di interessi, studente rigoroso e creativo, per giunta membro di spicco dell’AIIG, per la quale si è speso con impegno ed entusiasmo.
Una cattedra itinerante, cos’è? È un’idea nuova di fare geografia sul territorio, in loco, in diretta, coinvolgendo in prima persona gli studenti in modo diretto e laboratoriale, e sviluppando sul posto lezioni che riguardano, in questo caso, essenzialmente le ere geologiche, la paleontologia, i fossili, eccetera.
Il Laboratorio, gestito dall’As- sociazione Italiana Insegnanti di Geografia, dal Centro Studi “Vittorio Fusco” e da Luigi Ciccarella – proprietario del terreno – risale a circa 50 milioni di anni fa e sorge in un territorio ricchissimo di fossili: qui si svolgono, nel periodo primaverile-estivo, delle giornate di studio in cui la lezione frontale sui tipi di rocce, sugli elementi generali di paleontologia, sui processi di fossilizzazione e sulla classificazione dei fossili, si alterna e si nutre dello scavo e della raccolta diretta dei fossili, con una puntatina in pausa pranzo, per chi lo desideri, al vicino agriturismo “La Morgia dei briganti”.
Lo sapevate? Chi scrive no, e pensa sia opportuno divulgare queste belle realtà di promozione dei nostri beni culturali, storici e paesaggistici.
Santa Maria della Strada è transumanza, architettura romanica, storia dell’identità molisana (terra di passaggi, terra abituata al migrare, terra forse di nessuno), è religiosità popolare e schietta, semplice ed antica – come rinunciare, la sera del 14 agosto, all’imbrunire, all’arrivo della processione mariana nella chiesetta? – ed è anche paleontologia, oggi.
Per i palati fini, ma fini davvero, infine, ottimo il panino col prosciutto (!) col quale, la sera del 14, mentre scemano gli ultimi canti della messa vespertina all’aperto, si inaugura la sagra che dà inizio ai festeggiamenti per il ferragosto: delle panche, un buon bicchiere di birra, il pane fresco, la campagna intorno che fa silenzio mentre i bambini scorrazzano sul prato.
Storia, gastronomia e fede, come in ogni buon evento, si sono intrecciate, ancora una volta, con semplicità. Facendo cultura. ☺
gadelis@libero.it
Fra i siti molisani che, nel calendario estivo fitto di eventi, hanno saputo coniugare la cultura con il folklore più tradizionale, c’è la chiesa di Santa Maria della Strada, in agro di Matrice, quel gioiello dell’architettura romanica locale che ha accompagnato e confortato i passi faticosi dei nostri pastori in cammino tra l’Abruzzo e le Puglie. Chi si è affacciato in questo suggestivo angolo del Molise, custode di una storia millenaria, nato sui bordi del braccio tratturale Cortile-Centocelle, e incorniciato da un paesaggio naturale di tutto rispetto, avrà avuto l’opportunità di assaporare un ferragosto in cui la fede semplice, la festa tradizionale e il suggerimento “colto” hanno saputo fondersi in maniera gradevole e intelligente.
Partiamo dalla mostra ospitata nella canonica della chiesa, Origine ed evoluzione. I fossili raccontano il tempo, organizzata ed allestita da Rocco Cirino (Presidente della sezione molisana dell’Associazione Insegnanti di Geografia) e da Roberto Colella (membro attivo dell’associa- zione, nonché Presidente del Centro Studi Storici “Vittorio Fusco” di Campobasso), che – inaugurata il 10 agosto alla presenza di Mons. GianCarlo Bregantini – è rimasta a disposizione dei visitatori, più di 700, fino alla sera del 15.
Una pagina di storia molisana, quella preistorica, che ancora non gode della sufficiente attenzione nella manualistica locale, per altro limitata, e che invece offre interessanti e nuovi terreni da esplorare sul piano della conoscenza storico-geografica, e – non da ultimo! – imprevedibili ed accattivanti opportunità di didattica laboratoriale per gli studenti.
