Come la Costituzione Italiana, anche lo Statuto elaborato dalla Regione Molise acquista valore se è in grado di superare la dimensione prettamente formale. Nello specifico si pone la necessità di attivare lo sviluppo di un processo virtuoso per determinare miglioramenti concreti nella vita dei cittadini. L’Art. 5 (tutela della salute e protezione sociale), afferma che la Regione assicura la tutela della salute e la promozione di un adeguato sistema di protezione sociale con particolare riguardo ai sistemi volti alla prevenzione della malattia, del disagio, dei diversamente abili, degli anziani, dell’infanzia e dei soggetti deboli: nella realtà si attende ancora la costruzione, a favore degli anziani, molto spesso investiti da difficoltà economiche, affettive, culturali e di salute, di reti di assistenza domiciliare e di case famiglia nei luoghi di residenza, onde evitare l’istituzionalizzazione del soggetto in difficoltà.
I bisogni degli anziani sono diversi e tutti degni della massima attenzione: tra questi vale la pena ricordare l'importanza di garantire l'aiuto in casa per le incombenze domestiche, e l'assistenza medica domiciliare per i non autosufficienti. Bisogni ai quali i Piani Sociali, e la stessa sanità molisana, attraverso il Piano di Rientro (2007/2009), non hanno saputo dare risposte adeguate. Nel contempo vanno anche aggiunte le innumerevoli forme di disagio legate al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza: un disagio, quello legato alla tossicodipendenza, che non trova supporti validi nella prevenzione che invece andrebbe garantita attraverso un processo permanente.
Non meno impegnativo l’art. 9 (Metodi e criteri delle politiche regionali): al punto 1 lettera d si legge: la Regione persegue le proprie finalità ispirando la sua azione alla promozione ed alla salvaguardia della cooperazione, dell’associazioni- smo e del volontariato quali strumenti di democrazia economica e di esercizio della solidarietà. Questo articolo chiama in causa il riordino dei bandi per l’appalto dei servizi, se si vuole davvero tutelare il mondo della cooperazione.
I bandi di gara per l’appalto di servizi integrati socio-assistenziali e socio-sanitari evidenziano infatti una sensibile disomogeneità territoriale per quanto concerne la determinazione degli importi di appalto. La stessa base di gara si discosta spesso dal costo del lavoro stabilito dal Contratto nazionale e dalle tabelle retributive emanate dal Ministero del Lavoro. Di riflesso le basse retribuzioni rischiano di non garantire servizi di qualità ed un’adeguata formazione degli operatori. Molte cooperative soffrono, inoltre, per i ritardi relativi all’erogazione dei finanziamenti da parte degli enti pubblici. Da qui la fragilità e l’arretratezza del sistema gestionale dei servizi socio-sanitari che necessiterebbero dei seguenti interventi: monitorare costantemente la qualità dei servizi e la professionalità degli operatori; contrastare l’interruzione degli interventi per mancanza di risorse; uniformare i bandi su base regionale; aumentare e rendere strutturali i finanziamenti regionali; evitare l’esterna- lizzazione indiscriminata dei servizi. A fronte di tali problematiche si avverte la necessità di riordinare l’intera materia attraverso il coinvolgimento della Regione Molise, degli Enti Locali, delle Organizzazioni Sindacali e del Mondo della Cooperazione.
Si pone inoltre un problema di contenuto, strettamente collegato alla stesura dello Statuto, quando alla lettera I si sottolinea che la Regione ispira la propria azione alla valorizzazione della partecipazione dei singoli, delle formazioni sociali, delle associazioni e degli enti civili e religiosi alla vita delle Istituzioni, garantendo il loro apporto alla formazione delle politiche regionali. Mentre viene individuato in modo dettagliato il funzionamento delle Commissioni, della Giunta, della Presidenza e del Consiglio, nulla viene specificato per quanto riguarda la modalità di partecipazione (tempistica, costituzione di gruppi di lavoro, ecc), affinché i buoni propositi non si risolvano in una partecipazione occasionale e puramente formale.
In un momento di ristrettezze economiche e di sofferenza finanziaria manca inoltre una chiara politica di contenimento dei costi: nello specifico l’art. 19 punto 5 sottolinea come la legge regionale stabilisca l’entità e i titoli delle indennità e dei rimborsi ai consiglieri regionali in relazione alle loro funzioni ed attività (sarebbe stato opportuno stabilire “compatibilmente con la disponibilità delle risorse finanziarie”). Stessa riflessione vale per l’art. 21 punto 5 (mezzi per il funzionamento dei gruppi consiliari); l’art. 34 punto 8 (indennità e rimborsi per i componenti della Giunta, del Presidente e Sottosegretario); l’art. 52 punto 2 (consulenze e collaborazioni).
