Nazioni Unite La/69/L.84 progetto di risoluzione: Principi di base sul debito sovrano processi di ristrutturazione [Assemblea generale (29 luglio 2015 – Originale: Inglese 15-12959 (E) 300.715 Sixty-ninth session – Punto all’ordine del giorno 13 (a)].
Leggiamo, ripreso dal Manifesto, il 12 settembre scorso: “Importante vittoria all’Onu dell’Argentina”. L’Assemblea generale ha approvato una iniziativa promossa dal governo di Cristina Kirchner per frenare le azioni speculative dei fondi avvoltoio. Il dispositivo prevede una serie di nuove norme (tre princìpi e nove regole derivanti dal I principio) che mirano a facilitare i processi di ristrutturazione del debito sovrano da parte dei paesi in crisi. Per essere approvato, il dispositivo richiedeva la maggioranza semplice dei voti, che è stata ampiamente superata: 136 paesi a favore, 41 astenuti e 6 contrari (Germania, Canada, Usa, Israele, Giappone, Regno Unito). Tra le astensioni, quella della Colombia che pure inizialmente – e come il resto dei paesi membri del G-77 più Cina – aveva dato l’assenso. Dopo il voto vi sono state espressioni di giubilo: “In questo modo si favorisce la stabilità economica, la pace sociale e il diritto dei popoli – ha affermato il Ministro degli Esteri argentino Hector Timerman -Ristrutturare il debito sovrano è una misura che limita i fondi avvoltoio: i nuovi pirati del XXI secolo che, approfittando di un vuoto legislativo globale, hanno lucrato sulla povertà di molti paesi qui rappresentati”. A questo hanno immediatamente reagito i rappresentanti della finanza, come si può leggere nel sito che riporta il testo ONU, che contesta ogni affermazione della risoluzione (cfr: http://www.finanzaonline.com/ forum/44382415-post1682.html). Ancora, se l’Europa, introducesse la Tobin Tax (0,05 x mille) su ogni transazione finanziaria, come il Parlamento Europeo ha chiesto dal 2010 e la Commissione europea non vuole ancora attuare, non si metterebbe un freno alla speculazione sfrenata della finanza speculativa? La risoluzione ONU e la richiesta del Parlamento Europeo diverrebbero un possibile inizio virtuoso verso un futuro liberatorio: chi lo percorrerà?
Insieme per non scomparire
Nel dilemma moderno di salvaguardare la natura di fronte alla voracità del sistema occidentale, dobbiamo porci una domanda: perché consentire ai paesi sviluppati quel che non si consente ai paesi poveri? La giustizia distributiva, del tutto utopica finché veniva affidata alla sensibilità morale, diventa dentro la necessità l’estremo ricatto dei poveri contro i ricchi, un ricatto al quale sarà sempre meno possibile sottrarsi. Sotto il buco dell’ozono nasce una nuova forma storica di diritto delle genti che, con la forza perentoria del diritto alla vita, fa appello all’unità politica del pianeta di cui l’ONU è una inadeguata prefigurazione finché non ne sorgano altre. Ma la storia ormai richiede risposte a livello alto e le chiede con urgenza. La marea dei profughi e degli emigranti economici (chissà perché questi considerati di secondo livello, come se il diritto a sopravvivere fosse di secondo livello rispetto al diritto di essere salvaguardati dalle persecuzioni) tale fiumana di genti è solo il “segno visibile” di una umanità al tracollo se non cambia direzione. Quando la nave va a picco anche i bagagli preziosi affondano nel mare. Il fasto consumistico, cui si deve per l’80% il buco dell’ozono (il famoso I livello del debito ecologico: il debito di carbonio) è ormai percepito come reale minaccia per la vita del genere umano e del pianeta stesso. Già procura danni e sconvolgimenti delle vite umane che si rifiuta di affrontare, come oggi con i migranti. Non ci sarà nessun futuro se non muteremo il nostro modello di civiltà, visto che, se esteso a tutti gli uomini, come giustizia vorrebbe, esso porterebbe con sé la morte universale. Sono queste le convinzioni che dovranno innervare la Conferenza internazionale di Parigi del prossimo dicembre dal titolo “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici”. Si arriverà a vere decisioni che mutino profondamente la corsa folle dell’occidente consumistico a spese dei popoli e della terra?
E gli uomini di fede?
