orecchie che vedono
2 Dicembre 2010 Share

orecchie che vedono

 

“Le figlie di Minia continuavano intensamente il loro lavoro, nel totale disprezzo del dio (Bacco) e della sua festa(…) e accade una cosa incredibile(…) le sorelle, in mezzo al fumo, cercano dei nascondigli (…) per evitare i fuochi e i bagliori; e mentre si rifugiano nelle tenebre, i loro arti si fanno piccoli, tra essi si stende una membrana e le braccia sono avviluppate (…) Non sono però le penne a permettere loro di alzarsi in volo, ma ali trasparenti le sostengono: se tentano di parlare emettono una vocetta proporzionata al corpo che ora posseggono ed esprimono deboli e striduli lamenti. La loro sede resta la casa: odiano la luce e volano durante la notte. Il loro nome (vespertilio) è collegato alla parola “vespro” che indica l’ora della tarda sera” descrive così Ovidio ne Le Metamorfosi la trasformazione in pipistrelli delle tre sorelle punite da Bacco per aver ignorato la festa a lui dedicata. Dal “vesper = crepuscolo”, infatti, inizia la vita di questi mammiferi volanti che gli antichi naturalisti non riuscivano a classificare, come ad esempio Aristotele. Persino le favole di Fedro e Esopo sottolineano questa difficoltà di classificazione attribuendola ad uno stratagemma dello stesso pipistrello che, a seconda dell’occasione, dichiara di essere un topo o un uccello. Ma mentre in Esopo questi viene premiato per la sua furbizia, sfuggendo alla morte per ben due volte, in Fedro viene condannato a vivere nella notte dagli stessi animali che aveva tentato di ingannare.

I Chirotteri (pipistrelli) sono animali davvero unici e, come abbiamo visto nel numero precedente, non possono essere considerati né uccelli e né topi anche se questa ambiguità è presente ancora oggi in alcune denominazioni, come ad esempio nel loro nome tedesco “Fledermaus = topo- volante”, così come vengono credute realtà le molte leggende, false credenze, pregiudizi e superstizioni che li riguardano:

1) “Sono ciechi”. È falso! Questa credenza è priva di ogni riscontro nella realtà ed è certamente nata dalle sue abitudini notturne che lo hanno fatto marchiare negativamente non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello morale.

2)  “Attaccano l’uomo”. È falso! Non hanno nessun motivo per farlo! Possiedono ali, non armi! Se si avvicinano a noi di qualche metro è solo per catturare qualche insetto che ci vola vicino, infatti veniamo ritenuti dei possibili predatori e di conseguenza si mantengono a debita distanza.

3) “Si attaccano ai capelli”. È falso! I pipistrelli non hanno alcun motivo per entrare nei nostri capelli e non producono nessuna sostanza “collosa”. Questa leggenda è stata ispirata dal loro nome francese “chauve-souris = topo-calvo” che si riferisce alla mancanza di peluria sulle ali ma che, invece, ha fatto credere provocassero la caduta dei capelli con la loro urina o di dover procedere “a rasatura completa” nel caso si fossero infilati nei capelli. Nemmeno un eventuale errore potrebbe farli impigliare nei nostri capelli poiché riescono a “vedere” nella completa oscurità muovendosi tra le chiome degli alberi, la vegetazione e i canneti mossi dal vento. Indipendentemente dalla capacità visiva delle singole specie, i chirotteri sono in grado di “vedere” in dettaglio l’ambiente ma anche la forma, la posizione, la velocità e la direzione di spostamento delle loro prede e degli oggetti. L’abilità nel catturare prede anche molto piccole e nell’evitare gli ostacoli volando anche nel buio completo, ha incuriosito diversi studiosi. Il primo a dimostrare come i pipistrelli riescono a “vedere con le orecchie” fu Spallanzani (nel 1794) ma solo Hartridge (nel 1920) avanza l’ipotesi dell’emissione di ultrasuoni che vengono rinviati (eco) dagli ostacoli e dalle prede che colpiscono. Questa ipotesi viene confermata, nel 1941, dagli esperimenti di Griffin e Galambos. Questo speciale ed esclusivo sistema di orientamento venne denominato “ecolocalizzazione” dallo stesso Griffin (1930). Parliamo di ultrasuoni poiché la maggioranza dei suoni emessi dai chirotteri è caratterizzata da onde emesse ad una frequenza più elevata di quella udibile dall’uomo. In poche parole l’uomo riesce ad udire suoni tra i 15 e i 20 kHz mentre i suoni emessi dai pipistrelli vanno dai 9 agli oltre 200 kHz.

L’ecolocalizzazione è resa possibile grazie a speciali modificazioni che coinvolgono tutte le specie dei microchirotteri (e non solo) e quindi tutti i pipistrelli che vivono in Italia. Gli ultrasuoni, prodotti dalla laringe, vengono emessi attraverso la bocca. I loro echi vengono captati dalle orecchie ed elaborati dal cervello attraverso analisi rapide e complesse poiché essi non vengono utilizzati sono per “vedere” ma anche per comunicare con gli individui della stessa specie. Alcune specie emettono e/o ricevono ultrasuoni anche attraverso le strutture nasali. Tra queste quelle dotate di strutture più complesse (in Italia) appartengono al genere Rinolofo (Rhinolophus spp.), detti anche Ferro di cavallo per la tipica forma della loro foglia nasale che li rende inconfondibili oltre che abilissimi nella emissione e nella recezione degli ultrasuoni! ☺

crfs.casacalenda@lipu.it

 

 

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