Referendum: un’analisi a freddo
18 Aprile 2016
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Referendum: un’analisi a freddo

Proviamo ad analizzare con serenità, nonostante l’inevitabile amarezza, il risultato referendario: innegabile la sconfitta, con il mancato raggiungimento del quorum , disciplinato però da una norma obsoleta che lo rende quasi sempre mission impossibile, facilitando la strumentalizzazione della disaffezione elettorale per far fallire ogni esperimento di democrazia diretta.

Eppure va rimarcato che tredici milioni di persone che votano SI in un referendum che si è fatto di tutto per boicottare non sono poche, soprattutto in un paese dove l’indifferenza al voto –frutto della caduta verticale di fiducia verso la politica istituzionale- è diventata quasi endemica.

Il boicottaggio del voto è stato tanto manifesto, quanto evidenti sono i poteri forti che sono scesi in campo per il mantenimento dello statu quo. Altrettanto determinante è stata la modalità di indizione del referendum, che in quanto promosso dalle regioni ha reso non necessaria la raccolta delle firme per la presentazione del quesito; ma la raccolta delle firme è l’unico antidoto possibile alla disinformazione dei mass media e consente una sorta di alfabetizzazione di massa e un processo di motivazione sociale che portano alla massiccia partecipazione che abbiamo visto per l’acqua pubblica.

I tempi strettissimi stabiliti per il voto, il rifiuto di accorpare i referendum con le amministrative, i martellanti appelli all’astensione (reato penale) e le menzogne sui posti di lavoro hanno fatto il resto.

Tuttavia, a Termoli i votanti hanno superato il 40%( con una percentuale schiacciante del 94% di Sì), e a Campobasso il 34%: noi attivisti del Coordinamento Trivelle Zero Molise vogliamo gridare forte la nostra soddisfazione per questo risultato che supera di molto la media nazionale, e rivendicarne il merito. E’ evidente che solo con un impegno sul territorio continuo e costante nel tempo, coordinato a rete con gli altri movimenti regionali, si può garantire informazione e coinvolgimento dei cittadini, superando la frammentazione sociale e la disintegrazione del senso di comunità che politiche liberiste e crisi economica hanno prodotto.

E non sarà certo un caso che a Lanciano, il fulcro del movimento No Ombrina, il quorum sia stato ampiamente raggiunto, come pure in tutta la Basilicata, unica regione ad aver superato il 50%: dove l’economia tossica del petrolio rischiava di distruggere la ricchezza esistente (Lanciano) e dove l’avvelenamento dell’ambiente e dell’etica che essa porta con sé erano già realtà (Basilicata) i cittadini non hanno avuto alcun dubbio sul voto da esprimere, e gli appelli all’astensione sono caduti nel vuoto.

I voti espressi ieri in Italia dovrebbero comunque insegnare qualcosa a chi ci governa: i tredici milioni di sì al referendum superano di molto i dieci milioni di voti che il partito oggi al governo raccolse nelle ultime elezioni del 2013. Sarebbe doveroso ricordare questi numeri e trarne le debite conclusioni:chi ha votato ha detto chiaramente di non condividere questa politica energetica suicida, ricordando a tutti che abbiamo un governo e un Presidente del Consiglio non eletti, e che consultare i cittadini è base elementare di democrazia.

Altrettanto chiaro è che esiste in tutta Italia un movimento per il futuro dei territori che sta organizzandosi e costruendo rete per riprendersi la parola, impedita dalle nuove pratiche plebiscitarie ed autoritarie che stanno sostituendo la democrazia parlamentare cui eravamo abituati.

I referendum sociali sono quindi il traguardo a cui tendere ora, per cui lavorare tutti insieme. Ricordiamo quindi che da sabato prossimo e per tutti i fine settimana fino a luglio sarà possibile firmare per bloccare definitivamente trivelle in terra e in mare ed inceneritori, e per i quattro quesiti sulla scuola.

Noi continueremo nella nostra opera di informazione e sensibilizzazione, per consentire ai cittadini di arrivare preparati a questi nuovi appuntamenti, e soprattutto al referendum costituzionale di ottobre, che vuol distruggere la nostra Carta e consegnarci ad ambigui modelli autoritari di post democrazia.

Proprio per questo informiamo che giovedì 21 aprile 2016 alle ore 18,30 nei locali del Sacro Cuore a Termoli si svolgerà un importante incontro pubblico con il Prof.Rossano Pazzagli dell’Università degli Studi del Molise. Il tema è : “Referendum e Democrazie dei Territori”, e ci consentirà di riflettere insieme sulla possibilità di ricostruire come società civile quella partecipazione dal basso che sola può opporsi all’accentramento del potere e alla sua deriva autoritaria.

Perché tredici milioni di persone hanno comunque deciso di scendere in campo e di disobbedire all’indifferenza richiesta dal governo e dai poteri forti di questo paese.

A nostro avviso si riparte da lì.

COORDINAMENTO TRIVELLE ZERO MOLISE

R@P MOLISE

FONDAZIONE “LORENZO MILANI” ONLUS

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