Un piccolo ricordo di Gandhi perché il suo accostamento a Gesù Cristo, di cui si dichiarava discepolo, colpisce profondamente. Gandhi passa in Italia nel 1931; vi riesce perché i piccoli accoliti di Mussolini volevano fare un dispetto all’Inghilterra, che lo vedeva come fumo negli occhi. Gandhi fa sosta a Roma; ha due desideri: vedere Mussolini e vedere il Papa Pio XI. Mussolini lo riceve, ma il Papa non lo riceve; si disse “in alto” che il papa non poteva inimicarsi l’Inghilterra. In compenso viene concesso a Gandhi di far visita ai musei vaticani fuori orario. Si aggira per le sale senza particolari emozioni. Nella Cappella Sistina non si mise a contemplare Michelangelo. C’era un crocifisso sull’altare – racconta il suo segretario – andò lì, lo guardò, fece un giro devoto attorno al crocifisso e si commosse.
“Se tu fai questo io ti uccido” dice l’uomo occidentale; siamo diventati grandi con questo principio. La saggezza orientale che Gandhi ha assunto dice: “se fai questo, sono io che muoio”. Arrivare ad una umanità in cui vinceremo il male con la nostra sofferenza. “Volete qualcosa di più cristiano, di più legato al mistero di Gesù? – commentava padre Balducci e proseguiva – Non voglio che si diffonda il cristianesimo che io conosco, voglio che si diffonda il vangelo che io medito, che è un’altra cosa… Quel che conta è essere fedeli alle attese dell’uomo nascosto, e in prima fra tutte, al rifiuto della violenza … in questa prospettiva si potrà dare inizio ad un capitolo nuovo della storia dei rapporti fra le religioni, fra le culture e fra gli uomini … Oggi solo chi cerca l’impossibile riuscirà a produrre ciò che è possibile”.☺
Nazioni Unite La/69/L.84 progetto di risoluzione: Principi di base sul debito sovrano processi di ristrutturazione [Assemblea generale (29 luglio 2015 – Originale: Inglese 15-12959 (E) 300.715 Sixty-ninth session – Punto all’ordine del giorno 13 (a)].
Leggiamo, ripreso dal Manifesto, il 12 settembre scorso: “Importante vittoria all’Onu dell’Argentina”. L’Assemblea generale ha approvato una iniziativa promossa dal governo di Cristina Kirchner per frenare le azioni speculative dei fondi avvoltoio. Il dispositivo prevede una serie di nuove norme (tre princìpi e nove regole derivanti dal I principio) che mirano a facilitare i processi di ristrutturazione del debito sovrano da parte dei paesi in crisi. Per essere approvato, il dispositivo richiedeva la maggioranza semplice dei voti, che è stata ampiamente superata: 136 paesi a favore, 41 astenuti e 6 contrari (Germania, Canada, Usa, Israele, Giappone, Regno Unito). Tra le astensioni, quella della Colombia che pure inizialmente – e come il resto dei paesi membri del G-77 più Cina – aveva dato l’assenso. Dopo il voto vi sono state espressioni di giubilo: “In questo modo si favorisce la stabilità economica, la pace sociale e il diritto dei popoli – ha affermato il Ministro degli Esteri argentino Hector Timerman -Ristrutturare il debito sovrano è una misura che limita i fondi avvoltoio: i nuovi pirati del XXI secolo che, approfittando di un vuoto legislativo globale, hanno lucrato sulla povertà di molti paesi qui rappresentati”. A questo hanno immediatamente reagito i rappresentanti della finanza, come si può leggere nel sito che riporta il testo ONU, che contesta ogni affermazione della risoluzione (cfr: http://www.finanzaonline.com/ forum/44382415-post1682.html). Ancora, se l’Europa, introducesse la Tobin Tax (0,05 x mille) su ogni transazione finanziaria, come il Parlamento Europeo ha chiesto dal 2010 e la Commissione europea non vuole ancora attuare, non si metterebbe un freno alla speculazione sfrenata della finanza speculativa? La risoluzione ONU e la richiesta del Parlamento Europeo diverrebbero un possibile inizio virtuoso verso un futuro liberatorio: chi lo percorrerà?
