Piccole sorgenti
6 Ottobre 2015 Share

Piccole sorgenti

Siate ragionevoli chiedete l’impossibile (padre Balducci)

Fine dei fondi avvoltoi?

Nazioni Unite La/69/L.84 progetto di risoluzione: Principi di base sul debito sovrano processi di ristrutturazione [Assemblea generale (29 luglio 2015 – Originale: Inglese 15-12959 (E) 300.715 Sixty-ninth session – Punto all’ordine del giorno 13 (a)].

Leggiamo, ripreso dal Manifesto, il 12 settembre scorso: “Impor­tante vit­to­ria all’Onu dell’Argentina”. L’Assemblea gene­rale ha appro­vato una ini­zia­tiva pro­mossa dal governo di Cri­stina Kirch­ner per fre­nare le azioni spe­cu­la­tive dei fondi avvol­toio. Il dispo­si­tivo pre­vede una serie di nuove norme (tre princìpi e nove regole derivanti dal I principio) che mirano a faci­li­tare i pro­cessi di ristrut­tu­ra­zione del debito sovrano da parte dei paesi in crisi. Per essere appro­vato, il dispo­si­tivo richie­deva la mag­gio­ranza sem­plice dei voti, che è stata ampia­mente supe­rata: 136 paesi a favore, 41 aste­nuti e 6 con­trari (Ger­ma­nia, Canada, Usa, Israele, Giap­pone, Regno Unito). Tra le asten­sioni, quella della Colom­bia che pure ini­zial­mente – e come il resto dei paesi mem­bri del G-77 più Cina – aveva dato l’assenso. Dopo il voto vi sono state espres­sioni di giu­bilo: “In que­sto modo si favo­ri­sce la sta­bi­lità eco­no­mica, la pace sociale e il diritto dei popoli – ha affer­mato il Mini­stro degli Esteri argen­tino Hec­tor Timer­man -Ristrut­tu­rare il debito sovrano è una misura che limita i fondi avvol­toio: i nuovi pirati del XXI secolo che, appro­fit­tando di un vuoto legi­sla­tivo glo­bale, hanno lucrato sulla povertà di molti paesi qui rap­pre­sen­tati”. A questo hanno immediatamente reagito i rappresentanti della finanza, come si può leggere nel sito che riporta il testo ONU, che contesta ogni affermazione della risoluzione (cfr: http://www.finanzaonline.com/ forum/44382415-post1682.html). Ancora, se l’Europa, introducesse la Tobin Tax (0,05 x mille) su ogni transazione finanziaria, come il Parlamento Europeo ha chiesto dal 2010 e la Commissione europea non vuole ancora attuare, non si metterebbe un freno alla speculazione sfrenata della finanza speculativa? La risoluzione ONU e la richiesta del Parlamento Europeo diverrebbero un possibile inizio virtuoso verso un futuro liberatorio: chi lo percorrerà?

Insieme per non scomparire

Nel dilemma moderno di salvaguardare la natura di fronte alla voracità del sistema occidentale, dobbiamo porci una domanda: perché consentire ai paesi sviluppati quel che non si consente ai paesi poveri? La giustizia distributiva, del tutto utopica finché veniva affidata alla sensibilità morale, diventa dentro la necessità l’estremo ricatto dei poveri contro i ricchi, un ricatto al quale sarà sempre meno possibile sottrarsi. Sotto il buco dell’ozono nasce una nuova forma storica di diritto delle genti che, con la forza perentoria del diritto alla vita, fa appello all’unità politica del pianeta di cui l’ONU è una inadeguata prefigurazione finché non ne sorgano altre. Ma la storia ormai richiede risposte a livello alto e le chiede con urgenza. La marea dei profughi e degli emigranti economici (chissà perché questi considerati di secondo livello, come se il diritto a sopravvivere fosse di secondo livello rispetto al diritto di essere salvaguardati dalle persecuzioni) tale fiumana di genti è solo il “segno visibile” di una umanità al tracollo se non cambia direzione. Quando la nave va a picco anche i bagagli preziosi affondano nel mare. Il fasto consumistico, cui si deve per l’80% il buco dell’ozono (il famoso I livello del debito ecologico: il debito di carbonio) è ormai percepito come reale minaccia per la vita del genere umano e del pianeta stesso. Già procura danni e sconvolgimenti delle vite umane che si rifiuta di affrontare, come oggi con i migranti. Non ci sarà nessun futuro se non muteremo il nostro modello di civiltà, visto che, se esteso a tutti gli uomini, come giustizia vorrebbe, esso porterebbe con sé la morte universale. Sono queste le convinzioni che dovranno innervare la Conferenza internazionale di Parigi del prossimo dicembre dal titolo “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici”. Si arriverà a vere decisioni che mutino profondamente la corsa folle dell’occidente consumistico a spese dei popoli e della terra?

E gli uomini di fede?

Un piccolo ricordo di Gandhi perché il suo accostamento a Gesù Cristo, di cui si dichiarava discepolo, colpisce profondamente. Gandhi passa in Italia nel 1931; vi riesce perché i piccoli accoliti di Mussolini volevano fare un dispetto all’Inghilterra, che lo vedeva come fumo negli occhi. Gandhi fa sosta a Roma; ha due desideri: vedere Mussolini e vedere il Papa Pio XI. Mussolini lo riceve, ma il Papa non lo riceve; si disse “in alto” che il papa non poteva inimicarsi l’Inghilterra. In compenso viene concesso a Gandhi di far visita ai musei vaticani fuori orario. Si aggira per le sale senza particolari emozioni. Nella Cappella Sistina non si mise a contemplare Michelangelo. C’era un crocifisso sull’altare – racconta il suo segretario – andò lì, lo guardò, fece un giro devoto attorno al crocifisso e si commosse.

“Se tu fai questo io ti uccido” dice l’uomo occidentale; siamo diventati grandi con questo principio. La saggezza orientale che Gandhi ha assunto dice: “se fai questo, sono io che muoio”. Arrivare ad una umanità in cui vinceremo il male con la nostra sofferenza. “Volete qualcosa di più cristiano, di più legato al mistero di Gesù? – commentava padre Balducci e proseguiva – Non voglio che si diffonda il cristianesimo che io conosco, voglio che si diffonda il vangelo che io medito, che è un’altra cosa… Quel che conta è essere fedeli alle attese dell’uomo nascosto, e in prima fra tutte, al rifiuto della violenza … in questa prospettiva si potrà dare inizio ad un capitolo nuovo della storia dei rapporti fra le religioni, fra le culture e fra gli uomini … Oggi solo chi cerca l’impossibile riuscirà a produrre ciò che è possibile”.☺

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