L’insieme di queste osservazioni non pretende di essere esaustivo, ma vuole semplicemente costituire uno stimolo per approfondire una tematica tanto delicata quanto importante per la vita della nostra Regione. ☺
a.miccoli@cgilmolise.it
Come la Costituzione Italiana, anche lo Statuto elaborato dalla Regione Molise acquista valore se è in grado di superare la dimensione prettamente formale. Nello specifico si pone la necessità di attivare lo sviluppo di un processo virtuoso per determinare miglioramenti concreti nella vita dei cittadini. L’Art. 5 (tutela della salute e protezione sociale), afferma che la Regione assicura la tutela della salute e la promozione di un adeguato sistema di protezione sociale con particolare riguardo ai sistemi volti alla prevenzione della malattia, del disagio, dei diversamente abili, degli anziani, dell’infanzia e dei soggetti deboli: nella realtà si attende ancora la costruzione, a favore degli anziani, molto spesso investiti da difficoltà economiche, affettive, culturali e di salute, di reti di assistenza domiciliare e di case famiglia nei luoghi di residenza, onde evitare l’istituzionalizzazione del soggetto in difficoltà.
I bisogni degli anziani sono diversi e tutti degni della massima attenzione: tra questi vale la pena ricordare l'importanza di garantire l'aiuto in casa per le incombenze domestiche, e l'assistenza medica domiciliare per i non autosufficienti. Bisogni ai quali i Piani Sociali, e la stessa sanità molisana, attraverso il Piano di Rientro (2007/2009), non hanno saputo dare risposte adeguate. Nel contempo vanno anche aggiunte le innumerevoli forme di disagio legate al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza: un disagio, quello legato alla tossicodipendenza, che non trova supporti validi nella prevenzione che invece andrebbe garantita attraverso un processo permanente.
Non meno impegnativo l’art. 9 (Metodi e criteri delle politiche regionali): al punto 1 lettera d si legge: la Regione persegue le proprie finalità ispirando la sua azione alla promozione ed alla salvaguardia della cooperazione, dell’associazioni- smo e del volontariato quali strumenti di democrazia economica e di esercizio della solidarietà. Questo articolo chiama in causa il riordino dei bandi per l’appalto dei servizi, se si vuole davvero tutelare il mondo della cooperazione.
I bandi di gara per l’appalto di servizi integrati socio-assistenziali e socio-sanitari evidenziano infatti una sensibile disomogeneità territoriale per quanto concerne la determinazione degli importi di appalto. La stessa base di gara si discosta spesso dal costo del lavoro stabilito dal Contratto nazionale e dalle tabelle retributive emanate dal Ministero del Lavoro. Di riflesso le basse retribuzioni rischiano di non garantire servizi di qualità ed un’adeguata formazione degli operatori. Molte cooperative soffrono, inoltre, per i ritardi relativi all’erogazione dei finanziamenti da parte degli enti pubblici. Da qui la fragilità e l’arretratezza del sistema gestionale dei servizi socio-sanitari che necessiterebbero dei seguenti interventi: monitorare costantemente la qualità dei servizi e la professionalità degli operatori; contrastare l’interruzione degli interventi per mancanza di risorse; uniformare i bandi su base regionale; aumentare e rendere strutturali i finanziamenti regionali; evitare l’esterna- lizzazione indiscriminata dei servizi. A fronte di tali problematiche si avverte la necessità di riordinare l’intera materia attraverso il coinvolgimento della Regione Molise, degli Enti Locali, delle Organizzazioni Sindacali e del Mondo della Cooperazione.
Si pone inoltre un problema di contenuto, strettamente collegato alla stesura dello Statuto, quando alla lettera I si sottolinea che la Regione ispira la propria azione alla valorizzazione della partecipazione dei singoli, delle formazioni sociali, delle associazioni e degli enti civili e religiosi alla vita delle Istituzioni, garantendo il loro apporto alla formazione delle politiche regionali. Mentre viene individuato in modo dettagliato il funzionamento delle Commissioni, della Giunta, della Presidenza e del Consiglio, nulla viene specificato per quanto riguarda la modalità di partecipazione (tempistica, costituzione di gruppi di lavoro, ecc), affinché i buoni propositi non si risolvano in una partecipazione occasionale e puramente formale.
In un momento di ristrettezze economiche e di sofferenza finanziaria manca inoltre una chiara politica di contenimento dei costi: nello specifico l’art. 19 punto 5 sottolinea come la legge regionale stabilisca l’entità e i titoli delle indennità e dei rimborsi ai consiglieri regionali in relazione alle loro funzioni ed attività (sarebbe stato opportuno stabilire “compatibilmente con la disponibilità delle risorse finanziarie”). Stessa riflessione vale per l’art. 21 punto 5 (mezzi per il funzionamento dei gruppi consiliari); l’art. 34 punto 8 (indennità e rimborsi per i componenti della Giunta, del Presidente e Sottosegretario); l’art. 52 punto 2 (consulenze e collaborazioni).
