per una spiritualità della non violenza
14 Aprile 2010 Share

per una spiritualità della non violenza

 

Il 21 agosto di un anno fa, Piergiorgio Acquistapace, amico e collaboratore della rivista, attento ai temi della pace, della nonviolenza, della salvaguardia dell’ambiente perché li viveva anzitutto lui, ci lasciava prematuramente. Anche sulla sua scia, abbiamo cercato di proseguire il cammino che con grande lucidità ci indicava. Poiché la radice della guerra è molto profonda sia nella persona che nella società, dato che viviamo in una diffusa cultura della violenza, suggeriamo, attraverso le riflessioni di Rosemary Lynch, suora francescana ultraottantenne, di sviluppare la spiritualità della nonviolenza, riassumibile in dieci punti.

1) Accettare se stessi in profondità ("chi sono io” con i miei errori, la mia debolezza, i miei limiti). Questo aiuterà a liberarsi dalle delusioni e dalle false aspettative.

2) Rendersi conto che ciò che fa provare risentimento e che si detesta negli altri deriva dalla propria difficoltà ad ammettere quella stessa realtà in se stessi.

3) Rendersi conto e rinunciare alla propria violenza: essere attenti alle parole, ai gesti, al modo di reagire.

4) Rinunciare al dualismo manicheo, alla mentalità che separa dagli altri e che permette di "demonizzare" l'avversario: è la radice del razzismo e rende possibili le guerre e i conflitti.

5) Rendersi conto che "la nuova creazione", la costruzione di una"comunità d'amore", è uno sforzo che va intrapreso con altri, non è mai l'impresa di uno solo. Ciò richiede pazienza e capacità di perdono.

6) Vedere se stessi come parte di tutta la creazione sulla quale bisogna esercitare la custodia dell'amore, non il potere del dominio.

7) Imparare a percepire il sacro, "ciò che è di Dio", è in ogni persona e in ogni creatura, saper vedere la bontà di Dio in ciascun essere umano, in ogni essere creato, in ogni società.

8) Essere disposti a soffrire con gioia, se ciò aiuta a liberare il divino, il sacro, l'amore negli altri. Questo include l'accettazione del momento storico con i suoi traumi e le sue ambiguità.

9) Essere capaci di celebrare la presenza di Dio dove essa è accettata, scoprirla e riconoscerla dove non lo è.

10) Adagio, con pazienza, piantare, innaffiare, coltivare i semi nel proprio cuore e attorno a sé. Lentamente si crescerà in amore, in compassione, capacità di perdono e vangelo della nonviolenza.

Lavoriamo dunque per disarmare la nostra mente e il nostro cuore prima ancora delle nostre mani per uscire da quella spirale di violenza che alberga anche in ognuno di noi.

 

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