Insieme per non scomparire
Nel dilemma moderno di salvaguardare la natura di fronte alla voracità del sistema occidentale, dobbiamo porci una domanda: perché consentire ai paesi sviluppati quel che non si consente ai paesi poveri? La giustizia distributiva, del tutto utopica finché veniva affidata alla sensibilità morale, diventa dentro la necessità l’estremo ricatto dei poveri contro i ricchi, un ricatto al quale sarà sempre meno possibile sottrarsi. Sotto il buco dell’ozono nasce una nuova forma storica di diritto delle genti che, con la forza perentoria del diritto alla vita, fa appello all’unità politica del pianeta di cui l’ONU è una inadeguata prefigurazione finché non ne sorgano altre. Ma la storia ormai richiede risposte a livello alto e le chiede con urgenza. La marea dei profughi e degli emigranti economici (chissà perché questi considerati di secondo livello, come se il diritto a sopravvivere fosse di secondo livello rispetto al diritto di essere salvaguardati dalle persecuzioni) tale fiumana di genti è solo il “segno visibile” di una umanità al tracollo se non cambia direzione. Quando la nave va a picco anche i bagagli preziosi affondano nel mare. Il fasto consumistico, cui si deve per l’80% il buco dell’ozono (il famoso I livello del debito ecologico: il debito di carbonio) è ormai percepito come reale minaccia per la vita del genere umano e del pianeta stesso. Già procura danni e sconvolgimenti delle vite umane che si rifiuta di affrontare, come oggi con i migranti. Non ci sarà nessun futuro se non muteremo il nostro modello di civiltà, visto che, se esteso a tutti gli uomini, come giustizia vorrebbe, esso porterebbe con sé la morte universale. Sono queste le convinzioni che dovranno innervare la Conferenza internazionale di Parigi del prossimo dicembre dal titolo “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici”. Si arriverà a vere decisioni che mutino profondamente la corsa folle dell’occidente consumistico a spese dei popoli e della terra?
E gli uomini di fede?
Un piccolo ricordo di Gandhi perché il suo accostamento a Gesù Cristo, di cui si dichiarava discepolo, colpisce profondamente. Gandhi passa in Italia nel 1931; vi riesce perché i piccoli accoliti di Mussolini volevano fare un dispetto all’Inghilterra, che lo vedeva come fumo negli occhi. Gandhi fa sosta a Roma; ha due desideri: vedere Mussolini e vedere il Papa Pio XI. Mussolini lo riceve, ma il Papa non lo riceve; si disse “in alto” che il papa non poteva inimicarsi l’Inghilterra. In compenso viene concesso a Gandhi di far visita ai musei vaticani fuori orario. Si aggira per le sale senza particolari emozioni. Nella Cappella Sistina non si mise a contemplare Michelangelo. C’era un crocifisso sull’altare – racconta il suo segretario – andò lì, lo guardò, fece un giro devoto attorno al crocifisso e si commosse.
“Se tu fai questo io ti uccido” dice l’uomo occidentale; siamo diventati grandi con questo principio. La saggezza orientale che Gandhi ha assunto dice: “se fai questo, sono io che muoio”. Arrivare ad una umanità in cui vinceremo il male con la nostra sofferenza. “Volete qualcosa di più cristiano, di più legato al mistero di Gesù? – commentava padre Balducci e proseguiva – Non voglio che si diffonda il cristianesimo che io conosco, voglio che si diffonda il vangelo che io medito, che è un’altra cosa… Quel che conta è essere fedeli alle attese dell’uomo nascosto, e in prima fra tutte, al rifiuto della violenza … in questa prospettiva si potrà dare inizio ad un capitolo nuovo della storia dei rapporti fra le religioni, fra le culture e fra gli uomini … Oggi solo chi cerca l’impossibile riuscirà a produrre ciò che è possibile”.☺
Nazioni Unite La/69/L.84 progetto di risoluzione: Principi di base sul debito sovrano processi di ristrutturazione [Assemblea generale (29 luglio 2015 – Originale: Inglese 15-12959 (E) 300.715 Sixty-ninth session – Punto all’ordine del giorno 13 (a)].
Leggiamo, ripreso dal Manifesto, il 12 settembre scorso: “Importante vittoria all’Onu dell’Argentina”. L’Assemblea generale ha approvato una iniziativa promossa dal governo di Cristina Kirchner per frenare le azioni speculative dei fondi avvoltoio. Il dispositivo prevede una serie di nuove norme (tre princìpi e nove regole derivanti dal I principio) che mirano a facilitare i processi di ristrutturazione del debito sovrano da parte dei paesi in crisi. Per essere approvato, il dispositivo richiedeva la maggioranza semplice dei voti, che è stata ampiamente superata: 136 paesi a favore, 41 astenuti e 6 contrari (Germania, Canada, Usa, Israele, Giappone, Regno Unito). Tra le astensioni, quella della Colombia che pure inizialmente – e come il resto dei paesi membri del G-77 più Cina – aveva dato l’assenso. Dopo il voto vi sono state espressioni di giubilo: “In questo modo si favorisce la stabilità economica, la pace sociale e il diritto dei popoli – ha affermato il Ministro degli Esteri argentino Hector Timerman -Ristrutturare il debito sovrano è una misura che limita i fondi avvoltoio: i nuovi pirati del XXI secolo che, approfittando di un vuoto legislativo globale, hanno lucrato sulla povertà di molti paesi qui rappresentati”. A questo hanno immediatamente reagito i rappresentanti della finanza, come si può leggere nel sito che riporta il testo ONU, che contesta ogni affermazione della risoluzione (cfr: http://www.finanzaonline.com/ forum/44382415-post1682.html). Ancora, se l’Europa, introducesse la Tobin Tax (0,05 x mille) su ogni transazione finanziaria, come il Parlamento Europeo ha chiesto dal 2010 e la Commissione europea non vuole ancora attuare, non si metterebbe un freno alla speculazione sfrenata della finanza speculativa? La risoluzione ONU e la richiesta del Parlamento Europeo diverrebbero un possibile inizio virtuoso verso un futuro liberatorio: chi lo percorrerà?