L’insieme di queste osservazioni non pretende di essere esaustivo, ma vuole semplicemente costituire uno stimolo per approfondire una tematica tanto delicata quanto importante per la vita della nostra Regione. ☺
Come la Costituzione Italiana, anche lo Statuto elaborato dalla Regione Molise acquista valore se è in grado di superare la dimensione prettamente formale. Nello specifico si pone la necessità di attivare lo sviluppo di un processo virtuoso per determinare miglioramenti concreti nella vita dei cittadini. L’Art. 5 (tutela della salute e protezione sociale), afferma che la Regione assicura la tutela della salute e la promozione di un adeguato sistema di protezione sociale con particolare riguardo ai sistemi volti alla prevenzione della malattia, del disagio, dei diversamente abili, degli anziani, dell’infanzia e dei soggetti deboli: nella realtà si attende ancora la costruzione, a favore degli anziani, molto spesso investiti da difficoltà economiche, affettive, culturali e di salute, di reti di assistenza domiciliare e di case famiglia nei luoghi di residenza, onde evitare l’istituzionalizzazione del soggetto in difficoltà.
I bisogni degli anziani sono diversi e tutti degni della massima attenzione: tra questi vale la pena ricordare l'importanza di garantire l'aiuto in casa per le incombenze domestiche, e l'assistenza medica domiciliare per i non autosufficienti. Bisogni ai quali i Piani Sociali, e la stessa sanità molisana, attraverso il Piano di Rientro (2007/2009), non hanno saputo dare risposte adeguate. Nel contempo vanno anche aggiunte le innumerevoli forme di disagio legate al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza: un disagio, quello legato alla tossicodipendenza, che non trova supporti validi nella prevenzione che invece andrebbe garantita attraverso un processo permanente.
Non meno impegnativo l’art. 9 (Metodi e criteri delle politiche regionali): al punto 1 lettera d si legge: la Regione persegue le proprie finalità ispirando la sua azione alla promozione ed alla salvaguardia della cooperazione, dell’associazioni- smo e del volontariato quali strumenti di democrazia economica e di esercizio della solidarietà. Questo articolo chiama in causa il riordino dei bandi per l’appalto dei servizi, se si vuole davvero tutelare il mondo della cooperazione.
I bandi di gara per l’appalto di servizi integrati socio-assistenziali e socio-sanitari evidenziano infatti una sensibile disomogeneità territoriale per quanto concerne la determinazione degli importi di appalto. La stessa base di gara si discosta spesso dal costo del lavoro stabilito dal Contratto nazionale e dalle tabelle retributive emanate dal Ministero del Lavoro. Di riflesso le basse retribuzioni rischiano di non garantire servizi di qualità ed un’adeguata formazione degli operatori. Molte cooperative soffrono, inoltre, per i ritardi relativi all’erogazione dei finanziamenti da parte degli enti pubblici. Da qui la fragilità e l’arretratezza del sistema gestionale dei servizi socio-sanitari che necessiterebbero dei seguenti interventi: monitorare costantemente la qualità dei servizi e la professionalità degli operatori; contrastare l’interruzione degli interventi per mancanza di risorse; uniformare i bandi su base regionale; aumentare e rendere strutturali i finanziamenti regionali; evitare l’esterna- lizzazione indiscriminata dei servizi. A fronte di tali problematiche si avverte la necessità di riordinare l’intera materia attraverso il coinvolgimento della Regione Molise, degli Enti Locali, delle Organizzazioni Sindacali e del Mondo della Cooperazione.
Si pone inoltre un problema di contenuto, strettamente collegato alla stesura dello Statuto, quando alla lettera I si sottolinea che la Regione ispira la propria azione alla valorizzazione della partecipazione dei singoli, delle formazioni sociali, delle associazioni e degli enti civili e religiosi alla vita delle Istituzioni, garantendo il loro apporto alla formazione delle politiche regionali. Mentre viene individuato in modo dettagliato il funzionamento delle Commissioni, della Giunta, della Presidenza e del Consiglio, nulla viene specificato per quanto riguarda la modalità di partecipazione (tempistica, costituzione di gruppi di lavoro, ecc), affinché i buoni propositi non si risolvano in una partecipazione occasionale e puramente formale.
In un momento di ristrettezze economiche e di sofferenza finanziaria manca inoltre una chiara politica di contenimento dei costi: nello specifico l’art. 19 punto 5 sottolinea come la legge regionale stabilisca l’entità e i titoli delle indennità e dei rimborsi ai consiglieri regionali in relazione alle loro funzioni ed attività (sarebbe stato opportuno stabilire “compatibilmente con la disponibilità delle risorse finanziarie”). Stessa riflessione vale per l’art. 21 punto 5 (mezzi per il funzionamento dei gruppi consiliari); l’art. 34 punto 8 (indennità e rimborsi per i componenti della Giunta, del Presidente e Sottosegretario); l’art. 52 punto 2 (consulenze e collaborazioni).
L’insieme di queste osservazioni non pretende di essere esaustivo, ma vuole semplicemente costituire uno stimolo per approfondire una tematica tanto delicata quanto importante per la vita della nostra Regione. ☺
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