Paolo saverio di zinno
14 Ottobre 2019
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Paolo saverio di zinno

La nascita di Paolo Saverio Di Zinno, figlio di Andrea e Lucia di Soccio, viene registrata il 3 dicembre 1718 da Carlo Fasulo, Arciprete  della Chiesa di Santa Maria Maggiore. L’appartenenza alla circoscrizione dell’Arcipretale di Santa Maria Maggiore fanno supporre che la casa natale sia da attribuire ad una abitazione nei pressi della chiesa di S. Mercurio, dedotto da un lascito paterno. Provetto costruttore di statuette di creta lo descrive il De Luca riferendosi agli anni della giovinezza.

Apprendistato

Il diciannovenne Paolo Saverio prende la strada di Napoli per entrare, quale discepolo, nella bottega del maestro Gennaro Franzese “a fine di imparare il suo mestiere di scultore statuario”, per un periodo di cinque anni, con l’impegno da parte dei fratelli don Giovanbattista e Giuseppe di pagare al suddetto maestro Gennaro trenta ducati  solo per i primi tre anni. Alla Scuola Napoletana del Franzese, come documentato nel 1749, sono attribuiti i bassorilievi degli armadi della sacrestia nell’Abbazia di Montecassino, incisi con scene bibliche, e perduti nell’ultimo conflitto bellico. Il Franzese partecipò anche alla gara per approntare un bozzetto equestre di Carlo III, mai eseguito.

Tensioni familiari

Nella famiglia Di Zinno la divisione dei beni e dei debiti del capo famiglia Andrea, gestiti collegialmente per oltre un trentennio, fornisce lo spunto per generare screzi tra i figli. Lucia di Soccio, madre dello scultore, annulla la “donazione irrevocabile tra vivi” per la parte spettante al defunto Isidoro. Questa scelta materna si deduce dal comportamento tenuto da quest’ultimo: aver acquisito beni immobiliari con promesse di mantenimento e cura mai mantenute. Isidoro non aveva ottemperato agli impegni presi nonostante la madre fosse “in età decrepita, e d’infondo ad un letto”. Tra i figli rimasti la madre Lucia riceve solo da Paolo Saverio la necessaria assistenza, ritenendo così opportuno donare a lui le residue tre membra della casa paterna, con il vincolo di versare agli eredi di Isidoro solo la parte dovuta per legge.

Personalità emergente

Paolo Saverio Di Zinno rappresenta  una personalità in graduale ascesa, nella Campobasso settecentesca, fino a diventare un punto di riferimento nel tessuto cittadino, tanto da contribuire ad  accrescere fama e prestigio.

I suoi tentativi di scalata sociale furono spesso coronati da successo: nella struttura fortemente verticistica del gruppo “borghese” al potere a Campobasso, un ricambio in qualsiasi momento era possibile anche a causa dei vari conflitti nella gestione della cosa pubblica. Gradualmente Di Zinno assunse la gestione, il controllo e la reinvenzione della Festa dei Misteri del Corpus Domini, il che rappresentava un crescente segno di autorevolezza nel panorama sociale e culturale cittadino. Diventato sempre più un artista indiscusso nella Campobasso del suo tempo, la sua figura di artista trascolora nel mito dell’invenzione dei Misteri, facendo perdere sia la percezione del suo ruolo nella società campobassana sia la memoria della sua lunga attività di scultura lignea.

Alla sua morte,  il 29 aprile 1781, egli lascia un patrimonio considerevole in case, fondaci, vigne, capi di bestiame. Nel registro dei defunti della Parrocchia di S. Maria Maggiore 1781-1801, pag 5, atto 5 così trascrive “Oggi Ventinove aprile 178uno. Paolo Saverio Di Zinno marito di Candida Scaroina in età di sessantadue anni, munito da me di tutti i Sacramenti, ed assistito al ben morire  dal Sig. canonico D. Domenico Majo, ha reso l’anima al Signore, ed il di lui corpo è stato associato nella SS. Trinità, ed ivi dopo tumulato”.☺

 

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