E’ opportuno modificare la Costituzione?
2 Dicembre 2016
La Fonte (351 articles)
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E’ opportuno modificare la Costituzione?

L’arroganza del Presidente del Consiglio nei dibattiti tv

Nell’affrontare l’ultima parte delle riflessioni sulla proposta di revisione costituzionale avanzata da Napolitano-Boschi-Renzi, oggetto del referendum del prossimo 4 dicembre, vorremmo fare una piccola premessa sul senso dell’ironia, che accompagna ogni dichiarazione del “guascone” di Palazzo Chigi. Nella trasmissione Politics di qualche settimana fa, il sorriso beffardo e provocatorio ha accompagnato le dichiarazioni del premier ogni volta che questi si è rivolto all’ex direttore del Tg3, Bianca Berlinguer. L’ironia del premier è apparsa da subito irriguardosa ed irriverente, di dubbio gusto, con l’intento palese di smontare le argomentazioni dell’interlocutrice, ovviamente non riuscendoci. Dunque, la ragione di tale forma abnorme d’interlocuzione è senz’altro quella di far perdere la concentrazione e la calma di chi con il capo del governo interloquisce. Naturalmente tale comportamento dà tremendamente fastidio anche a chi ascolta da casa. Questa è una delle molteplici prove della mancanza nei “rottamatori” di una conoscenza “storico/antropologica”, ossia di un modo differente di affrontare le situazioni, senza ricorrere o ai calcoli sollecitati dal “pareggio di bilancio”, o alla provocazione o alla presunta superiorità locutoria. Attori comici o satirici si servono dell’ironia in modo magistrale come di uno strumento di critica del reale o di personaggi; ma l’ironia è anche uno strumento che può e deve anche andare a colpire la menzognera pretesa della scienza di restituire all’uomo, che l’ha perduto, un bene, restituendogli il modo o la capacità di scorgere un qualcosa che effettivamente non esiste ma che virtualmente potrebbe apparirgli come esistente, riconciliandolo in parte, almeno, con la sua vita. Esempi non mancano nella storia letteraria mondiale: due nomi per tutti: il Leopardi del Dialogo della Natura e dell’Islandese e E.T.A. Hoffmann de “I racconti notturni”.

Il comitato per il Sì riempie i palinsesti, buttandola in “caciara”

La campagna referendaria è entrata nel vivo e quello che appare sui giornali ed in Tv è la presenza massiccia e ossessiva del comitato per il SI. Ma perché Renzi e i suoi sodali hanno fretta e manifestano tanta smania di fare tutto e subito e di voler vincere il referendum di dicembre? Perché il guitto di Palazzo Chigi non vuole ostacoli per governare secondo i criteri dettati già da molti anni a questa parte dalla finanza transnazionale e specialmente dai teorici della cosiddetta scuola di Chicago, tristemente famosa già da quegli anni bui – seconda metà degli Anni Settanta del Novecento – in cui molte democrazie, direttamente votate dalle popolazioni, sono state rovesciate da colpi di stato di cui anche la CIA è stata l’ispiratrice. Dunque, cosa va fatto subito?

Non cercare lo scontro personale

Elemento essenziale in questa fase delicata e caotica insieme è spostare l’impegno e lo sforzo su un piano esclusivamente politico, cercando di evitare di andare al conflitto personale col premier. Ma su quali idee e su quali presupposti? C’è una infinità di idee e di programmi da portare avanti e fra questi noi in particolare pensiamo a progetti speculari, contrapposti alle privatizzazioni, alla distruzione dei diritti sociali, di quelli del lavoro, della equità fiscale, alla totale scomparsa delle politiche formative. Intendiamo proporre percorsi finalizzati all’abolizione dei limiti allo strapotere delle imprese, idee progettuali avverse alle politiche che comportano la distruzione del territorio e del paesaggio; percorsi che implichino una ridefinizione della nostra politica estera che sia improntata completamente sulla pace, un impegno politico preciso che tenda alla difesa del pluralismo dell’informazione, alla difesa dei beni comuni. Come vediamo bene, ci sono mille ragioni per dire NO alla revisione costituzionale voluta da Napolitano-Renzi-Boschi.

Cosa fare dopo il Referendum? Resterà tutto uguale, come dice Renzi?

Ma vogliamo fare un altro passo in avanti ed esporre le tematiche sulle quali ci muoveremo appena dopo l’auspicata vittoria del NO con incontri, assemblee e partecipazione popolare e corresponsabile.

Le sinistre e i democratici autenticamente progressisti sono stati (siamo ancora e più di prima!!!) sempre favorevoli al monocameralismo: ad una Camera dei deputati, “eletti” dal popolo, in numero di 500; favorevoli alla legge elettorale proporzionale, senza sbarramento, per consentire a tutte le forze politiche o movimentistiche di essere rappresentate in Parlamento; favorevoli alla possibilità che i presidenti delle Regioni possano vedere riconosciuto il loro diritto/dovere di intervento (anche per emendamenti) nel corso di stesura delle leggi della Repubblica, che riguardino direttamente o indirettamente le Regioni per l’esercizio delle funzioni amministrative e di governo che la Costituzione gli riconosce; favorevoli all’approvazione di una legge costituzionale che assicuri i diritti sociali attraverso la destinazione di un terzo delle entrate fiscali spendibile per la vera applicazione di alcuni fondamentali articoli della Costituzione (come, per esempio, gli artt. 4 – 9 – 32 – 38…); favorevoli alla difesa e alla inalienabilità dei cosiddetti “nuovi beni comuni” per la tutela delle generazioni venture; favorevoli alla piena attuazione dell’art. 49…; favorevoli a far obbligo al Parlamento di deliberare su proposte di legge di iniziativa popolare, sottoscritte da almeno 50.000 firme entro un anno dalla loro presentazione; favorevoli al ricorso diretto alla Corte costituzionale sulla legittimità di una legge; favorevoli all’ istituzione di un referendum preventivo alla ratifica dei trattati, soprattutto di quelli della UE, che intervengono direttamente sulle fonti dell’ordinamento giuridico italiano, snaturandole o modificandole (come per esempio la partecipazione ai conflitti armati, definiti “guerre umanitarie”).

E’ opportuno modificare la Costituzione, ma come?

Altri elementi potrebbero arricchire tale quadro, specialmente in previsione della partecipazione popolare alle assemblee e agli incontri collettivi e comuni.

Queste sono alcune proposte che vorremmo che vadano nella direzione di dare un contributo reale al complesso panorama politico italiano, partendo sempre dal presupposto che è possibile modificare la Carta Costituzionale, a condizione che si ottemperi a quanto la stessa Costituzione indica per fare ciò. L’articolo 138 della C.C. al primo comma così recita: Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione” (…). Ma c’è anche l’articolo 139 – “la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale” – che verrebbe messo in discussione, trascinando con sé l’art. 1 della C.C. che dice esplicitamente che il carattere “repubblicano” dello Stato è fondato sul lavoro e sulla sovranità popolare – “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”-. L’attuale proposta di revisione costituzionale Napolitano-Boschi-Renzi è stata approvata dalle Camere a colpi di voti di fiducia e mai con la maggioranza assoluta, anzi con una parte consistente delle Camere contraria a questa revisione. Di qui, è fondamentale coinvolgere un numero maggiore di cittadini a votare NO. Va sconfitta la proposta plutocratica, oligarchica e antidemocratica del governo attuale, servo chino alla politica della finanza transnazionale, il cui interesse precipuo è eliminare ogni forma di conflitto e di partecipazione popolare.☺

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