Insieme per non scomparire
Nel dilemma moderno di salvaguardare la natura di fronte alla voracità del sistema occidentale, dobbiamo porci una domanda: perché consentire ai paesi sviluppati quel che non si consente ai paesi poveri? La giustizia distributiva, del tutto utopica finché veniva affidata alla sensibilità morale, diventa dentro la necessità l’estremo ricatto dei poveri contro i ricchi, un ricatto al quale sarà sempre meno possibile sottrarsi. Sotto il buco dell’ozono nasce una nuova forma storica di diritto delle genti che, con la forza perentoria del diritto alla vita, fa appello all’unità politica del pianeta di cui l’ONU è una inadeguata prefigurazione finché non ne sorgano altre. Ma la storia ormai richiede risposte a livello alto e le chiede con urgenza. La marea dei profughi e degli emigranti economici (chissà perché questi considerati di secondo livello, come se il diritto a sopravvivere fosse di secondo livello rispetto al diritto di essere salvaguardati dalle persecuzioni) tale fiumana di genti è solo il “segno visibile” di una umanità al tracollo se non cambia direzione. Quando la nave va a picco anche i bagagli preziosi affondano nel mare. Il fasto consumistico, cui si deve per l’80% il buco dell’ozono (il famoso I livello del debito ecologico: il debito di carbonio) è ormai percepito come reale minaccia per la vita del genere umano e del pianeta stesso. Già procura danni e sconvolgimenti delle vite umane che si rifiuta di affrontare, come oggi con i migranti. Non ci sarà nessun futuro se non muteremo il nostro modello di civiltà, visto che, se esteso a tutti gli uomini, come giustizia vorrebbe, esso porterebbe con sé la morte universale. Sono queste le convinzioni che dovranno innervare la Conferenza internazionale di Parigi del prossimo dicembre dal titolo “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici”. Si arriverà a vere decisioni che mutino profondamente la corsa folle dell’occidente consumistico a spese dei popoli e della terra?
E gli uomini di fede?
Un piccolo ricordo di Gandhi perché il suo accostamento a Gesù Cristo, di cui si dichiarava discepolo, colpisce profondamente. Gandhi passa in Italia nel 1931; vi riesce perché i piccoli accoliti di Mussolini volevano fare un dispetto all’Inghilterra, che lo vedeva come fumo negli occhi. Gandhi fa sosta a Roma; ha due desideri: vedere Mussolini e vedere il Papa Pio XI. Mussolini lo riceve, ma il Papa non lo riceve; si disse “in alto” che il papa non poteva inimicarsi l’Inghilterra. In compenso viene concesso a Gandhi di far visita ai musei vaticani fuori orario. Si aggira per le sale senza particolari emozioni. Nella Cappella Sistina non si mise a contemplare Michelangelo. C’era un crocifisso sull’altare – racconta il suo segretario – andò lì, lo guardò, fece un giro devoto attorno al crocifisso e si commosse.
“Se tu fai questo io ti uccido” dice l’uomo occidentale; siamo diventati grandi con questo principio. La saggezza orientale che Gandhi ha assunto dice: “se fai questo, sono io che muoio”. Arrivare ad una umanità in cui vinceremo il male con la nostra sofferenza. “Volete qualcosa di più cristiano, di più legato al mistero di Gesù? – commentava padre Balducci e proseguiva – Non voglio che si diffonda il cristianesimo che io conosco, voglio che si diffonda il vangelo che io medito, che è un’altra cosa… Quel che conta è essere fedeli alle attese dell’uomo nascosto, e in prima fra tutte, al rifiuto della violenza … in questa prospettiva si potrà dare inizio ad un capitolo nuovo della storia dei rapporti fra le religioni, fra le culture e fra gli uomini … Oggi solo chi cerca l’impossibile riuscirà a produrre ciò che è possibile”.☺
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.