Tra i numerosi fossili in mostra, distribuiti in tre sale e provenienti da varie aree (coralli del Matese, ammonite di Matrice, pietre del tratturo, nummuliti di Santa Maria della Strada e molti altri) nonché risalenti a tre differenti ere geologiche (Mesozoico, Cenozoico e Neozoico), particolare rilevanza rivestono quelli appartenenti ad un sito preistorico di importanza notevole, la “Morgia di Pietravalle”, situata nel territorio di Salcito e risalente al Cenozoico. Qui, a poco più di 30 km da Campobasso, dal maggio 2009 è operativa, grazie all’iniziativa del dott. Colella, un’interes- sante e creativa realtà didattica: il Laboratorio Paleontologico all’aperto, connesso alla Cattedra di Geografia Itinerante e dedicato alla memoria di Flavio Bruni, giovane campobassano scomparso l’anno scorso, da molti – coetanei e non – ricordato e amato come tifoso pulito e appassionato, ricco di interessi, studente rigoroso e creativo, per giunta membro di spicco dell’AIIG, per la quale si è speso con impegno ed entusiasmo.
Una cattedra itinerante, cos’è? È un’idea nuova di fare geografia sul territorio, in loco, in diretta, coinvolgendo in prima persona gli studenti in modo diretto e laboratoriale, e sviluppando sul posto lezioni che riguardano, in questo caso, essenzialmente le ere geologiche, la paleontologia, i fossili, eccetera.
Il Laboratorio, gestito dall’As- sociazione Italiana Insegnanti di Geografia, dal Centro Studi “Vittorio Fusco” e da Luigi Ciccarella – proprietario del terreno – risale a circa 50 milioni di anni fa e sorge in un territorio ricchissimo di fossili: qui si svolgono, nel periodo primaverile-estivo, delle giornate di studio in cui la lezione frontale sui tipi di rocce, sugli elementi generali di paleontologia, sui processi di fossilizzazione e sulla classificazione dei fossili, si alterna e si nutre dello scavo e della raccolta diretta dei fossili, con una puntatina in pausa pranzo, per chi lo desideri, al vicino agriturismo “La Morgia dei briganti”.
Lo sapevate? Chi scrive no, e pensa sia opportuno divulgare queste belle realtà di promozione dei nostri beni culturali, storici e paesaggistici.
Santa Maria della Strada è transumanza, architettura romanica, storia dell’identità molisana (terra di passaggi, terra abituata al migrare, terra forse di nessuno), è religiosità popolare e schietta, semplice ed antica – come rinunciare, la sera del 14 agosto, all’imbrunire, all’arrivo della processione mariana nella chiesetta? – ed è anche paleontologia, oggi.
Per i palati fini, ma fini davvero, infine, ottimo il panino col prosciutto (!) col quale, la sera del 14, mentre scemano gli ultimi canti della messa vespertina all’aperto, si inaugura la sagra che dà inizio ai festeggiamenti per il ferragosto: delle panche, un buon bicchiere di birra, il pane fresco, la campagna intorno che fa silenzio mentre i bambini scorrazzano sul prato.
Storia, gastronomia e fede, come in ogni buon evento, si sono intrecciate, ancora una volta, con semplicità. Facendo cultura. ☺
Fra i siti molisani che, nel calendario estivo fitto di eventi, hanno saputo coniugare la cultura con il folklore più tradizionale, c’è la chiesa di Santa Maria della Strada, in agro di Matrice, quel gioiello dell’architettura romanica locale che ha accompagnato e confortato i passi faticosi dei nostri pastori in cammino tra l’Abruzzo e le Puglie. Chi si è affacciato in questo suggestivo angolo del Molise, custode di una storia millenaria, nato sui bordi del braccio tratturale Cortile-Centocelle, e incorniciato da un paesaggio naturale di tutto rispetto, avrà avuto l’opportunità di assaporare un ferragosto in cui la fede semplice, la festa tradizionale e il suggerimento “colto” hanno saputo fondersi in maniera gradevole e intelligente.
