obiezioni   di Pier Franco Schiavone
30 Marzo 2013 Share

obiezioni di Pier Franco Schiavone

 

Ho letto gli articoli di Crucianelli di febbraio e marzo. Conosco la sua storia pubblica e so che è persona perbene, ma gli articoli non li condivido. Nell’articolo di febbraio, non c’è un solo riferimento al M5S. La preoccupazione è rappresentata da Berlusconi (“chiudere definitivamente il capitolo Berlusconi è l’obiettivo strategico di questa campagna elettorale”). Berlusconi obiettivo strategico? Ma com’è possibile che un acuto osservatore della politica non abbia intuito cosa sarebbe successo? Eppure i segnali c’erano, non solo la disastrosa crisi economica e finanziaria in corso, ma il cambiamento del linguaggio delle nuove generazioni che non ragionano più in termini di Berlusconismo/antiberlusconismo. Grillo ha affermato “non mi pongo il problema dell’antifascismo”, ma i giovani, portatori di istanze storicamente di sinistra, lo hanno votato lo stesso. Le dicotomie non sono più destra/sinistra, fascismo/antifascismo, conservatori /progressisti, ma noi/loro, dove “noi” é il popolo e “loro” sono la casta dei politici, dei banchieri, dei costruttori, delle multinazionali, della stampa. Insomma una  rilettura del concetto di lotta di classe. Non è detto che sia condivisibile, ma è la realtà.

Crucianelli sbaglia quando ripete il trito luogo comune dell’Italiano anarchico, ladro e ruffiano. Io sono italiano e non mi sento né ladro, né ruffiano, né anarchico. La crisi Italiana non è una crisi indotta solo dall’illegalità più o meno diffusa (i ladri ci sono ovunque), benché sia rilevante (vedi mafie e corruzione), ma è una crisi culturale in senso lato, che va risolta riprogettando questo Paese dalle fondamenta, ponendo al centro le necessità di quel 30% di giovani disoccupati, ridisegnando la politica e proponendo investimenti sulle nuove tecnologie, sulla ricerca in generale, sul nostro immenso patrimonio culturale. La crisi Italiana non dipende dalla Merkel perché il declino Italiano dura da vent’anni, anche in periodo di vacche grasse non crescevamo. La Merkel e la politica restrittiva Europea stanno contribuendo a complicare le cose, ma la responsabilità del fallimento del sistema Italia è esclusivamente nostra. È colpa della Merkel se a Napoli bruciano i simboli della cultura e se nel 2012 abbiamo avuto un’evasione stimata intorno ai 140 miliardi di euro?

Il secondo articolo di Crucianelli illustra il risultato del voto e riflette sulla “totale miopia e irresponsabilità della cosiddetta classe dirigente della sinistra e del Partito democratico…”. Crucianelli si tira fuori, tanto da affibbiare un epiteto non  proprio politically correct alla sinistra Italiana: “soloni”. Ma come “soloni”, lui è stato parte rilevante della sinistra Italiana, è stato parlamentare per diverse legislature e ha rivestito ruoli importanti. Insomma Crucianelli, mi spiace dirlo, ha le stesse responsabilità degli  altri. La sinistra ha avuto sotto gli occhi il fenomeno della “rivoluzione Internet”, ma non ne ha colto la rilevanza permettendo a Casaleggio e Grillo di assecondare l’idea che la rete rappresenti qualcosa di salvifico, una risposta a tutti i problemi. Insomma assecondando la nascita di una sorta di nuova, inquietante religione. Bastava capire almeno questo fenomeno per togliere terreno da sotto ai piedi dei due anziani rivoluzionari milionari. Senza contare l’assenza di proposte su alcune norme che andassero incontro alle richieste dei cittadini (a cominciare dalla riduzione dei costi della politica) e approvando invece leggi ridicole del Governo Monti (anticorruzione) o micidiali come quella sulle pensioni. Il danno fatto dalla sinistra, negli ultimi 20 anni, è di estrema gravità perché non ha saputo intercettare le richieste delle nuove generazioni, da Mani Pulite in poi, e le ha consegnate, temo, definitivamente a Grillo e al suo neo-Poujadismo. Ora é tempo di analisi regressive sui dati della vittoria Grillina sperando che la sinistra sappia interpretarli in termini economico-sociali e non solo rilevando alcune pericolose istanze criptofasciste dei Grillini, che pure esistono; cerchiamo di non aprire un nuovo “fronte” e limitiamoci a dare delle risposte senza acuire i contrasti. Non vorrei che, nell’immaginario della sinistra, al Berlusconismo si sostituisse il Grillismo! Ma è anche l’ora di una sana autocritica, altrimenti i problemi, tirandosi fuori, non si risolvono perché non si capirebbero le cause.

Quanto al Molise, vorrei solo dire, non abitando più nella mia regione da tanti anni, che se la situazione del PD è quella descritta, allora significa che le classi dirigenti della sinistra che si sono succedute negli anni, non hanno saputo rinnovarsi. Se a presentarsi alle primarie in Molise è Giovanni Di Stasi, che io stimo, ma che è da troppi anni assente dalla scena politica locale, significa che non è stato fatto nulla, né per trattenere i giovani più promettenti all’epoca dei successi elettorali di Giovanni, né per aiutare le generazioni successive a costruire un progetto politico e personale. ☺

pier.schiavone@portugalglobal.pt

 

eoc

eoc