pena di morte
1 Ottobre 2010 Share

pena di morte

 

Sottolineare la Giornata Mondiale contro la pena di morte a scuola, in maniera ludica e interattiva, può essere un modo intelligente con il quale inaugurare le attività extracurriculari del neoanno scolastico. Non per aggiungere lutto al lutto (giacché a lutto deve considerarsi la scuola italiana se migliaia di precari non hanno ricevuto alcuna nomina, tra agosto e settembre, e se gli insegnanti che sono in aula devono in alcuni casi provvedere anche alla carta igienica o a pulire i locali insieme ai genitori). Bensì perché è un tema di un’attualità bruciante, che tocca, incuriosisce e appassiona i ragazzi nel profondo (molti non trovano nulla di strano se essa viene applicata contro qualche feroce criminale, parola di chi li stuzzica spesso su questo argomento) e li fa entrare nel vivo di un dibattito che la scuola deve accogliere, promuovere, alimentare con tutti i mezzi, in ogni disciplina: la tutela dei diritti umani, mission che contraddistingue sin dalla sua nascita Amnesty International, infaticabile partner educativo per la sensibilizzazione dei giovani.

Gli attivisti di Campobasso propongono, dunque, a cavallo del 10 ottobre 2010 (giorno in cui ricorre la Giornata contro la pena di morte, appunto) un evento di particolare rilievo: la visita alla mostra fotografica “La camera scura” per la quale 13 artisti di fama hanno prestato volentieri il loro volto come testimonial per denunciare dodici situazioni in cui la pena di morte viene raffigurata e vissuta da un particolare punto di vista.  Luca Argentero, Giulia Bevilacqua, Carolina Crescentini, Sabrina Impacciatore, Peppino Mazzotta, Giulia Michelini, Ana Caterina Morariu, Filippo Nigro, Lara Okwe, Vittorio Emanuele Propizio, Primo Reggiani, Dino Santoro e Gianmarco Tognazzi sono stati fotografati da Angelo Di Pietro (sotto la direzione artistica di Mario Vaglio) e hanno così sposato la causa di "Sono contro la pena di morte perché…" della Sezione Italiana di Amnesty International, un progetto/evento che è stato già in programma a Roma – Palazzo delle Esposizioni, Sala della Fontana – dall'8 al 20 giugno 2010.

Obiettivo del progetto è stato quello di creare consapevolezza sulla brutalità della pena di morte coinvolgendo personaggi del mondo dell'arte e dello spettacolo e utilizzando diverse forme di espressione come la fotografia, il disegno, il racconto. Ne “La Camera scura", ad esempio, il filo conduttore è lo stencil, una tecnica molto familiare tra ragazzi, riconoscibile e di grande impatto visivo: disegni stilizzati, realizzati tramite una semplice maschera di cartone e una bomboletta spray.

Ogni scatto della mostra ritrae un testimonial che interpreta un condannato a morte raccontando – attraverso uno stencil posto sul muro della cella – una storia, affrontando un aspetto specifico legato alla pena capitale associato a un caso seguito da Amnesty International. Mani enormi che reggono le catene del malato mentale, vigili del fuoco pronti a spegnere le fiamme sprigionate dalla sedia elettrica, un condannato a morte che diventa bersaglio in attesa del proiettile che porrà fine alla sua vita. Lo stencil è il veicolo per il messaggio di Amnesty International sulla crudeltà della pena di morte e il testimonial diviene volto e corpo del prigioniero rinchiuso nella “camera scura”.

“La Camera scura”, per fortuna, sta per arrivare anche nel Molise grazie al permesso ricevuto dalle sezioni di riprodurre ed esporre, anche se in formato ridotto rispetto all’originale, i dodici scatti. E, a Campobasso, presso la Sala Multimediale della Rai Molise (che ha collaborato all’iniziativa), resterà a disposizione di quanti (insegnanti, educatori, genitori, giovani semplici cittadini sensibili al tema) si sentiranno pronti a riflettere una volta di più su questa piaga.

A scuola sarebbe auspicabile che un’occasione del genere fosse accompagnata (preceduta o seguita) da un percorso didattico specifico che, a partire dalla pena di morte, possa allargare lo sguardo abbracciando anche l’altra ricorrenza “affine”, quella del 10 dicembre, che ricorda la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani firmata dall’Onu nel 1948. Molti sono d’altronde gli strumenti didattici che Amnesty mette a disposizione per questo tipo di attività, reperibili sia presso gli attivisti locali presso la sede nazionale: dal dvd “Tutti i diritti umani per tutti”, ad alcuni cd-rom interattivi, dai numerosissimi e agevoli fascicoletti tematici su lavoro minorile, commercio delle armi, conflitti dimenticati, violenza sulle donne, violenze domestiche, tortura e quant’altro, ai due preziosi strumenti didattici per gli insegnanti che possono rendere più facile e interessante qualsiasi percorso tematico in aula: il primo è “A scuola di solidarietà. Unità didattiche di educazione allo sviluppo e ai diritti umani”, mentre il secondo è “Primi passi”, un vero e proprio manuale per inserire l’educazione ai diritti umani nei propri curricola, e farne materia di revisione – per esempio – di tutta la vita della scuola, dagli stili di insegnamento alla qualità delle relazioni fra docenti, fra alunni e fra le due categorie. Nella convinzione che i diritti umani si rispettano a partire dalle abitudini quotidiane, unica strada sulla quale gli alunni ci possono seguire in un’esperienza educativa che sia significativa e consapevole..☺

gadelis@libero.it

 

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