Partiamo dalla mostra ospitata nella canonica della chiesa, Origine ed evoluzione. I fossili raccontano il tempo, organizzata ed allestita da Rocco Cirino (Presidente della sezione molisana dell’Associazione Insegnanti di Geografia) e da Roberto Colella (membro attivo dell’associa- zione, nonché Presidente del Centro Studi Storici “Vittorio Fusco” di Campobasso), che – inaugurata il 10 agosto alla presenza di Mons. GianCarlo Bregantini – è rimasta a disposizione dei visitatori, più di 700, fino alla sera del 15.
Una pagina di storia molisana, quella preistorica, che ancora non gode della sufficiente attenzione nella manualistica locale, per altro limitata, e che invece offre interessanti e nuovi terreni da esplorare sul piano della conoscenza storico-geografica, e – non da ultimo! – imprevedibili ed accattivanti opportunità di didattica laboratoriale per gli studenti.
Tra i numerosi fossili in mostra, distribuiti in tre sale e provenienti da varie aree (coralli del Matese, ammonite di Matrice, pietre del tratturo, nummuliti di Santa Maria della Strada e molti altri) nonché risalenti a tre differenti ere geologiche (Mesozoico, Cenozoico e Neozoico), particolare rilevanza rivestono quelli appartenenti ad un sito preistorico di importanza notevole, la “Morgia di Pietravalle”, situata nel territorio di Salcito e risalente al Cenozoico. Qui, a poco più di 30 km da Campobasso, dal maggio 2009 è operativa, grazie all’iniziativa del dott. Colella, un’interes- sante e creativa realtà didattica: il Laboratorio Paleontologico all’aperto, connesso alla Cattedra di Geografia Itinerante e dedicato alla memoria di Flavio Bruni, giovane campobassano scomparso l’anno scorso, da molti – coetanei e non – ricordato e amato come tifoso pulito e appassionato, ricco di interessi, studente rigoroso e creativo, per giunta membro di spicco dell’AIIG, per la quale si è speso con impegno ed entusiasmo.
Una cattedra itinerante, cos’è? È un’idea nuova di fare geografia sul territorio, in loco, in diretta, coinvolgendo in prima persona gli studenti in modo diretto e laboratoriale, e sviluppando sul posto lezioni che riguardano, in questo caso, essenzialmente le ere geologiche, la paleontologia, i fossili, eccetera.
Il Laboratorio, gestito dall’As- sociazione Italiana Insegnanti di Geografia, dal Centro Studi “Vittorio Fusco” e da Luigi Ciccarella – proprietario del terreno – risale a circa 50 milioni di anni fa e sorge in un territorio ricchissimo di fossili: qui si svolgono, nel periodo primaverile-estivo, delle giornate di studio in cui la lezione frontale sui tipi di rocce, sugli elementi generali di paleontologia, sui processi di fossilizzazione e sulla classificazione dei fossili, si alterna e si nutre dello scavo e della raccolta diretta dei fossili, con una puntatina in pausa pranzo, per chi lo desideri, al vicino agriturismo “La Morgia dei briganti”.
Lo sapevate? Chi scrive no, e pensa sia opportuno divulgare queste belle realtà di promozione dei nostri beni culturali, storici e paesaggistici.
Santa Maria della Strada è transumanza, architettura romanica, storia dell’identità molisana (terra di passaggi, terra abituata al migrare, terra forse di nessuno), è religiosità popolare e schietta, semplice ed antica – come rinunciare, la sera del 14 agosto, all’imbrunire, all’arrivo della processione mariana nella chiesetta? – ed è anche paleontologia, oggi.
Per i palati fini, ma fini davvero, infine, ottimo il panino col prosciutto (!) col quale, la sera del 14, mentre scemano gli ultimi canti della messa vespertina all’aperto, si inaugura la sagra che dà inizio ai festeggiamenti per il ferragosto: delle panche, un buon bicchiere di birra, il pane fresco, la campagna intorno che fa silenzio mentre i bambini scorrazzano sul prato.
Storia, gastronomia e fede, come in ogni buon evento, si sono intrecciate, ancora una volta, con semplicità. Facendo cultura. ☺
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